I ritardi nelle procedure di voto a Palermo

All'ultimo momento si sono ritirati oltre 170 presidenti di sezione e diversi scrutatori, generando un discreto caos

LaPresse
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Domenica mattina circa cinquanta seggi elettorali del comune di Palermo – dove si è votato per le amministrative e per i referendum sulla giustizia – non hanno potuto aprire a causa del fatto che sabato 174 presidenti di sezione e anche diversi scrutatori si sono ritirati all’ultimo momento, dopo che peraltro nella giornata di sabato i materiali per votare erano stati consegnati in alcuni casi in ritardo. Nella notte e poi domenica mattina non sono stati trovati tutti i sostituti, e quindi molte sezioni hanno aperto con ore di ritardo, man mano che venivano individuati i presidenti supplenti. Nel pomeriggio di domenica la prefettura di Palermo ha comunicato che anche per le ultime sezioni rimaste sguarnite sono stati trovati i sostituti.

«A seguito della nomina da parte del Comune di Palermo degli ultimi tredici presidenti delle sezioni elettorali mancanti sono regolarmente insediate tutte le 600 sezioni elettorali previste in città senza che sia stato necessario procedere ad alcun accorpamento tra di esse» ha comunicato la prefettura in una nota.

Sia sabato che domenica sono emerse molte testimonianze di scrutatori e scrutatrici che si sono presentati alla convocazione senza poi ricevere istruzioni né trovare il presidente che avrebbe dovuto supervisionare il loro lavoro, costretti a rimanere al seggio per ore: «In seguito alla convocazione mi sono presentato alle 15,45 nella sezione elettorale della quinta circoscrizione» ha raccontato uno scrutatore sentito da Palermo Today sabato sera. «Abbiamo aspettato fino alle 21 il presidente di seggio, sono le 23 e ancora nessuno si è fatto vivo, nessuno ci da comunicazioni né spiegazioni. Ci è stato detto che se usciamo dalla scuola verremo denunciati dalla prefettura. Dobbiamo restare qui fino a domattina e dalle 6 alle 23 della domenica».


A quanto pare ci sono stati problemi anche nella consegna del materiale: altri scrutatori hanno raccontato che sabato le schede elettorali sono state consegnate in ritardo, quando era ormai sera, e quindi la preparazione di tutte le schede – che vanno firmate e timbrate dagli scrutatori – è finita a tarda notte.

Domenica mattina il comune di Palermo ha inviato alla procura i documenti relativi all’organizzazione del voto, utili a capire la dinamica di quanto accaduto, e poi ha presentato un esposto con i nomi dei presidenti di sezione che si sono ritirati senza giustificazione. Sulla questione si sono espressi diversi leader nazionali, tra cui la ministra dell’Interno, Luciana Lamorgese, che ha commentato: «È gravissimo che a Palermo, senza alcun preavviso, un elevato numero di presidenti di seggio non si sia presentato all’insediamento. La procura di Palermo valuterà gli eventuali profili di responsabilità conseguenti alle segnalazioni inviate dal Comune per le procedure di insediamento dei seggi e di sostituzione dei presidenti».

In serata il leader della Lega, Matteo Salvini, il cofondatore di Fratelli d’Italia, Ignazio La Russa, e il presidente della Sicilia, Nello Musumeci, hanno chiesto al ministero dell’Interno di poter votare anche lunedì, ma il ministero ha negato questa possibilità, perché si possono cambiare gli orari di una votazione solo con una legge apposita.

Non è ancora chiaro se le defezioni e i ritardi siano dovuti a una scarsa organizzazione o ad altri motivi. Repubblica e altri giornali, citando fonti del comune, scrivono che «la sensazione è che in questa diserzione c’entri la partita del Palermo», riferendosi alla partita di ritorno dei playoff di serie C che si è giocata domenica sera in città tra Palermo e Padova. Nei giorni scorsi al comune e al ministero dell’Interno avevano cercato un modo per anticipare la data della partita a sabato, ma senza successo.