I programmi dei grandi partiti, spiegati

Guida sintetica per indecisi: chi promette cosa e con quali costi

Mancano quattro giorni alle elezioni politiche del 4 marzo e per chi non sa ancora chi votare abbiamo preparato una guida ai programma dei tre principali schieramenti in corsa il 4 marzo, quelli che – comunque vadano le elezioni – hanno qualche possibilità di diventare la forza di maggioranza relativa del prossimo governo: salvo clamorose sorprese nessuna maggioranza sarà possibile senza il coinvolgimento di almeno un soggetto tra centrodestra, Partito Democratico e Movimento 5 Stelle, che di quella eventuale maggioranza saranno sicuramente la parte più grande e influente.

Abbiamo spiegato cosa promettono questi schieramenti su sei temi importanti: tasse, assistenza e pensioni, immigrazione, sicurezza, Europa e scuola. Nel complesso, i programmi politici presentati quest’anno sono ancora più spregiudicati del solito: promettono decine di miliardi di euro sotto forma di vari interventi economici, ma faticano a spiegare dove trovare i soldi. Il costo dei programmi è stato comparato dall’Osservatorio conti pubblici dell’Università Cattolica, diretto dall’ex commissario alla spending review Carlo Cottarelli. Chi vuole leggere i programmi integrali, invece, li trova qui.

Tasse

Partito Democratico
Come negli ultimi anni di governo, il programma del Partito Democratico punta molto sul taglio delle imposte. Al primo punto della sintesi in cento punti del suo programma, il PD promette di estendere il bonus mensile di 80 euro anche alle famiglie, sotto forma di una detrazione IRPEF per ogni figlio a carico fino a un massimo di 240 euro. Il PD propone anche di estendere il bonus ai lavoratori con partita IVA: una novità potenzialmente importante, visto che i precedenti interventi erano destinati solo ai lavoratori dipendenti. Il PD promette di tagliare l’IRES, la principale tassa sulle società, dal 24 al 22 per cento e di aumentare la possibilità di detrarre l’IMU per professionisti, artigiani e commercianti. Tra le politiche fiscali più importanti, l’ultima è la promessa di ridurre il cuneo contributivo, cioè la parte dello stipendio dei lavoratori dipendenti che va a pagare i contributi pensionistici. L’obiettivo è portare il cuneo per i lavoratori a tempo indeterminato dal 33 al 29 per cento.

Centrodestra
Come spesso succede, il taglio delle imposte è la colonna portante del programma di centrodestra. A causa dei dissidi interni alla coalizione, principalmente tra Lega e Forza Italia, anche su un tema così importante però il programma è molto vago. Sappiamo che la proposta principale è la sostituzione dell’IRPEF con una flat tax, ma non conosciamo altri dettagli. Secondo la Lega, infatti, questa tassa dovrebbe avere un’aliquota del 15 per cento, Forza Italia invece ritiene questo livello insostenibile e propone un’aliquota al 23 per cento. In ogni caso questa misura porterebbe un cospicuo taglio di tasse soprattutto ai contribuenti più ricchi. Il programma prevede anche un ulteriore elenco di tagli, soprattutto a vantaggio di categorie benestanti: eliminazione di tutte le imposte di successione, sulla casa, sull’automobile e “sui risparmi” (anche se quasi nessuno ha chiaro cosa significhi esattamente “risparmi” in questo contesto).

Il centrodestra propone anche un condono fiscale: il programma lo definisce “pace fiscale”, ma dalle dichiarazioni politiche di Silvio Berlusconi e di Matteo Salvini sembra chiaro che il centrodestra abbia intenzione di dare la possibilità a chi ha pendenze con il fisco di uscirne pagando soltanto una percentuale di quanto dovuto. Anche qui però le posizioni dei vari alleati sono molto diverse, con Lega e Fratelli d’Italia che appaiono più scettici sulle esatte dimensioni del futuro condono. Infine, punto su cui tutta la coalizione sembra d’accordo, il centrodestra propone di indebolire i poteri dell’Agenzia delle Entrate nel perseguire gli evasori in sede giudiziaria tramite una riforma del contenzioso tributario.

