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  • Venerdì 16 marzo 2018

Il primo ministro slovacco si è dimesso

Robert Fico era criticato da settimane per alcuni fatti legati all'omicidio del giornalista investigativo Ján Kuciak, che stava indagando sulla 'ndrangheta in Slovacchia

Robert Fico (Martin Baumann/TASR via AP)
Robert Fico (Martin Baumann/TASR via AP)

Il primo ministro slovacco Robert Fico si è ufficialmente dimesso ieri per alcuni fatti legati all’uccisione del giornalista investigativo Ján Kuciak e della sua fidanzata, meno di tre settimane fa. Secondo le ricostruzioni fatte finora, Kuciak sarebbe stato ucciso per le inchieste che stava conducendo sugli affari della ‘ndrangheta calabrese in Slovacchia, e sui legami tra criminalità organizzata e persone vicine a membri del governo. Le dimissioni nei giorni scorsi di due stretti collaboratori di Fico, finiti nell’inchiesta di Kuciak, avevano provocato enormi proteste e messo sotto pressione il governo slovacco. Quattro giorni fa si era dimesso il ministro degli Interni Robert Kalinak. Due giorni fa uno dei quattro partiti che formano la coalizione di governo, Most-Hid, aveva detto che se non ci fosse stato un rimpasto avrebbe chiesto di andare ad elezioni anticipate. Fico aveva così annunciato le sue dimissioni.

Ieri il presidente slovacco Andrej Kiska ha formalmente accettato le dimissioni e ha dato l’incarico di formare un nuovo governo al vice primo ministro Peter Pellegrini, esponente del partito Direzione-Socialdemocrazia, lo stesso di Fico.

Fico, 53 anni, ha governato la Slovacchia durante 10 degli ultimi 12 anni. In una conferenza stampa tenuta ieri a Bratislava, la capitale, ha detto di non avere intenzione di lasciare la politica e di voler continuare a fare il leader del suo partito. Dopo l’omicidio di Kuciak, la sua posizione a capo del governo era diventata però sempre più complicata: non solo per il coinvolgimento dei suoi stretti collaboratori nelle inchieste giornalistiche ma anche per i suoi attacchi al presidente Kiska. All’inizio di marzo, infatti, Fico aveva cominciato a parlare con toni difensivi e complottisti: per esempio aveva accusato Kiska di essere d’accordo con il miliardario ungherese George Soros per far cadere il governo (Soros è un miliardario e filantropo che per la sua attività politica è diventato lo spauracchio di tutti i complottisti di destra, ma non solo).

Intanto le indagini sull’uccisione di Kuciak e della sua fidanzata, la 27enne Martina Kušnírová, stanno proseguendo. All’inizio di marzo la polizia aveva fatto diverse perquisizioni e aveva arrestato sette persone – tutte di origine italiana – che poco dopo erano state rilasciate. Pochi giorni fa è stato arrestato per traffico di droga Antonino Vadalà, imprenditore italiano finito nelle inchieste di Kuciak e già fermato dalla polizia per l’omicidio del giornalista: l’arresto è avvenuto sulla base di un mandato di cattura europeo e non sembra legato al caso Kuciak.