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  • Venerdì 12 febbraio 2021

I piani delle milizie di estrema destra per l’assalto al Congresso

Sono stati rivelati nel dettaglio mentre è in corso il processo di impeachment contro Trump, soprattutto quelli del gruppo "Oath Keepers"

Un uomo dopo l'irruzione in Campidoglio 
(EPA/JIM LO SCALZO/ansa)
Un uomo dopo l'irruzione in Campidoglio (EPA/JIM LO SCALZO/ansa)

Giovedì, mentre al Senato degli Stati Uniti si teneva il terzo giorno del processo di impeachment contro l’ex presidente Donald Trump, il dipartimento di Giustizia ha rivelato nuove informazioni su come i membri di alcuni gruppi di estrema destra, organizzati come milizie armate, si fossero addestrati e coordinati tra loro per commettere atti di violenza durante l’assalto al palazzo del Congresso, lo scorso 6 gennaio.

Trump, che è al suo secondo processo di impeachment, è accusato di aver incitato gli assalitori a invadere l’edificio del Congresso con la violenza. Durante l’assalto sono morte quattro persone.

Dopo l’assalto al Congresso sono state denunciate oltre 200 persone, alcune decine delle quali appartengono a milizie di estrema destra. Le nuove informazioni riguardano uno dei casi più gravi, quello contro tre membri della milizia antigovernativa nota come Oath Keepers, composta soprattutto da ex militari e membri delle forze dell’ordine. Gli Oath Keepers, che significa custodi del giuramento, si chiamano così perché sostengono di essere gli unici a rispettare appieno il giuramento di fedeltà alla Costituzione che tutti i militari e i poliziotti devono fare quando entrano in carica.

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I tre membri degli Oath Keepers sono Jessica Watkins, Thomas Caldwell e Donovan Crowl, tutti veterani dell’esercito o della marina che sono stati arrestati a gennaio e sono accusati da tribunali ordinari del reato di associazione per delinquere e altri reati minori. L’accusa ha mostrato come i tre avessero cominciato a prepararsi a un attacco violento fin dai giorni successivi alle elezioni presidenziali di novembre del 2020, avessero fatto reclutamento di altre persone, avessero progettato l’invio di «armi pesanti» a Washington e si stessero addestrando per «la guerriglia urbana, operazioni antisommossa e di recupero».

L’accusa ha mostrato inoltre come Watkins, in messaggi inviati ad altri miliziani, abbia detto che stava aspettando un segnale da Donald Trump per entrare in azione.

Caldwell, invece, durante alcune discussioni prima dell’attacco al Congresso aveva ipotizzato di nascondere «armi pesanti» in una barca sul fiume Potomac, che attraversa la città di Washington non molto lontano dall’edificio del Congresso. In altre circostanze, anche se non legate all’assalto del 6 gennaio, avrebbe proposto di organizzare operazioni a Washington con gruppi di cecchini. Caldwell non ha partecipato attivamente all’invasione dell’edificio del Congresso, ma secondo l’accusa è stato una «figura chiave nel mettere in azione la violenza che ha sopraffatto il Campidoglio».

Pochi giorni prima dell’attacco, Caldwell avrebbe anche contattato membri di altre milizie di estrema destra, come i Proud Boys e i Three Percenters, per coordinare le loro azioni (i Three Percenters sono un gruppo estremista e violento per la difesa del diritto alle armi, il cui nome deriva dal mito per cui il tre per cento degli abitanti delle colonie americane avrebbe preso le armi contro la Gran Bretagna per conquistare l’indipendenza).

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Più di una decina di membri dei Proud Boys sono stati arrestati e accusati di vari reati dopo l’assalto al Congresso, e anche se per ora sono tutti accusati singolarmente, secondo il New York Times gli investigatori stanno lavorando a un caso comune che dimostri come la loro azione fosse in realtà coordinata.

In generale, l’accusa ha mostrato molti messaggi in cui vari membri delle milizie di estrema destra parlano apertamente di guerra e di atti violenti contro i loro oppositori. Caldwell aveva a casa sua una lista di persone da uccidere, che comprendeva i funzionari delle commissioni elettorali di alcuni stati americani, e in vari messaggi aveva definito i suoi avversari politici come «scarafaggi» e «larve» e aveva promesso di ucciderli e di «mutilare i loro cadaveri».

Questa retorica non apparteneva soltanto ai tre membri degli Oath Keepers, come ha notato il New York Times: il capo del gruppo, Stewart Rhodes, in un’intervista pochi giorni dopo le elezioni, aveva detto di avere delle milizie pronte all’azione fuori da Washington, che sarebbero entrate in azione al comando di Trump (non ci sono prove che ci fossero milizie in quella circostanza). In un’altra occasione aveva minacciato che ci sarebbe stata una «guerra sanguinaria» se Trump non avesse imposto la legge marziale.

Al Senato degli Stati Uniti, nel frattempo, nel terzo giorno del processo di impeachment contro Trump si è inoltre conclusa la lunga requisitoria dell’accusa. I membri dell’accusa hanno chiuso il loro caso ricordando come, a loro avviso, Trump sia colpevole di aver incitato l’assalto all’edificio del Congresso e come gli stessi assalitori abbiano in più di un’occasione detto di aver agito su mandato dell’ex presidente. La risposta di Trump all’assalto, inoltre, ha dimostrato che l’ex presidente non prova nessun rimorso, e che potrebbe «senza dubbio provocare altri pericoli, se gli sarà concesso», come ha detto il deputato Democratico Ted Lieu.

È comunque improbabile che Trump sia condannato nel processo di impeachment. Per ottenere la maggioranza sufficiente per una condanna sarebbe necessario che 17 senatori Repubblicani votassero con i Democratici, e per ora sembra che non ci siano i numeri.