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  • Mercoledì 20 novembre 2019

Il bombardamento israeliano in Siria

Ha riguardato una ventina di obiettivi nella periferia di Damasco e sembra che abbia causato alcuni morti, ma cose simili succedono da mesi

(Ammar Safarjalani/Xinhua via ZUMA Wire)
(Ammar Safarjalani/Xinhua via ZUMA Wire)

Nella notte fra martedì 19 e mercoledì 20 novembre l’esercito israeliano ha attaccato venti obiettivi alla periferia di Damasco, in Siria. Secondo l’Osservatorio siriano dei diritti umani, gruppo attivo nel Regno Unito e considerato vicino ai ribelli, l’attacco ha causato 23 morti e riguardato soprattutto basi militari e campi di addestramento di milizie riconducibili all’Iran, uno dei principali alleati del regime di Assad e il principale avversario di Israele nel Medio Oriente. Israele ha ipotizzato che il bombardamento abbia causato alcuni morti, mentre il regime siriano sostiene che le persone uccise siano state 2.

L’attacco israeliano è avvenuto dopo che martedì quattro razzi erano stati lanciati dalla Siria verso il nord di Israele, secondo l’esercito israeliano dietro indicazione di forze iraniane. Non è la prima volta che fra Israele e Siria avvengono scambi del genere, e per il momento secondo gli osservatori non ci sono indicazioni di un ulteriore aumento delle tensioni.

Tutto è iniziato alle 4.52 di martedì, quando il sistema missilistico difensivo israeliano – il cosiddetto Iron Dome – ha individuato un gruppo di razzi provenienti dalla Siria e fatto scattare l’allarme in diversi paesi vicini al confine. I razzi erano quattro e sono stati intercettati dall’Iron Dome, senza causare danni o feriti. Nella notte fra martedì e mercoledì Israele ha reagito colpendo alcuni paesi nella periferia più esterna di Damasco fra cui alcuni controllate dalle forze Quds (un corpo speciale delle Guardie Rivoluzionarie iraniane). Secondo l’Osservatorio siriano dei diritti umani i bombardamenti avrebbero causato 16 morti fra miliziani non siriani – quindi probabilmente iraniani – e sette siriani. Non è chiaro se insieme ad alcuni obiettivi militari Israele abbia preso di mira anche zone civili.

Attacchi reciproci del genere erano già avvenuti nel maggio del 2018 e a gennaio e settembre di quest’anno. Più in generale, negli ultimi anni Israele ha condotto decine di attacchi contro obiettivi militari iraniani e siriani in Siria, con l’obiettivo di limitare la presenza e l’influenza dell’Iran nel paese e di contrastare l’attività di Hezbollah, gruppo radicale sciita libanese nemico di Israele, alleato dell’Iran e attivo nel paese. Non è chiaro, invece chi abbia lanciato i razzi dalla Siria verso Israele e perché l’abbia fatto: appena due mesi fa, più o meno in quella zona, Hezbollah aveva lanciato alcuni razzi contro una base militare israeliana senza provocare particolari danni o feriti (sembra che l’esercito israeliano finse di avere subito delle perdite per convincere Hezbollah a non intensificare l’attacco).

In questi giorni Israele sta vivendo un periodo particolarmente complicato: pochi giorni fa è stato impegnato in un breve ciclo di attacchi e bombardamenti con una milizia islamista della Striscia di Gaza – che ha causato la morte di più di 30 palestinesi – mentre dal punto di vista politico sembra che a breve si tornerà a votare per la terza volta nel giro di un anno perché i partiti politici non hanno trovato alcun accordo per la formazione di un nuovo governo.