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  • Sabato 4 giugno 2022

Una nuova faticosa ripartenza per la Nazionale di calcio

Un anno dopo gli Europei vinti, Mancini deve ricostruire la squadra quasi da zero per via di un obbligato ricambio generazionale

Jorginho e Giacomo Raspadori nella Finalissima contro l'Argentina (Shaun Botterill/Getty Images)
Jorginho e Giacomo Raspadori nella Finalissima contro l'Argentina (Shaun Botterill/Getty Images)
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Con la partita di stasera a Bologna contro la Germania inizia quello che da giorni viene descritto come «un nuovo ciclo» per la Nazionale maschile di calcio, nonostante l’ultimo fosse partito appena quattro anni fa, e senza che in mezzo si sia giocato un solo Mondiale. L’esclusione dall’edizione che si terrà in inverno in Qatar ha infatti anticipato la necessità di un rinnovamento che inizi a formare un nuovo gruppo di giocatori in vista degli Europei del 2024 in Germania e dei Mondiali del 2026 in Nord America, appuntamenti a cui molti dei campioni europei in carica non potranno arrivare, per questioni d’età.

Attorno a questo nuovo ciclo, però, non c’è grande entusiasmo, anzi. La delusione per la seconda mancata qualificazione ai Mondiali di fila è ancora evidente: non si può ignorare facilmente il fatto che l’Italia quattro volte campione del mondo, e vincitrice degli ultimi Europei, passi almeno dodici anni senza giocarli. Oltre a questo, il problema principale è che mancano i rimpiazzi. Mai come oggi l’Italia si trova a corto di calciatori giovani e di qualità, e quei pochi che ci sono fanno fatica a trovare spazio nelle loro squadre. Eppure nei prossimi anni la Nazionale avrà bisogno di sostituire quasi una selezione intera.

Sarà quindi un percorso molto più difficile di quello iniziato quattro anni fa, come detto in questi giorni dal commissario tecnico Roberto Mancini. Le difficoltà che ci aspettano si sono intraviste nella Finalissima di Wembley conclusa con una sconfitta nettissima contro l’Argentina, dove l’Italia ha mostrato tutti i suoi limiti, soprattutto tecnici e atletici, in mancanza dei propri titolari.

È stata inoltre l’ultima partita in Nazionale per Giorgio Chiellini, e fra non molto capiterà la stessa cosa all’altro fin qui inamovibile centrale di difesa, Leonardo Bonucci, che a inizio maggio ha compiuto 35 anni. Tanti altri giocatori si stanno avvicinando alla soglia dei trenta, o l’hanno già superata, come Lorenzo Insigne, che dalla prossima stagione se ne andrà a giocare in Nord America, o Marco Verratti e Jorginho, nati rispettivamente nel 1992 e nel 1991.

Per questi motivi – fra cui aggiungiamo la conclusione di una stagione lunga e faticosissima – fra i quasi quaranta giocatori convocati da Mancini per affrontare le prime quattro partite della nuova edizione di Nations League in programma in questi giorni ce ne sono tanti poco esperti e alcuni perlopiù sconosciuti.

Alcuni arrivano da una prima discreta stagione in Serie A come il difensore dell’Atalanta Giorgio Scalvini e il centrocampista del Torino Samuele Ricci. Altri, almeno a questo punto della loro carriera, sono delle scommesse come Federico Gatti del Frosinone, Salvatore Esposito della Spal, Matteo Cancellieri dell’Hellas Verona e Wilfried Gnonto dello Zurigo. Fra i convocati è comparso persino Alessio Zerbin, ventitreenne esterno offensivo del Frosinone, ex promessa del settore giovanile del Napoli, uscito tempo fa dal giro delle nazionali giovanili.

Sono questi, per ora, i giocatori che Mancini inizierà a valutare per un loro inserimento graduale nel giro dei convocati, a sostegno di una prima linea di titolari — quella dei vari Donnarumma, Bastoni, Barella, Verratti, Pellegrini e Immobile — che avrà bisogno di sostegno e ricambi perlomeno all’altezza.

Tra gli ultimi convocati ce ne sono tre che giocano in Serie B e quattro che sono stati convocati in Nazionale ancora prima di esordire in Serie A: una cosa impensabile fino a pochi anni fa ma diventata consuetudine con Mancini, che lo fece già quattro anni fa convocando un allora sconosciuto Nicolò Zaniolo. Tanti altri non hanno nessuna esperienza internazionale, altri l’hanno maturata soltanto stando con la Nazionale. È il caso dei giocatori provenienti dal Sassuolo: Gianluca Scamacca, Giacomo Raspadori e Davide Frattesi, su cui Mancini punterà molto.

Un periodo di assestamento fatto di tentativi ed esperimenti sarà inevitabile, ma nel frattempo l’Italia dovrà giocare e ogni partita sarà impegnativa, oltre che importante anche solo per mantenere il posto nel ranking europeo, da cui poi dipendono i sorteggi per le qualificazioni a Europei e Mondiali. E per difendere il sesto posto nel ranking FIFA bisognerà difendersi per prima cosa in Nations League, il torneo che ha sostituito gran parte delle amichevoli internazionali.

La terza edizione è iniziata in questi giorni e l’Italia — che esordisce stasera a Bologna (ore 20.45) — è in un girone molto impegnativo in cui dovrà giocare, fra andata e ritorno, contro Germania, Inghilterra e Ungheria. Già nella partita di stasera, contro l’avversaria per eccellenza, partiamo sfavoriti e con il rischio di rivedere quello che è successo martedì a Londra con l’Argentina. Dopo oggi l’Italia giocherà il 7 giugno a Cesena contro l’Ungheria, l’11 a Wolverhampton contro l’Inghilterra e il 14 a Mönchengladbach nella partita di ritorno contro la Germania.

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