Le alluvioni in Europa c’entrano con il cambiamento climatico

I dati su eventi atmosferici sempre più estremi mostrano un rapporto con il riscaldamento globale, secondo i ricercatori

I danni causati dall'alluvione a Schuld, Renania-Palatinato, Germania (Thomas Lohnes/Getty Images)
I danni causati dall'alluvione a Schuld, Renania-Palatinato, Germania (Thomas Lohnes/Getty Images)

Nell’ultima settimana a causa delle alluvioni che hanno interessato soprattutto Germania e Belgio sono morte quasi 200 persone, con enormi danni ad abitazioni, strade e altre infrastrutture. La presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, ha definito le inondazioni «un chiaro segnale del cambiamento climatico» così come hanno fatto rappresentanti di governo e amministratori locali delle zone interessate. Dichiarazioni simili sono state formulate da scienziati ed esperti che studiano da anni il cambiamento climatico, e che ormai dispongono di dati a sufficienza per contestualizzare singoli eventi meteorologici nei più ampi e complessi fenomeni legati al clima.

Non ci sono dubbi sul fatto che l’aumento della temperatura media della Terra sia un fattore determinante nell’avere eventi atmosferici sempre più estremi, come forti tempeste, prolungati periodi di siccità, ondate di caldo e fasi anomale con temperature al di sotto della media in alcune zone. Tutto ciò porta con sé ulteriori effetti: morti e danni come avvenuto in Germania e in Belgio, incendi fuori controllo su ampie porzioni di territorio, scarso accesso all’acqua potabile per centinaia di milioni di persone, innalzamento del livello dei mari e perdita dei raccolti con conseguenti carestie.

Tra il 14 e il 15 luglio scorsi, l’Istituto meteorologico nazionale della Germania ha rilevato la caduta di 10-15 centimetri di pioggia nella Renania-Palatinato e nella Renania Settentrionale-Vestfalia, le due aree più interessate dalle alluvioni della scorsa settimana. È una quantità di pioggia che in condizioni normali cade in un mese in quelle zone: l’alta concentrazione in poche ore ha causato l’esondazione di fiumi e altri corsi d’acqua, portando poi a frane e smottamenti che hanno contribuito a peggiorare la situazione e a creare danni per miliardi di euro.

Erftstadt, nella Renania Settentrionale-Vestfalia (David Young/dpa via AP)

Piogge così intense in un periodo di tempo molto breve possono essere ricondotte ad alcuni effetti del cambiamento climatico, dicono i ricercatori. In generale, in condizioni atmosferiche in cui le temperature sono più alte del solito per lungo tempo si assiste a una maggiore umidità, che fa aumentare sensibilmente la portata delle piogge. Una delle equazioni utilizzate dai ricercatori per calcolare questo fenomeno mostra come l’aumento di 1 °C della temperatura abbia, in determinate condizioni, il potenziale di fare aumentare l’intensità delle precipitazioni fino al 7 per cento.

C’è poi un aspetto più generale legato a uno dei meccanismi più noti e rischiosi innescati dal riscaldamento globale. A causa dell’accumulo dei gas serra, prodotti in buona parte dalle attività umane, la Terra fatica a cedere il proprio calore attraverso l’atmosfera e di conseguenza avviene un aumento della temperatura media. Questo fenomeno non è omogeneo in tutte le aree del pianeta: l’aumento della temperatura ai poli avviene a un ritmo due-tre volte superiore rispetto a quanto avvenga all’equatore. Ciò determina una riduzione nella differenza delle temperature e fa ridurre velocità e portata delle “correnti a getto”, i veloci (in condizioni normali) flussi d’aria che contribuiscono agli spostamenti delle perturbazioni.


La riduzione delle correnti a getto si verifica per lo più in estate e in autunno, quando l’aumento temporaneo della temperatura ai poli si aggiunge a quello ormai registrato da decenni. Gli effetti sono visibili per lo più alle medie latitudini, come quelle in cui si trova l’Europa. Le perturbazioni si muovono più lentamente e al tempo stesso hanno maggiori dimensioni a causa dell’accumulo di umidità. Possono quindi riversare maggiori quantità d’acqua sotto forma di piogge e tempeste, causando i danni cui si è assistito nell’ultima settimana in Germania e in Belgio.

L’aumento della temperatura ai poli è ormai verificato da anni, insieme a una maggiore incidenza di estati con temperature ampiamente al di sopra della media in diverse aree intorno al Circolo polare artico.

Negli ultimi giorni in Siberia sono state registrate massime di 38 °C, e il clima secco e arido ha contributo alla formazione di grandi incendi, come era già avvenuto alcune estati fa. Secondo le analisi dei ricercatori, la Siberia settentrionale è stata una delle aree del pianeta in cui le temperature medie sono aumentate più velocemente. Gli incendi boschivi in questo periodo dell’anno sono comuni, ma negli ultimi tre anni si è assistito a un’accelerazione senza precedenti con decine di migliaia di chilometri quadrati di foreste bruciate.

Jacuzia, Siberia orientale, Russia – 17 luglio 2021 (AP Photo/Ivan Nikiforov)

Questi e altri fenomeni sono analizzati dai ricercatori per elaborare modelli matematici sempre più accurati, che consentano di trovare relazioni e nessi tra singoli eventi meteorologici e il cambiamento climatico. La quantità sempre maggiori di dati, ottenuti tramite stazioni di rilevazione locali e con i satelliti, sta portando alla nascita di nuovi approcci intorno all’analisi del clima.

Gli eventi meteorologici e quelli climatici non devono essere confusi: il “meteo” è lo studio e l’analisi di fenomeni circoscritti nel tempo e di breve durata, lo studio del “clima” comprende invece analisi più articolate sulle condizioni dell’atmosfera e su come variano le sue caratteristiche (con i riflessi sul territorio) nel corso del tempo. È una distinzione importante e sulla quale gli scienziati hanno insistito molto negli anni, proprio per evitare che da eventi singoli e isolati si potessero trarre conclusioni più articolate, ma affrettate in mancanza di quantità sufficienti di dati.

Negli ultimi anni le cose sono parzialmente cambiate sia grazie al miglioramento dei modelli utilizzati per valutare i cambiamenti del clima, sia grazie alla possibilità di raccogliere molti più dati sugli eventi atmosferici in singole aree del mondo. Più fenomeni atmosferici estremi si verificano, più i ricercatori hanno la possibilità di stimare quale sia l’impatto del cambiamento climatico sul pianeta, e sulle nostre esistenze.

La maggiore quantità di dati raccolti inizia a confermare quanto era già stato ipotizzato decenni fa, grazie ai primi modelli matematici sviluppati per fare previsioni sul clima. Il cambiamento climatico influisce ormai chiaramente sulla frequenza e la probabilità che si verifichino alluvioni, prolungati periodi di siccità, ondate di calore persistenti come avvenuto in Canada tra fine giugno e inizio luglio e sugli oceani, che si uniscono al riscaldamento delle acque riscontrato negli ultimi decenni.

Il cambiamento climatico, le basi