Cosa fanno i ministri di cui non si parla

Al volo, senza pensarci: come si chiama il ministro degli Esteri? E la ministra del Sud? Cosa fanno, nel frattempo? Breve guida ai ministri di cui ci siamo dimenticati

(ANSA/ETTORE FERRARI)
(ANSA/ETTORE FERRARI)

In questi primi cinque mesi di governo ci siamo abituati a sentire parlare tutti i giorni dei principali ministri del governo Conte (e in alcuni casi ne abbiamo sentito parlare persino un po’ troppo). Il ministro del Lavoro Di Maio e il ministro dell’Interno Salvini, per esempio, sono quasi quotidianamente in televisione, mentre altri, come il ministro della Famiglia Lorenzo Fontana, si sono fatti notare per le loro opinioni molto controverse. Di altri ancora sentiamo parlare per via del loro ruolo e dei contrasti, più o meno sotterranei, che hanno con il resto del governo (il ministro dell’Economia Giovanni Tria è un ottimo esempio di questa categoria). Di molti altri, però, si sente parlare poco o addirittura nulla, così abbiamo deciso di raccogliere le storie principali e le notizie più importanti sugli otto ministri meno noti.

Barbara Lezzi, ministra per il Sud
Barbara Lezzi è ministra senza portafoglio per il Sud. Ha 46 anni ed è originaria della Puglia (è nata a Lequile, in provincia di Lecce). Per sua sfortuna, i suoi primi cinque mesi da ministro si sono distinti soltanto per una serie di gravi sconfitte. La prima è l’accordo sull’ILVA di Taranto, che permetterà alla controversa acciaieria di rimanere aperta nonostante le promesse di chiuderla fatte in campagna elettorale da Lezzi e altri membri del M5S. Ma Lezzi viene toccata ancora più da vicino da un altro accordo, quello sul gasdotto TAP. La ministra, che è anche senatrice del Movimento 5 Stelle, era stata eletta lo scorso 4 marzo proprio nel collegio uninominale dove si trova l’approdo del gasdotto e aveva assicurato che una volta arrivata al governo avrebbe bloccato l’opera. Come ha notato Lidia Baratta su Linkiesta, negli ultimi mesi è sembrato spesso che Lezzi non venisse tenuta in grande considerazione dal resto del governo: quando durante una puntata della trasmissione Porta a Porta le venne domandato del possibile condono per Ischia – che era comparso proprio in quelle ore nel decreto Genova (e che avrebbe dovuto essere materia di sua competenza) – Lezzi disse che non ne sapeva nulla.

Barbara Lezzi, ministra per il Sud (ANSA/Claudio Peri)

Erika Stefani, ministra per gli Affari regionali e le autonomie
La ministra per gli Affari regionali è l’unica donna che la Lega ha portato al governo. Ha 47 anni ed è di origine veneta. Il suo ruolo principale da ministro sarà gestire le richieste di maggiore autonomia previste dall’articolo 116 della Costituzione e formulate l’anno scorso dalle regioni Veneto e Lombardia. Nell’anniversario dei due referendum sull’autonomia dell’ottobre 2017, Stefani ha avuto diversi incontri in Veneto e Lombardia, assicurando più volte che “l’autonomia si farà”. Per il momento si parla della possibilità di approvare un decreto su questo tema entro la fine dell’autunno, ma sui suoi esatti contenuti ci sono ancora poche certezze. Più di recente, Stefani è stata indicata da alcuni giornali come una dei dirigenti leghisti più contrari all’intenzione del Movimento 5 Stelle di bloccare la prescrizione dopo il primo grado di giudizio.

Erika Stefani, ministra per gli Affari regionali e le autonomie (Andrea Ronchini/Pacific Press via ZUMA Wire)

Marco Bussetti, ministro dell’Istruzione
Il ministro dell’Istruzione Marco Bussetti ha 57 anni e in passato è stato un sostenitore della Buona scuola, la riforma dell’istruzione del governo Renzi. Oggi è ritenuto vicino alla Lega e ha difeso la sindaca di Lodi che con una delibera aveva escluso numerosi bambini stranieri dalle mense scolastiche. Bussetti ha già dovuto accettare i tagli imposti alla scuola dalla manovra economica: il governo ha scritto nella Nota di aggiornamento al DEF che il finanziamento al suo ministero subirà un taglio delle risorse pari allo 0,1 per cento del PIL per i prossimi tre anni (cioè 1,7 miliardi di euro l’anno). Nel frattempo è già stato deciso un taglio di 30 milioni di euro. Negli ultimi giorni si è parlato molto di Bussetti poiché il ministro ha rimosso il direttore dell’Agenzia spaziale italiana, Roberto Battiston, il quale ha accusato la decisione di essere “prettamente politica”. Lorenzo Fioramonti, esponente del Movimento 5 Stelle e viceministro dell’Istruzione, ha accusato Bussetti di non averlo informato della decisione.