Movimento 5 Stelle
Il programma fiscale del Movimento 5 Stelle è un incrocio tra quello del PD e quello del centrodestra. Nei 20 punti riassuntivi presentati da Luigi Di Maio si parla di una riduzione dell’IRPEF che avverrà espandendo l’attuale sistema del bonus da 80 euro – che il M5S promette di conservare nonostante lo abbia molto contestato, così come le altre forze di opposizione – e di riduzione dell’IRAP pagata dalle imprese e del cuneo contributivo. Ma si parla anche, come fa il centrodestra, di rendere meno aggressiva la lotta agli evasori fiscali, di eliminare Equitalia e riformare il contenzioso tributario. Soprattutto quest’ultima parte del programma è una novità degli ultimi anni, quando il Movimento ha cercato di aumentare il suo consenso tra i ceti produttivi del Nord, ed è invece molto distante dai primi programmi del Movimento, che era uno dei partiti più severi con gli evasori fiscali.

Assistenza e pensioni

Partito Democratico
Il programma del Partito Democratico non offre moltissimo ai pensionati, almeno non direttamente. Nel corso del 2017 il segretario Renzi aveva più volte parlato della possibilità di estendere il bonus da 80 euro anche ai pensionati, ma di questo piano nel programma non c’è traccia. La promessa principale su questo fronte riguarda invece chi in pensione deve ancora andarci. Il PD infatti vuole creare un nuovo strumento previdenziale, la “pensione di garanzia”: una pensione minima da 750 euro al mese per tutti coloro che al compimento dell’età per ottenere la pensione di anzianità avranno maturato almeno 20 anni di contributi. La pensione sarà integrata di altri 15 euro per ogni anno di contributi versati oltre ai primi 20, fino a un massimo di mille euro. Questa misura servirà a garantire una pensione sostanziosa anche a coloro che hanno avuto carriere lavorative discontinue e che, con i normali metodi di calcolo, avrebbero diritto soltanto a una pensione sociale di circa 500 euro. Il PD propone anche di raddoppiare la dotazione di fondi del REI, il reddito di inclusione, un’importante misura di lotta alla povertà introdotta nell’ultimo anno dal governo Gentiloni.

Centrodestra
Le pensioni sono un altro tema che divide il centrodestra, e su cui il programma è necessariamente vago. Il programma del centrodestra propone un bellicoso “azzeramento della legge Fornero” e la sua sostituzione con una non meglio precisata nuova riforma. Nella pratica Forza Italia si è mostrata molto tiepida sulla possibilità di intervenire significativamente sulla riforma delle pensioni – che peraltro aveva votato – e Berlusconi ha detto chiaramente di non apprezzare molto la parola “azzerare”. I dirigenti di Forza Italia hanno spesso parlato di un generico “superamento” della riforma e di “eliminare le ingiustizie della legge” senza mettere in difficoltà i conti pubblici. La Lega invece sembra avere intenzioni più determinate e il segretario Salvini parla spesso della necessità di eliminare completamente la legge Fornero, sostituendola con norme che permettano di andare in pensione intorno ai 60 anni. Il centrodestra promette anche di aumentare le pensioni minime e di “dare una pensione alle mamme”, qualsiasi cosa significhi (non ci sono dettagli).

