Renzi sta riuscendo a tirarla per le lunghe

Italia Viva sembra sempre più determinante per formare una maggioranza, e Conte ne sta uscendo indebolito: ora si parla di un “mandato esplorativo”

La ministra dell’Interno, Luciana Lamorgese, e il presidente della Camera, Roberto Fico.(ANSA/GIUSEPPE LAMI)
La ministra dell’Interno, Luciana Lamorgese, e il presidente della Camera, Roberto Fico.(ANSA/GIUSEPPE LAMI)

Venerdì sera si concluderanno le consultazioni con cui il presidente della Repubblica Sergio Mattarella sta sentendo i vari partiti in Parlamento per verificare se siano disposti a sostenere un governo ed eventualmente guidato da chi, dopo la crisi innescata qualche settimana fa con l’uscita di Italia Viva e Matteo Renzi dalla maggioranza che sosteneva Giuseppe Conte.

La situazione attuale è che per Conte la strada verso un terzo mandato si sta complicando, per via dell’apparentemente efficace strategia di Renzi. Il presidente del Consiglio uscente infatti è in una posizione sempre più debole, perché Renzi sta riuscendo a tirare per le lunghe la crisi, indebolendolo. Italia Viva è rimasta compatta, senza defezioni, e nonostante sia attaccata quotidianamente da Partito Democratico e Movimento 5 Stelle continua a risultare determinante per una maggioranza, a meno di un accordo con il centrodestra. Conte e i suoi alleati non sono riusciti a coinvolgere altri gruppi politici, e negli ultimi due giorni ci sono stati segnali che, controvoglia, abbiano ripreso seriamente le trattative con Italia Viva.

Al momento comunque la cosa di cui si parla è un “mandato esplorativo”, cioè di fatto un modo per prolungare le trattative e dare loro una nuova spinta. Alle 16 Mattarella vedrà i partiti di centrodestra, che si presenteranno uniti, mentre alle 17 sarà il turno del Movimento 5 Stelle. Da loro non ci si attendono sorprese, ma va capito quali saranno i passaggi successivi: a chi, in sostanza, verrà assegnato l’incarico o il pre-incarico, un passaggio preliminare prima dell’incarico vero e proprio. I nomi che circolano da ieri sono soprattutto due: il presidente della Camera Roberto Fico, storico leader dell’ala sinistra del Movimento, e l’attuale ministra dell’Interno Luciana Lamorgese. Ma non si parla davvero di loro per guidare il prossimo governo, quanto per portare avanti le consultazioni a un livello un po’ più informale di quanto fatto finora da Mattarella, per continuare la ricerca di una maggioranza e dare più tempo alle trattative tra i partiti.

Da ieri si è capito infatti che un reincarico a Conte si fa sempre più difficile. Renzi ha fatto sapere alle agenzie che durante il colloquio con Mattarella avrebbe chiesto di affidare un incarico, un preincarico o un cosiddetto “mandato esplorativo” a una persona diversa. Lo ha detto alle agenzie ma non lo ha menzionato nella conferenza stampa di mezz’ora che ha tenuto dopo aver parlato col presidente della Repubblica, in cui ha parlato soprattutto di divergenze sui temi politici. Renzi ha fatto sapere anche che in mattinata aveva ricevuto una telefonata di Conte, lasciando intendere che il presidente del Consiglio abbia provato a convincerlo a rientrare in maggioranza in un nuovo governo guidato da lui. La telefonata, a quanto si legge dai giornali, non ha avuto alcun esito concreto.

Il timore di Conte, secondo Repubblica, è che Renzi voglia «logorarlo»: cioè allontanarlo progressivamente dalla possibilità di diventare per la terza volta presidente del Consiglio. L’impressione di molti è che al momento ci stia riuscendo.

Conte rimane comunque in ballo perché ancora ieri ha ricevuto l’appoggio molto netto sia del Partito Democratico, che lo ha indicato come unico nome per guidare il nuovo governo, sia del Movimento 5 Stelle, che a meno di sorprese oggi pomeriggio dovrebbe ribadire più o meno la stessa cosa. Per il momento i due partiti, secondo i retroscena, non stanno pensando a nessun possibile sostituto di Conte, cosa che invece potrebbe soddisfare le richieste di Italia Viva e persino allargare potenzialmente la maggioranza ai centristi di +Europa e Azione. Stamattina la leader di +Europa Emma Bonino ha detto a Repubblica che «è impressionante che questi tre partiti della maggioranza non riescano a pensare a una personalità politica più autorevole».

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Non è ancora chiaro chi mollerà per primo: se sarà Italia Viva ad accettare di considerare un nuovo incarico (e quindi un nuovo mandato da presidente del Consiglio) per Giuseppe Conte, oppure se saranno PD e M5S a proporre un presidente del Consiglio più gradito a Italia Viva.

Lamorgese e Fico – a cui nel 2018 fu dato un pre-incarico per verificare una possibile alleanza fra PD e M5S, che all’epoca preferì coalizzarsi con la Lega – non sarebbero infatti delle alternative a Conte. Sul Corriere della Sera il quirinalista Marzio Breda, considerato uno dei più affidabili in circolazione, ha scritto che Mattarella sta valutando di affidare un incarico «esplorativo» a una persona che «non sia direttamente interessata a formare il governo».

Nella sua conferenza stampa Renzi ha ventilato anche la possibilità di un «governo istituzionale», citata anche da Breda come «seconda possibilità» anche di Mattarella. Si parla cioè di un governo di coalizione composto in parte o totalmente di figure tecniche, e sostenuto da una maggioranza più ampia del governo uscente, quella che viene chiamata “maggioranza Ursula”, e che comprenda cioè anche Forza Italia o comunque almeno un pezzo del centrodestra.

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L’ipotesi circola da giorni e ha anche creato qualche contrasto all’interno del centrodestra: il leader di Forza Italia Silvio Berlusconi – che non parteciperà alle consultazioni – si è detto più volte aperto a sostenere un governo del genere, mentre Giorgia Meloni di Fratelli d’Italia chiede da giorni di tenere nuove elezioni, senza sfumature. La posizione di Matteo Salvini e della Lega non è chiarissima, visto che nei giorni scorsi avevano fatto qualche timida apertura a un governo condiviso con altre forze politiche, per poi tornare a chiedere nuove elezioni.