• Mondo
  • Mercoledì 25 maggio 2022

L’atteso rapporto sulle feste a Downing Street

Il governo ne ha pubblicato la versione completa, che contiene dettagli e fotografie del “Partygate”: Boris Johnson ha detto che non si dimetterà

Boris Johnson durante una delle feste al centro dell'inchiesta (dal rapporto di Sue Gray)
Boris Johnson durante una delle feste al centro dell'inchiesta (dal rapporto di Sue Gray)
Caricamento player

Mercoledì il governo britannico ha pubblicato il rapporto completo dell’indagine sulle feste organizzate nella residenza del primo ministro a Downing Street, a Londra, tra il maggio del 2020 e l’aprile del 2021. Le feste furono fatte in violazione delle restrizioni introdotte dal governo stesso per contrastare la pandemia da coronavirus, e la loro scoperta ha dato inizio al cosiddetto scandalo “Partygate”.

Il rapporto è stato compilato dalla funzionaria del governo Sue Gray, che a gennaio ne aveva già resa pubblica una parte: in quel caso era stato pubblicato solo un estratto, con diversi passaggi censurati, perché era ancora in corso un’indagine della polizia di Londra su quei fatti (che alla fine si era conclusa con decine di persone multate, tra cui anche il primo ministro Boris Johnson). Il rapporto conferma nella sostanza quanto era già stato anticipato a gennaio, parlando di un «grave fallimento di leadership e di giudizio» da parte dei funzionari del governo inglese, accusati peraltro di «consumo eccessivo di alcol» e di comportamenti «inappropriati» sul luogo di lavoro. Ma rispetto alla versione censurata, il rapporto completo aggiunge numerosi dettagli, e soprattutto alcune foto che mostrano Johnson e altri esponenti del governo mentre partecipano alle feste.

Johnson ha commentato la pubblicazione del rapporto in un discorso mercoledì alla Camera dei Comuni, in cui si è scusato per i comportamenti inopportuni dei funzionari e ha detto che se ne assume «la piena responsabilità». Lo ha ripetuto anche successivamente in una conferenza stampa, in cui ha anche detto che non ha intenzione di dimettersi per quanto rivelato sulle feste e che gli eventi a cui aveva preso parte erano di tipo lavorativo.

– Leggi anche: L’ufficio del primo ministro britannico ha un problema con l’alcol?

A conferma delle accuse già avanzate a gennaio, il rapporto completo di Gray contiene maggiori dettagli sulle feste al centro delle indagini, con conferme provenienti da conversazioni via email e via WhatsApp, oltre alle fotografie. Tra queste ultime ce n’è anche una che nei giorni scorsi era stata anticipata dal sito della televisione britannica ITV in cui si vede Boris Johnson partecipare a una festa organizzata il 13 novembre del 2020 nella sede del governo a Londra, e brindare per la fine del mandato di Lee Cain come responsabile delle comunicazioni del primo ministro.

Il rapporto prende in esame 16 incontri avvenuti a Downing Street, di cui 12 sono stati oggetto d’indagine da parte della polizia. Tra i dettagli che non erano presenti nella prima versione del rapporto ce n’è uno in particolare che riguarda una festa organizzata tra i funzionari del governo il 18 giugno del 2020 in occasione della fine del mandato di un loro collega, di cui non viene fatto il nome. Al tempo, in Inghilterra erano vietati gli incontri al chiuso tra più di due persone.

I preparativi per la festa erano durati una decina di giorni, e alla fine c’era stata una festa durata fino alle prime ore del mattino del 19 giugno: il rapporto segnala come nella festa ci fosse stato un consumo eccessivo di alcol, una rissa tra due persone, e uno dei partecipanti che si era sentito male. Si dice anche che in quell’occasione Helen MacNamara, all’epoca responsabile dell’etica e della buona condotta nel governo, avesse personalmente portato una macchina per fare karaoke.

Per un’altra festa, a maggio, erano stati inviati inviti via email a circa 200 persone, tutti dipendenti del governo.