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  • Mercoledì 25 agosto 2021

I problemi del Green Pass con la privacy

Si discute su come semplificare le verifiche in vista dell'obbligo per il personale scolastico e universitario da settembre, ma il Garante è molto cauto

(ANSA/ANGELO CARCONI)
(ANSA/ANGELO CARCONI)

A partire da settembre, il Green Pass sarà necessario per accedere ai mezzi di trasporto a lunga percorrenza e sarà richiesto al personale scolastico e universitario, ma a pochi giorni dall’entrata in vigore delle nuove regole ci sono ancora alcuni dettagli da chiarire sulle modalità di controllo, soprattutto dal punto di vista della privacy. La certificazione, che serve per dimostrare di essere vaccinati contro il coronavirus, o guariti dalla COVID-19 da meno di sei mesi o ancora di essere risultati negativi a un test nelle precedenti 48 ore, viene già impiegata da qualche settimana per accedere a diversi luoghi al chiuso, dove c’è un maggior rischio di assembramenti e di contagio.

L’estensione alla scuola e ad alcuni mezzi di trasporto è considerata importante dal governo per ridurre ulteriormente il rischio di nuovi contagi e incentivare le vaccinazioni, nonostante sia stata accolta con alcune polemiche e manifestazioni “no vax”. Come era accaduto con le prime regole introdotte a inizio agosto, il confronto negli ultimi giorni si è concentrato su come debbano essere svolti i controlli per accertare la validità dei Green Pass, tutelando la privacy dei loro proprietari.

Controlli
Le regole per i controlli sono contenute nel decreto del presidente del Consiglio (DPCM) dello scorso 17 giugno, nel quale sono le elencate le modalità di «verifica delle certificazioni verdi COVID-19». Il decreto dice che il controllo del Green Pass può essere effettuato «esclusivamente» tramite l’applicazione VerificaC19 fornita dal ministero della Salute.

Tramite la fotocamera dello smartphone di chi esegue il controllo, l’app legge il QR code del Green Pass e mostra se questo sia valido, indicando inoltre il nome e il cognome del suo proprietario. Questa indicazione è importante nel caso in cui si renda necessaria anche la verifica dell’identità di chi ha mostrato la certificazione, in modo da assicurarsi che abbia effettivamente presentato la propria e non quella di qualcun altro.

Schermate dell’applicazione VerificaC19

Il DPCM chiarisce inoltre che la verifica deve servire esclusivamente per accertarsi che il Green Pass sia valido «senza rendere visibili le informazioni che ne hanno determinato l’emissione». Questo vincolo è stato introdotto per garantire la privacy del proprietario della certificazione, perché chi esegue il controllo non è tenuto a sapere se la certificazione sia stata emessa in seguito alla vaccinazione, alla guarigione da meno di sei mesi dalla COVID-19 o dopo essere risultati negativi a un test nelle ultime 48 ore.

Il controllo non rivela quindi se chi possiede il Green Pass sia o meno vaccinato, per esempio per altri motivi di salute o per scelta personale.

Privacy
Questa soluzione, avallata in Italia dal Garante della privacy, consente di tutelare dati personali e sanitari, ma potrebbe rendere complicati i controlli in alcune particolari circostanze, soprattutto nelle scuole e nelle università.

Non potendo chiedere al personale se sia o meno vaccinato, potrebbe essere necessario verificare ogni giorno i pass di tutti i lavoratori scolastici e universitari, perché alcuni di loro potrebbero avere un Green Pass che scade ogni due giorni, nel caso in cui non possano vaccinarsi o siano contrari alla vaccinazione e facciano quindi ricorso a un test ogni 48 ore.

Il problema potrebbe essere risolto mantenendo un elenco del personale vaccinato, ma il Garante della privacy, Pasquale Stanzione, ha spiegato di essere contrario a questa ipotesi, perché non tutelerebbe a sufficienza la riservatezza di centinaia di migliaia di individui e su dati sensibili come quelli sanitari:

Ciò che non è consentito è la verifica diretta delle scelte vaccinali e, comunque, della condizione sanitaria da parte dei dirigenti scolastici, dovendo essi (tramite il personale specificamente incaricato) limitarsi a verificare il possesso di una certificazione valida. Le modalità di verifica previste dal DPCM del 17 giugno- richiamate dal decreto legge 111 anche per il contesto scolastico – consentono, invece, di minimizzare il trattamento dei dati personali, limitandosi a generare, mediante l’app di verifica ufficiale, solo un segnale positivo o negativo secondo i casi.

Nei giorni scorsi il sottosegretario all’Istruzione, Rossano Sasso, aveva ipotizzato di trovare una mediazione introducendo una sorta di autocertificazione per una verifica più semplice dei Green Pass per il personale scolastico e universitario. Anche su questa ipotesi il Garante ha espresso dubbi, anche perché l’autocertificazione non è prevista nelle norme approvate finora:

Laddove, tuttavia, dovesse essere introdotta con norma primaria, si dovrebbe assicurare che il contenute della dichiarazione sia limitato alla sola attestazione dell’assenza di condizioni ostative all’ingresso a scuola, senza riferimento a dati ulteriori.

Problemi analoghi si potrebbero verificare in altri contesti in cui il Green Pass è obbligatorio per accedere a strutture e servizi, dove il personale deve essere dotato di certificazione. I controlli quotidiani potrebbero essere difficili da realizzare, anche se in molti hanno segnalato come l’applicazione VerificaC19 impieghi pochi secondi per ogni accertamento di un QR code.

Dove serve e servirà il Green Pass
Dal 6 agosto scorso, il Green Pass è obbligatorio per tutte le persone con più di 12 anni che vogliano accedere a ristoranti al chiuso, cinema, teatri, palestre, centri benessere, parchi a tema, centri sociali e culturali, sale scommesse, sale bingo, casinò, musei, sagre, stadi, congressi, concorsi pubblici e grandi eventi. La certificazione deve essere presentata anche per consumare ai bar al chiuso al tavolo, ma non per il servizio al banco.

Da settembre il Green Pass sarà inoltre necessario sui trasporti a lunga percorrenza: aerei, treni ad alta velocità, Intercity, autobus e traghetti che collegano più regioni. Per ora non sono state prese decisioni per i trasporti pubblici locali, per i treni regionali e per i traghetti a breve percorrenza.

Oltre all’obbligo per il personale scolastico e universitario, il Green Pass sarà anche richiesto agli studenti universitari per frequentare le lezioni in presenza. A scuola, i bambini e i ragazzi di più di 6 anni dovranno portare le mascherine, fatta eccezione per lo svolgimento delle attività sportive e per le persone con patologie o disabilità incompatibili con l’uso delle mascherine.