Movimento 5 Stelle
È sull’assistenza che il Movimento ha la sua proposta più forte e famosa: l’introduzione di quello che chiamano un “reddito di cittadinanza”, ma che in realtà è un reddito minimo garantito molto simile all’attuale REI. Significa garantire un sussidio di circa mille euro a persona a chi non ha un lavoro e lo sta attivamente cercando (l’erogazione del sussidio sarà infatti vincolata a percorsi di formazione e all’accettazione delle proposte di lavoro dei centri per l’impiego). È la proposta più costosa dell’intero programma, stimata da alcuni economisti in circa 30 miliardi di euro all’anno (e per questo molto difficile da finanziare). Le pensioni invece non ricevono un grosso spazio nei 20 punti del programma. Si parla in maniera molto generica di “superamento” della riforma Fornero, ma non vengono fornite informazioni precise. Il Movimento promette anche di alzare le pensioni minime dagli attuali 500 euro a 780. La scarsità di proposte su questo fronte non stupisce, considerato che la base elettorale del Movimento 5 Stelle è la più giovane tra i partiti principali e che i pensionati storicamente votano soprattutto per il PD e per Forza Italia.

Immigrazione

Partito Democratico
L’immigrazione non è uno dei punti forti del Partito Democratico e questo emerge chiaramente dal programma, dove la parola compare meno di una decina di volte. La strategia del PD si articola intorno a un punto: aumentare il contributo del resto dell’Unione Europea alla gestione dei flussi migratori. Secondo il PD questo obiettivo può essere raggiunto in due modi. Il primo: modificando il Trattato di Dublino, che impone di esaminare le domande di protezione internazionale nel primo paese europeo dove arrivano i richiedenti asilo. Il secondo: creando un meccanismo per cui a quei paesi che rifiutano di accogliere la loro quota di migranti siano tagliati i fondi europei. Nel programma non compare alcun accenno alle attività che il governo guidato dal PD ha intrapreso nel corso dell’ultimo anno con il ministro dell’Interno Marco Minniti, cioè una maggiore collaborazione con i paesi africani per bloccare gli arrivi di migranti e un rinnovato sforzo nei rimpatri degli immigrati che si trovano illegalmente nel nostro paese.

Centrodestra
L’immigrazione è uno dei temi forti del centrodestra che, proprio per questa ragione, non ha bisogno di proporre politiche particolarmente elaborate nei suoi programmi per risultare credibile su questo tema. I punti principali sono pochi e chiari: rimpatrio di tutte le persone illegalmente residenti nel nostro paese, aumento dei controlli sulle frontiere e rafforzamento dei respingimenti. Berlusconi ha spesso parlato anche della creazione di un “piano Marshall” per l’Africa, cioè l’investimento di risorse economiche nei paesi di origine dei migranti per ridurre il loro numero alla radice. Queste promesse generiche segnalano la strada che il centrodestra intende percorrere, più che le singole politiche che saranno adottate (rimpatri ed espulsioni, ad esempio, sono resi complicati dal fatto che alcuni paesi si rifiutano di sottoscrivere accordi con l’Italia e continueranno a farlo anche nel prevedibile futuro). L’unica proposta specifica e concreta è l’abolizione della cosiddetta “protezione umanitaria”, una forma di protezione accordata ai richiedenti asilo che esiste in pochi paesi oltre all’Italia e che in genere viene destinata a chi non ha diritto alle due principali forme di protezione previste dai trattati internazionali: l’asilo politico e la protezione sussidiaria.

Movimento 5 Stelle
Anche sull’immigrazione il Movimento 5 Stelle rimane abbastanza generico. Come il centrodestra, anche il Movimento promette di lavorare per rendere più semplici i rimpatri degli immigrati illegalmente residenti in Italia stipulando nuovi accordi con i paesi d’origine. L’altra proposta, più originale e realizzabile, prevede di assumere 10 mila nuovi impiegati per rendere più rapido il lavoro delle commissioni che oggi si occupano di decidere sulle richieste di asilo e di protezione internazionale.

Sicurezza

Partito Democatico
Come l’immigrazione, anche la sicurezza non è uno dei punti a cui il programma del PD dedica più spazio. Nel programma viene proposto di assumere 10 mila nuovi agenti di polizia, carabinieri, agenti della guardia di finanza e vigili del fuoco, oltre a finanziare l’installazione di 50 mila nuove telecamere in tutto il territorio nazionale. Più in generale il PD propone di chiedere all’Unione Europea l’eliminazione dai parametri fiscali della spesa per “cultura” e per sicurezza, in modo da poter finanziare in deficit queste spese, senza tenere conto dei vincoli di bilancio.

