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  • Giovedì 1 novembre 2018

Il M5S ha un altro problema, dopo TAP e TAV

Deve decidere se continuare a stare dalla parte di chi vuole chiudere una grossa stazione militare in Sicilia oppure da quella del governo, che vuole tenerla aperta

(ANSA)
(ANSA)

Durante una recente visita elettorale in Sicilia, il ministro dello sviluppo Economico e leader del M5S Luigi Di Maio ha annunciato che nei giorni successivi ci sarebbero state delle «novità» sul caso del MUOS, un sistema di potenti antenne costruito dagli Stati Uniti a Niscemi, in Sicilia, e osteggiato da anni dagli ambientalisti e dalle sezioni locali del Movimento 5 Stelle. Di Maio non ha ancora chiarito quali saranno le novità annunciate, ma secondo gli osservatori il M5S si troverà di nuovo di fronte a un caso simile a quello del gasdotto TAP in Puglia e del progetto TAV in Piemonte: in sostanza, dovrà decidere se dare seguito alle promesse elettorali e smantellare il complesso MUOS, oppure far prevalere il pragmatismo e lasciarlo in attività, come peraltro ha già suggerito di fare il ministero della Difesa.

MUOS sta per Mobile User Objective System e indica un sistema di comunicazione satellitare a livello globale costruito dal dipartimento della Difesa degli Stati Uniti. Funziona con una tecnologia simile a quella degli attuali telefoni cellulari e serve a fornire un supporto per comunicazioni audio, video e per lo scambio di dati ad alta velocità, senza intasare le reti civili. Il sistema prevede una stretta comunicazione fra quattro satelliti in orbita attorno alla terra e quattro stazioni terrestri, come quella di Niscemi.

Le altre stazioni del MUOS si trovano in Australia, alle Hawaii e nello stato americano della Virginia. Ciascuna stazione comprende molte antenne diverse per altezza e funzione. Le antenne di Niscemi sono state finite nel 2014 ma sono state attivate solo nel 2016 al termine di una lunga battaglia legale portata avanti da gruppi di ambientalisti siciliani appoggiati dal M5S, preoccupati dall’impatto dell’impianto sulla salute umana.

Secondo il coordinamento NoMUOS, che raduna i principali gruppi che si oppongono all’impianto, il complesso di Niscemi potrebbe causare tumori e altri danni a causa dell’inquinamento elettromagnetico prodotto dalle antenne. La maggior parte degli studi effettuati prima della costruzione, tra cui quelli dell’Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente siciliana (ARPAS), hanno però concluso che le emissioni rispettano gli attuali limiti di legge per l’inquinamento elettromagnetico. Fra l’altro, non esistono prove scientifiche definitive della relazione tra inquinamento elettromagnetico e tumori. L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha inserito l’inquinamento elettromagnetico tra i fattori “potenzialmente cancerogeni”, una categoria molto ampia che include anche sostanze come il caffè.

In questi anni il M5S ha preso spesso posizione a favore del coordinamento NoMUOS, contestando la legittimità delle autorizzazioni ricevute dal dipartimento della Difesa americano. Durante la campagna elettorale per le ultime regionali in Sicilia, l’attivista Giampiero Trizzino – poi eletto all’assemblea regionale – aveva promesso la revoca delle autorizzazioni in caso di vittoria. È passato praticamente un anno: il M5S ha perso le elezioni siciliane ma ha vinto quelle nazionali ed è andato al governo insieme alla Lega. Una settimana fa il coordinamento NoMUOS lo ha accusato di non aver «mosso un dito», da quando è al governo, per smantellare il MUOS, «in piena continuità col governo precedente».

In Sicilia si è tornati a parlare del caso anche perché il 14 novembre il Consiglio di giustizia amministrativa per la Regione Sicilia, il massimo organo regionale della giustizia amministrativa, discuterà se confermare o meno una sentenza emessa dallo stesso Consiglio nel 2016, che di fatto aveva sbloccato l’attività delle antenne.

La posizione del ministero della Difesa, contenuta in un documento presentato il 12 ottobre dall’Avvocatura dello Stato, è che le autorizzazioni non debbano essere revocate perché fra le altre cose «le censure riguardanti la presunta violazione del regolamento della riserva naturale orientata “sughereto di Niscemi” sono destituite di fondamento»: in sostanza, il governo guidato dal M5S sostiene che un’opera osteggiata da anni dal M5S locale non violi i vincoli ambientali stabiliti dalla legge.

Repubblica scrive che dopo la presa di posizione del governo il deputato regionale Trizzino abbia chiamato Di Maio chiedendogli di cambiare posizione. «Ho chiesto un intervento, è indubbio che non si possono mettere in discussione cinque anni di lotta contro il Muos», ha detto a Repubblica.

In un post su Facebook pubblicato ieri, il coordinamento NoMUOS sostiene che quella di Di Maio sia stata una «non-presa di posizione» e che al massimo si attende che il governo cambi la propria posizione di fronte al Consiglio di giustizia amministrativa, senza schierarsi apertamente per lo smantellamento dell’impianto: «Lo smantellamento del Muos e delle 46 antenne è l’unica novità possibile, il resto è tatticismo politichese e non sappiamo che farcene», si legge alla fine del post.