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  • Mercoledì 15 gennaio 2020

Un dibattito più importante degli altri

I candidati del Partito Democratico statunitense si sono confrontati per l'ultima volta prima dell'inizio delle primarie, e c'è stata un'accesa discussione tra Sanders e Warren

(AP Photo/Patrick Semansky)
(AP Photo/Patrick Semansky)

Stanotte si è tenuto a Des Moines, in Iowa, il settimo dibattito televisivo tra i candidati Democratici alle elezioni presidenziali degli Stati Uniti, previste per il prossimo 3 novembre. Al dibattito hanno partecipato 6 dei 12 candidati ancora in corsa, quelli a cui attualmente i sondaggi danno le maggiori probabilità di vittoria: l’ex vicepresidente Joe Biden, i senatori Bernie Sanders, Elizabeth Warren ed Amy Klobuchar, l’ex sindaco Pete Buttigieg e l’imprenditore miliardario Tom Steyer.

Il dibattito era molto atteso soprattutto perché era l’ultimo prima dell’inizio delle primarie del Partito Democratico con i caucus dell’Iowa, il 3 febbraio, ma anche a causa di una polemica che c’era stata nelle ore precedenti tra Sanders e Warren, i due candidati con le proposte più radicali. Lunedì CNN aveva raccontato che nel dicembre del 2018, durante una discussione privata su chi fosse il miglior candidato possibile per sconfiggere Donald Trump, Sanders avrebbe detto a Warren di non credere che una donna avrebbe mai potuto vincere. La notizia è stata successivamente confermata da Warren, secondo cui durante quella discussione lei aveva detto di credere che una donna avrebbe potuto vincere contro Trump, e che Sanders non fu d’accordo. Sanders aveva successivamente smentito le dichiarazioni di Warren, sostenendo di non aver mai detto che una donna non potrebbe vincere contro Trump.

Questa discussione è stata affrontata nuovamente durante il dibattito, con Warren che ha attaccato ancora Sanders: «Bernie è mio amico, e non sono qui per cercare di litigare con lui», ha detto. «Ma ormai la questione se una donna possa diventare presidente è stata posta, ed è arrivato il momento di affrontarla». Warren ha detto che lei e la senatrice Amy Klobuchar erano le uniche due persone presenti nel dibattito a non aver mai perso un’elezione: «Guardate gli uomini sul palco: insieme hanno perso 10 elezioni. Le uniche persone su questo palco a non aver mai perso una sola elezione sono le donne, Amy e io».

Sanders ha risposto a Warren continuando a negare di aver mai detto di pensare che una donna non possa diventare presidente, dicendo che se una donna vincesse le primarie la sosterrebbe incondizionatamente: «Hillary Clinton ha vinto il voto popolare di tre milioni di voti. Come si può anche solo pensare che una donna non possa diventare presidente degli Stati Uniti?», ha detto Sanders. La discussione tra i due è stata molto accesa nei toni, ed è continuata anche al termine del dibattito, quando le telecamere hanno ripreso Sanders cercare di dare la mano a Warren, con quest’ultima che invece si è rifiutata ed è sembrata piuttosto arrabbiata.

Al di là di questa discussione, il dibattito tra i due si è concentrato su chi fosse il candidato con la base più ampia di elettori. Warren ha concluso il suo appello agli elettori dicendo che il vero pericolo per i Democratici «è che scelgano un candidato che non sia in grado di tenere unito il Partito o qualcuno che dia per scontate grandi parti dell’elettorato democratico». Lo stesso argomento è stato ripetuto anche da Sanders e Biden, con quest’ultimo in particolare che ha detto di essere il candidato con la base più ampia tra tutti quelli presenti nel dibattito.

La capacità di attrarre un’ampia base di elettori è stata al centro del dibattito anche per gli altri candidati, che hanno minori possibilità di vittoria. Klobuchar, senatrice del Minnesota, ha citato come prova della sua forza la capacità avuta di attrarre grandi consensi nel suo stato, sostenendo che ogni suo rivale Repubblicano ha abbandonato la politica dopo aver perso contro di lei. Secondo giornali ed esperti il dibattito di Klobuchar non è stato però particolarmente brillante, e tra i momenti che si sono notati di più ce n’è stato uno in cui, citando i casi di donne Democratiche che hanno battuto candidati Repubblicani, ha dimenticato per un attimo il nome della governatrice del Kansas, Laura Kelly.

Pete Buttigieg, invece, è stato incalzato dalla moderatrice del dibattito sulla sua scarsa capacità di attrarre i consensi degli afroamericani, un fattore fondamentale non solo per provare a vincere le primarie ma poi, soprattutto, in vista delle elezioni vere e proprie. Buttigieg ha risposto dicendo che l’elettorato afroamericano gli ha permesso di essere eletto per due volte sindaco di South Bend, nell’Indiana, e che di recente ha ottenuto anche il sostegno di diversi importanti politici afroamericani, tra cui il deputato del Maryland Anthony Brown e Quentin Hart, sindaco di Waterloo, in Iowa, ma è vero che i suoi consensi tra gli afroamericani sono ancora bassissimi.

Tra gli altri temi dibattuti stanotte ci sono state le tensioni tra Stati Uniti e Iran in seguito all’uccisione del generale Qassem Suleimani. Come già nei giorni scorsi, Sanders ha espresso nuovamente la sua opposizione a un aumento delle tensioni tra i due paesi, rivendicando le sue posizioni pacifiste avute già in passato in occasione dell’intervento militare statunitense in Iraq. Sanders ha poi attaccato Biden, ricordando come invece lui avesse votato a favore della guerra in Iraq: «Joe e io ascoltammo cosa Dick Cheney, George Bush e Donald Rumsfeld avevano da dire. Io pensai che stavano mentendo, mentre Joe la pensò diversamente». Biden ha risposto a Sanders dicendo di essersi pentito di aver votato a favore della guerra, e di riconoscere che sia stato un errore. Biden ha anche però ricordato che da vicepresidente ha fatto tornare in patria migliaia di soldati statunitensi che si trovavano in Medio Oriente.

Un altro argomento toccato dal dibattito è stato il “Medicare for All”, cioè la creazione di un sistema sanitario nazionale che copra tutti e rimpiazzi le assicurazioni private, proposto da Sanders e Warren. Al contrario di Warren, che ha proposto un piano estremamente costoso e che le ha causato nell’ultimo mese un grosso calo di consensi, Sanders non ha spiegato ancora nei dettagli come intenda sostenere economicamente la riforma né quali tasse intenda aumentare nel caso.

Alla fine di quest’ultimo dibattito quello che sembra essere davvero rimasto è la discussione tra Sanders e Warren, che potrebbe aver danneggiato entrambi in un momento così delicato. Secondo gli analisti di Politico chi potrebbe essersene avvantaggiato è Joe Biden, che è già in testa ai sondaggi nazionali e che potrebbe solo guadagnare da un’ulteriore divisione nell’elettorato di Sanders e Warren. Sono andati abbastanza male invece tutti gli altri candidati, in particolare Buttigieg e Klobuchar, da cui ci si attendeva di più in vista del 3 febbraio, e che invece si sono ritrovati ai margini della discussione.