Centrodestra
La sicurezza è invece è uno dei temi forti del centrodestra, che però non parla di assumere nuovi poliziotti e carabinieri, come fanno Movimento 5 Stelle e PD, ma promette di aumentare gli stipendi di quelli già assunti. Il programma ripropone anche il vecchio punto del “poliziotto di quartiere”, un’idea presente in quasi tutti i programmi di Berlusconi dal 2001 a oggi, e un maggior impiego dell’esercito nel pattugliamento delle strade. Il centrodestra promette anche di cambiare le norme sulla legittima difesa, ritenute al momento troppo stringenti. Il punto programmatico recita “Introduzione del principio che la difesa è sempre legittima”, che però non dice nulla su come nel concreto la legge sarà cambiata. Il centrodestra annuncia anche che intende inasprire le pene per chi fa violenza contro i pubblici ufficiali e che vuole “revisionare” il reato di tortura.

Movimento 5 Stelle
La proposta principale è molto simile a quella del PD: assunzione di 10 mila nuovi poliziotti e carabinieri. I reati che sembrano preoccupare di più gli autori del programma del Movimento, però, non sono quelli che destano maggiore allarme sociale, come furti e rapine, ma quelli dei cosiddetti “colletti bianchi”, cioè reati finanziari e corruttivi. Nel programma viene dedicato molto spazio alla lotta alla corruzione e al crimine organizzato. Il Movimento promette norme più severe contro il voto di scambio, una riduzione dei termini di prescrizione per i reati finanziari, più libertà di intercettare telefonate e l’introduzione di agenti sotto copertura per provocare i potenziali impiegati pubblici corrotti.

Europa

Partito Democratico
Il Partito Democratico è a favore della permanenza dell’Italia nell’euro e per un rapporto collaborativo con l’Europa. Negli ultimi anni, le relazioni tra il governo italiano e le strutture dell’Unione Europea sono spesso state altalenanti, con alcuni momenti di scontro particolarmente duro. In generale però il PD non promette né sembra avere intenzione di cambiare molto gli attuali rapporti. In generale, il PD scrive nel suo programma che il suo obiettivo è una maggiore integrazione europea, con la creazione di “ministro delle Finanze europeo”, l’introduzione nel Parlamento di seggi “transnazionali”, cioè eletti collettivamente da tutti i cittadini dell’Unione, l’elezione diretta del presidente della Commissione e la creazione di Eurobond, cioè titoli di debito garantiti collettivamente dall’Unione. Il PD propone anche di rafforzare l’aspetto sociale dell’attuale Unione, un vecchio obiettivo dei partiti socialdemocratici, per esempio tramite l’introduzione di un sussidio di disoccupazione raccolto e distribuito a livello europeo.

Sono obiettivi molto ambiziosi e, in parte, in contrasto con i desideri e le aspettative di molti italiani, compresi numerosi attivisti e dirigenti del PD. Ad esempio, la maggior integrazione europea, tramite la creazione di un ministero delle Finanze comune, significherebbe una maggior ingerenza dell’Unione nella politica di bilancio dei singoli stati, compresa l’Italia. È una proposta, quindi, che rischia di entrare in contrasto con altri impegni del PD, per esempio quello che propone il rilassamento delle regole di bilancio in modo da permettere anche a paesi molto indebitati come l’Italia di raggiungere un deficit del 3 per cento in rapporto al PIL.