Marco Bussetti, ministro dell’Istruzione (ANSA/RICCARDO ANTIMIANI)

Alberto Bonisoli, ministro della Cultura
Il ministro della Cultura Alberto Bonisoli ha 57 anni ed è stato indicato dal Movimento 5 Stelle. Per il momento, l’iniziativa che lo ha reso più celebre è stata la decisione di abolire le domeniche gratis al museo, introdotte nel 2014 dal suo predecessore del PD, Dario Franceschini. Bonisoli ha detto che lascerà ai direttori dei musei la libertà di scegliere se prevedere o meno un giorno di entrata gratis. L’anno prossimo il suo ministero continuerà ad erogare il “bonus cultura” da 500 euro ai diciottenni, nonostante le critiche che lo stesso Bonisoli aveva rivolto alla misura. Il fondo che la alimenta però subirà un piccolo taglio da 20 milioni di euro: ammonterà quindi a 270 milioni di euro rispetto ai 290 che gli erano destinati fino al 2018.

Alberto Bonisoli, ministro della Cultura (ANSA/ALESSANDRO DI MARCO)

Gian Marco Centinaio, ministro dell’Agricoltura
Il ministro dell’Agricoltura Gian Marco Centinaio è uno dei dirigenti della Lega più vicini al segretario Matteo Salvini. Prima di essere nominato ministro aveva guidato il gruppo della Lega al Senato, uno degli incarichi parlamentari più delicati e prestigiosi e, secondo i giornali, svolge ancora il ruolo di ingranaggio importante nella macchina parlamentare del partito. Da ministro invece, finora non si è distinto per iniziative particolarmente eclatanti. Ha ribadito l’opposizione del suo partito all’accordo commerciale CETA e ha portato avanti una stretta sui regolamenti per gli affittacamere con l’obiettivo di colpire le strutture che utilizzano piattaforme via internet come Airbnb (Centinaio ha anche la delega al turismo, che non è un vero e proprio ministero autonomo).

Gian Marco Centinaio, ministro dell’Agricoltura (ANSA/Riccardo Antimiani)

Sergio Costa, ministro dell’Ambiente
Il ministro dell’Ambiente è un generale di Brigata dell’Arma dei Carabinieri, ex comandante della Regione Campania dei Carabinieri Forestali, specializzato in indagini ambientali. Il suo momento di maggiore notorietà è arrivato poche settimane fa, quando si è opposto al cosiddetto condono per Ischia, che tecnicamente non è un condono, ma potrebbe avere effetti simili sulle numerose abitazioni abusive costruite nell’isola. Costa ha detto di aver espresso il suo disagio in Consiglio dei ministri, mentre veniva discussa la norma, e ha poi auspicato che il Parlamento intervenga nelle prossime settimane per modificarla.

Costa è poi finito in mezzo a un’altra complicata vicenda: quella degli 800 milioni di euro che la Banca europea degli investimenti (BEI) sta trattando per prestare all’Italia. Questo prestito dovrebbe servire a realizzare opere pubbliche contro il dissesto idrogeologico. Costa ha detto ai giornali di aver bloccato il prestito per ragioni di costo, ma fonti della BEI hanno detto al Post e ad altre testate che in realtà le trattative per la concessione del prestito non si sono mai interrotte.

Sergio Costa, ministro dell’Ambiente (ANSA)

Enzo Moavero Milanesi, ministro degli Esteri
Il ministro degli Esteri Enzo Moavero Milanesi è una delle figure con maggior esperienza tra i ministri del governo Conte. È già stato due volte ministro per gli Affari europei, prima durante il governo Monti, poi durante quello Letta. Oggi si trova in una posizione piuttosto bizzarra: il suo nome è stato sostanzialmente imposto all’attuale governo dal presidente della Repubblica Mattarella come una sorta di “garanzia” che l’Italia non avrebbe abbandonato repentinamente l’attuale quadro di alleanze internazionali. Proprio per questa ragione, però, il suo ruolo è stato molto limitato dai colleghi di governo e buona parte della diplomazia italiana è al momento condotta direttamente dal presidente del Consiglio Conte, dal ministro dell’Interno Salvini e da quello del Lavoro Di Maio. Moavero Milanesi in alcune occasioni ha probabilmente contribuito e non attirarsi le simpatie dei suoi colleghi di governo. All’inizio di ottobre, per esempio, ha ricordato che la Libia non è un «porto sicuro» dove gli stranieri possono essere riportati una volta salvati in mare, un’affermazione invece più volte ribadita dal ministro dell’Interno Salvini.

Enzo Moavero Milanesi, ministro degli Esteri (ANSA/CLAUDIO PERI)

Elisabetta Trenta, ministra della Difesa
La ministra della Difesa Elisabetta Trenta ha 50 anni ed è stata scelta dal Movimento 5 Stelle. Fin dall’inizio del suo mandato ha dimostrato una certa indipendenza dal resto del governo, scontrandosi in particolare con il ministro dell’Interno Salvini. Nel corso dell’estate, per esempio, Trenta ha diverse volte difeso l’autonomia della Marina militare dalle interferenze di Salvini, oltre ad avergli rivolto una serie di critiche piuttosto oblique. Più di recente ha difeso il MUOS, un’installazione militare americana in Sicilia che diversi comitati locali, in passato sostenuti dal Movimento 5 Stelle, vorrebbero chiudere. Trenta ha anche tentato di difendere gli stanziamenti per il suo ministero, ma, stando a quanto dichiarato dal leader del Movimento Luigi Di Maio, ci saranno comunque circa mezzo milione di euro di tagli al bilancio della Difesa nel corso del prossimo anno.

Elisabetta Trenta, ministra della Difesa (ANSA/RICCARDO ANTIMIANI)