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  • Domenica 15 novembre 2020

Tutte le mappe elettorali americane

Dal 1788 al 2020: mostrano bene come sono cambiati gli Stati Uniti e la loro politica

Una delle cose che rimangono di ogni elezione presidenziale statunitense, tra mille altre, è la mappa: un’immagine che permette di farsi un’idea dello stato della competizione elettorale in un colpo d’occhio. Allo stesso modo, scorrere le mappe delle precedenti elezioni permette di farsi un’idea di come sia cambiato il contesto sociale e politico degli Stati Uniti nel corso degli anni: permette di capire quando è iniziato il predominio Repubblicano al sud e quando quello Democratico sulle due coste, e anzi permette di capire da dove viene il bipartitismo statunitense.

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Scorrendo le mappe ci si imbatte infatti in molti partiti di cui oggi non si ha più traccia, dal partito Federalista a quello Progressista a quello Whig a quello Populista. C’è il partito Democratico-repubblicano, fondato da Jefferson e Madison e di fatto antenato degli attuali partiti Democratico e Repubblicano, e ce ne sono altri che hanno avuto ruoli significativi in pochissime elezioni, a volte una soltanto: il partito Antimassonico nella prima metà dell’Ottocento, il “Free soil party” anti-schiavista e lo xenofobo “Know nothing party” della metà dell’Ottocento, i Dixiecrat della metà del Novecento.

Si scopre la storia di Grover Cleveland, il primo e finora unico presidente statunitense a prestare servizio in due mandati non consecutivi (ha perso la rielezione e si è ricandidato poi, vincendo: viene contato come 22esimo e 24esimo presidente). E si scopre quali sono state in passato le vittorie più larghe mai ottenute: Monroe contro Adams nel 1820, Roosevelt contro Landon nel 1936, Reagan contro Mondale nel 1984, Nixon contro McGovern nel 1972. Insomma, se siete impallinati di politica americana o volete diventarlo, si imparano un sacco di cose. Le mappe vengono tutte da Wikipedia.

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