Centrodestra
L’Europa è probabilmente il tema su cui il centrodestra è più diviso e in difficoltà. L’elenco di punti programmatici è infatti particolarmente vago: viene proposto il “no alle politiche di austerità” e alle “regolamentazioni eccessive che ostacolano lo sviluppo”, ma non si capisce quali siano e come vadano cambiate. Stessa cosa per il punto “revisione dei trattati europei”. Quello che è sicuro è che, a differenza del PD, il centrodestra non è favorevole nemmeno sulla carta a una maggiore integrazione e vorrebbe invece una minore ingerenza delle autorità europee negli affari italiani. Ma nelle sue critiche all’Europa Berlusconi è sempre rimasto moderato e negli ultimi mesi si è impegnato molto per mostrarsi un legittimo membro del Partito Popolare Europeo, distante dalle posizioni euroscettiche più estreme. Anche Salvini ha in parte moderato la sua posizione, ma il suo atteggiamento rimane comunque ancora molto distante da quello di Berlusconi. Salvini, per esempio, ha candidato nelle sue liste Alberto Bagnai e Claudio Borghi, due dei più forti sostenitori dell’uscita dell’Italia dall’euro. Lui stesso non ha mai rinnegato la sua richiesta di uscita dalla moneta unica, anche se ha sostanzialmente smesso di parlarne in pubblico.

Movimento 5 Stelle
Nei 20 punti del programma del Movimento 5 Stelle non viene fatto nemmeno un accenno ai temi che riguardano l’UE. È noto che il Movimento ha una posizione tendenzialmente euroscettica, più vicina a quella del centrodestra che a quella del Partito Democratico. Nel corso dell’ultimo anno, però, la necessità di riformare i trattati europei è sostanzialmente scomparsa dalla retorica dei suoi dirigenti. Il risultato è che oggi il Movimento ha una posizione confusa su punti importanti come l’uscita dall’euro e sembra non sembra voler prendere impegni nel corso della campagna elettorale, accontentandosi di lasciar cadere il tema per il momento, nella probabile attesa di scoprire in futuro quale sarà l’atteggiamento dell’opinione pubblica.

Scuola

Partito Democratico
Per quanto riguarda la scuola, la filosofia contenuta nel programma del PD è avvicinare sempre di più gli istituti scolastici al mondo del lavoro. Per raggiungere questo obiettivo, il PD promette di aumentare il numero degli iscritti agli istituti tecnici di formazione (ITS), portandoli a centomila dagli attuali novemila. Per quanto riguarda la scuola, questo è l’unico obiettivo che ha trovato spazio nella sintesi dei cento punti, insieme alla promessa di “combattere la burocrazia scolastica”, riducendo il tempo che presidi e insegnanti trascorrono a compilare moduli e altre pratiche. Nel programma completo si trovano altri accenni a cultura e scuola, ma sono comunque di una parte molto ridotta: circa cinque pagine e mezzo su un documento che ne conta più di 40. Il PD promette di aumentare gli investimenti nell’università, senza però specificare una cifra. La strategia perseguita sulla ricerca sembra quella già percorsa in precedenza: puntare su centri di eccellenza dove ci sia collaborazione tra pubblico e privato. Il programma propone di creare un secondo di questi centri a Napoli, dopo lo Human Technopole in costruzione a Milano.

Centrodestra
La scuola non è mai stata uno dei temi forti del centrodestra e questa debolezza emerge anche nel programma, che si limita sostanzialmente a un elenco di buone intenzioni: riformare “anomalie e storture” della Buona scuola, la riforma voluta dal governo Renzi, senza però specificare quali siano; “sostegno all’aggiornamento e meritocrazia” e “rilancio dell’Università italiana”. L’unico punto chiaro che emerge dall’elenco è la preferenza del centrodestra per un’istruzione mista pubblico-privata, da ottenere tramite incentivi alle scuole private.

Movimento 5 Stelle
La scuola non è mai stata una priorità del Movimento 5 Stelle e il suo sintetico programma di 20 punti sembra confermarlo: le parole “scuola” e “università” non compaiono nemmeno una volta. Ma nei programmi ufficiali disponibili sul sito si trovano alcune proposte, anche piuttosto dirompenti. Per esempio il Movimento propone l’abolizione dei finanziamenti alle scuole paritarie, cioè agli istituti privati: una posizione nettamente in contrasto con quella del centrodestra e molto più radicale anche di quella del PD.