L’ondata di caldo in Italia e nel Sud Europa

In Sicilia le temperature hanno toccato i 47°C, in varie regioni si sono superati i 40°C, e la scienza dice che sarà così sempre più spesso

(AP Photo/ Riccardo De Luca)
(AP Photo/ Riccardo De Luca)

In questi giorni vari paesi del Sud Europa, tra cui Italia, Grecia e Malta, sono stati interessati da un’ondata di intenso caldo che durerà almeno fino a venerdì, e dal fine settimana sono previste per alcuni giorni alte temperature anche in Spagna e Portogallo.

Si parla di ondate di calore quando temperature molto elevate durano per più giorni consecutivi, spesso accompagnate da venti scarsi e alti tassi di umidità. In Italia in questi giorni sono già stati toccati i 47°C a Lentini, in provincia di Siracusa, e le temperature hanno abbondantemente superato i 40°C anche in altre regioni, tra cui la Sardegna.

Quest’anno nei paesi dell’Europa occidentale era già stata osservata una breve ondata di calore a luglio, con temperature leggermente superiori alla media stagionale. In questi giorni sono state nuovamente registrate temperature molto alte e protratte per più giorni anche nella penisola balcanica e in Grecia, dove secondo le autorità del paese è in corso l’ondata di calore più intensa degli ultimi decenni: a Langadas, nel nord del paese, martedì ci sono stati picchi di 47,1°C.

Secondo gli esperti la prima fase dell’ondata di caldo si sta concludendo e porterà a temperature più basse al Sud e leggermente più alte al Nord, con 3-4 giorni di grande caldo anche nei paesi dell’Europa centrale. Prima, però, anche al Sud le temperature massime continueranno a essere più alte della media, e potranno arrivare fino a 45°C in Sardegna, fino a 43°C in Sicilia e fino a 42°C in Basilicata, Calabria e Campania.

L’Europa è da sempre soggetta a estati calde per la sua posizione e conformazione geografica, ma si prevede che nella parte meridionale del continente le cosiddette “ondate di calore” saranno sempre più frequenti e più intense: il cambiamento climatico infatti favorisce condizioni meteorologiche come temperature alte e persistenti, che da tempo sono considerate tra le cause principali di incendi come quelli che nelle ultime settimane hanno colpito Grecia, Turchia e diverse regioni italiane, oltre che l’Algeria.

Tra i parametri che aiutano a capire meglio l’intensità delle ondate di calore e le loro conseguenze ci sono i bollettini elaborati dal ministero della Salute, che indicano quattro diversi livelli d’allerta, numerati da 0 a 3 ed espressi attraverso quattro colori.

Il bollino verde (livello 0) corrisponde a condizioni meteorologiche che non sono un rischio per la salute della popolazione; il giallo (livello 1) indica temperature che comportano un disagio debole; l’arancione (livello 2) corrisponde a temperature elevate e condizioni che possono avere conseguenze negative sulla salute della popolazione a rischio, come anziani e persone che soffrono di patologie croniche, mentre il bollino rosso (livello 3) evidenzia un’ondata di grande calore con possibili effetti negativi anche per la popolazione sana, a causa della sua intensità o della durata nel tempo.

Per dare l’idea, per mercoledì 11 agosto il livello di allerta rosso riguarda 8 delle 27 città analizzate nei bollettini: Bari, Campobasso, Frosinone, Latina, Palermo, Perugia, Rieti e Roma. Giovedì le città con bollino rosso saranno invece 10 (Bologna e Trieste, più le precedenti), mentre venerdì saranno 15, quasi i due terzi di quelle prese in considerazione (tutte le precedenti, più Bolzano, Brescia, Cagliari, Firenze e Viterbo).

Delle città indicate nei bollettini del ministero soltanto Genova e Torino oggi hanno il livello d’allerta verde. Nei prossimi giorni tutte le città analizzate saranno almeno al livello giallo, e la maggior parte saranno con bollino arancione e rosso.

– Leggi anche: Cosa dice dell’Europa il rapporto sul clima dell’ONU

Benché non siano un fenomeno nuovo, le ondate di calore nel nostro continente saranno un fenomeno sempre più frequente per via del cambiamento climatico.

Il problema divenne evidente in particolare nel 2003, anno in cui il caldo eccessivo interessò tutti i paesi dell’Europa, causando la morte di almeno 30mila persone e danni per 13 miliardi di euro: quella del 2003 fu l’estate più calda registrata in Europa dal sedicesimo secolo, e indusse i governi e le autorità sanitarie a rivedere i loro piani per emergenze di questo tipo.

Le analisi e le ricerche condotte negli ultimi anni evidenziano infatti che il riscaldamento globale prodotto in larga parte dalle attività dell’uomo aumenterà la durata e l’intensità delle ondate di calore, con grosse conseguenze sia sulla salute della popolazione, sia sull’agricoltura e gli ecosistemi.

Il recente rapporto sul clima dell’Intergovernmental Panel on Climate Change (IPCC) dell’ONU conferma tra le altre cose che il cambiamento climatico, che dipende dalle attività umane, è alla base dell’aumento della frequenza e dell’intensità di fenomeni meteorologici disastrosi, come appunto le ondate di grande caldo, ed è definito «senza precedenti».

Secondo lo studio, gli ultimi cinque anni sono stati i più caldi che siano stati registrati dal 1850 a oggi, e probabilmente l’ultimo decennio è stato il periodo più caldo degli ultimi 125mila anni. Rispetto agli anni Cinquanta, inoltre, ci sono state ondate di caldo più intense e più frequenti nel 90 per cento delle regioni del mondo, che non soltanto sono collegate allo scoppio di incendi vastissimi, ma influenzano anche altri eventi meteorologici estremi, come le recenti alluvioni che hanno colpito Germania, BelgioCina.

Nel rapporto si aggiunge comunque che non è ancora troppo tardi per impedire che nei prossimi decenni le temperature medie globali aumentino di più di 1,5°C rispetto al periodo pre-industriale, considerata una soglia di riferimento per evitare danni catastrofici. Servirà però uno sforzo «immediato e su larga scala» da parte dei paesi di tutto il mondo per ridurre le emissioni inquinanti.

– Leggi anche: Il cambiamento climatico, le basi