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  • Domenica 3 febbraio 2019

Il governatore della Virginia è nei guai per un vecchio annuario universitario

Perché sembra comparire in una foto che ritrae due giovani, uno con un costume da Ku Klux Klan e uno “in blackface”

Il governatore della Virginia Ralph Northam durante la conferenza stampa con cui ha detto che non si sarebbe dimesso, il 2 febbraio 2019, a Richmond (Alex Edelman/Getty Images)
Il governatore della Virginia Ralph Northam durante la conferenza stampa con cui ha detto che non si sarebbe dimesso, il 2 febbraio 2019, a Richmond (Alex Edelman/Getty Images)

Da venerdì negli Stati Uniti si sta parlando moltissimo del governatore della Virginia, il Democratico Ralph Northam, per via di una fotografia pubblicata in un annuario universitario del 1984 nella pagina a lui dedicata. Mostra una persona travestita da membro del Ku Klux Klan, la famosa organizzazione terroristica di suprematisti bianchi americana, e un uomo bianco con la faccia colorata di nero per impersonare un afroamericano, una pratica che si porta dietro un forte significato razzista ed è ampiamente censurata negli Stati Uniti.

Dopo che l’immagine era stata diffusa dal sito conservatore Big League Politics, Northam ha ammesso di essere una delle due persone ritratte – senza specificare quale delle due – e si è scusato. Gran parte del Partito Democratico ne ha chiesto le dimissioni, ma sabato Northam ha cambiato versione: ha detto che inizialmente si era assunto la responsabilità sulla foto, ma che ha poi ricostruito che non poteva essere una delle due persone ritratte. Ha quindi rifiutato di dimettersi.

Nelle sue scuse iniziali Northam aveva lasciato intendere che si sarebbe dimesso per rispettare le «aspettative che i cittadini della Virginia avevano in mente» quando lo avevano eletto governatore, nel 2017. Sabato, in una conferenza stampa, ha detto che la fotografia è «offensiva, razzista e spregevole» ma di aver deciso di non dimettersi: «Sicuramente non sono io. Lo capisco guardandola», ha detto.

Ha aggiunto di aver parlato con amici e familiari al telefono per scoprire se loro si ricordassero della fotografia o dei travestimenti: nessuno li ricordava e alcuni suoi compagni di corso gli hanno raccontato che anche in altre pagine dell’annuario c’erano fotografie che non corrispondevano al nome indicato. Ha anche detto di non aver mai posseduto una copia dell’annuario né di averlo mai visto prima.

All’inizio, ha detto, si era preso la colpa perché non voleva dare l’impressione di negare che la foto fosse «orrenda». Northam ha aggiunto di capire se non tutti i cittadini della Virginia gli crederanno, ma proseguendo nella sua conferenza stampa ha probabilmente ulteriormente peggiorato la sua situazione: ha infatti raccontato che in un’altra occasione, durante una gara di ballo tenutasi in Texas nel 1984, si era travestivo da Michael Jackson e aveva colorato la propria pelle con del lucido da scarpe.

Nonostante le spiegazioni di Northam tre dei più importanti politici Democratici della Virginia, i senatori Mark R. Warner e Tim Kaine (ex candidato a vicepresidente con Hillary Clinton) e il deputato Robert C. Scott, gli hanno chiesto di dimettersi. Anche la speaker della Camera Nancy Pelosi, l’ex vicepresidente Joe Biden e L. Douglas Wilder, ex governatore della Virginia e primo governatore afroamericano eletto negli Stati Uniti, ne hanno chiesto le dimissioni, così come i deputati e i senatori del Congresso della Virginia e il Legislative Black Caucus della Virginia, l’organizzazione che unisce tutti i politici eletti nelle istituzioni dello stato.

In Virginia, uno degli stati del sud degli Stati Uniti, le controversie sulle discriminazioni degli afroamericani sono particolarmente sentite: fu il primo posto in cui furono portati gli schiavi africani e ancora oggi ci sono controverse statue dedicate a personaggi storici che durante la Guerra civile americana combatterono sul fronte sudista, cioè quello degli stati favorevoli allo schiavismo.

Se alla fine Northam dovesse dimettersi, il suo vice Justin Fairfax, che è afroamericano, prenderebbe il suo posto. Dopo la conferenza stampa di sabato, Fairfax ha diffuso un comunicato in cui si è limitato a dire che «bisogna prendere le decisioni migliori per l’interesse della Virginia». La Costituzione dello stato prevede la possibilità di impeachment per i governatori colpevoli di «abusi di potere, corruzione, incuria nei confronti dei propri doveri o altri gravi crimini o malfatti». Se Northam resterà in carica, la Camera dello stato potrebbe avviare il processo di impeachment: poi, come succede con i presidenti, ci sarebbe un processo davanti al Senato.

Nella conferenza stampa di sabato Northam ha parlato della possibilità di dimettersi solo nel caso in cui «si arrivi al punto in cui non sarò più nelle condizioni per essere efficiente». Dato che sembra aver perso il sostegno di quasi tutti i suoi alleati nelle istituzioni statali, è probabile che questa efficienza verrà a mancare: senza l’appoggio del Partito Democratico è difficile che riesca a portare avanti efficacemente la campagna elettorale per le elezioni parlamentari statali che si terranno in autunno. Oltre ai suoi amici e più stretti collaboratori, solo una persona si è espressa in suo favore ieri: il reverendo battista Kelvin F. Jones, afroamericano, di cui Northam frequenta la parrocchia. Jones, che crede che Northam non sia ritratto nella foto sull’annuario, ha detto: «Non si può distruggere la vita di una persona per una scelta che crediamo abbia fatto».