• Mondo
  • Giovedì 11 ottobre 2018

La Macedonia come non ve l’hanno mai raccontata

Lo storico referendum per cambiare nome al paese e tutto quello che ci stava dietro, nella seconda puntata del podcast di Konrad

Una manifestazione nazionalista nel centro di Skopje la sera del referendum, 30 settembre 2018 (AP Photo/Thanassis Stavrakis)
Una manifestazione nazionalista nel centro di Skopje la sera del referendum, 30 settembre 2018 (AP Photo/Thanassis Stavrakis)

Dieci giorni fa in Macedonia si è tenuto un importante referendum per confermare uno storico accordo con la Grecia e l’avvicinamento all’Europa voluto dal governo di centrosinistra. Il risultato è stato abbastanza sorprendente: a differenza di quanto avevano previsto gli osservatori internazionali, il referendum non ha raggiunto il quorum e con tutta probabilità costringerà il governo alle dimissioni. La redazione di Konrad, la sezione di cose europee del Post, è stata a Skopje a seguire il voto e ha raccontato cosa ha visto nella seconda puntata del podcast di Konrad, con storie e interviste che non troverete altrove. La trovate qui sotto, oppure su iTunes o Spotify. Qui invece potete recuperare la prima puntata.

Konrad è una sezione sul Post, una newsletter un podcast, che esce più o meno una volta al mese, nei giorni successivi alle plenarie del Parlamento Europeo. Sono le occasioni in cui gli europarlamentari discutono e approvano le leggi più importanti; in ogni puntata vi proporremo la storia più interessante e concreta di cui si è parlato in quei giorni, o un evento legato al dibattito che ci ha colpito particolarmente.

***

Il progetto Konrad è stato cofinanziato dall’Unione europea nel quadro del programma di sovvenzioni del Parlamento europeo nell’ambito della comunicazione. Il Parlamento europeo non ha partecipato alla sua preparazione e non è in alcun modo responsabile delle informazioni o dei punti di vista espressi nel quadro del progetto, né si considera da essi vincolato. Gli autori, le persone intervistate, gli editori o i distributori del programma ne sono gli unici responsabili, conformemente al diritto applicabile. Inoltre il Parlamento europeo non può essere ritenuto responsabile di eventuali danni diretti o indiretti derivanti dalla realizzazione del progetto.