Il caso di Andrea Soldi, morto dopo un TSO

La storia di un uomo malato di schizofrenia e morto dopo un ricovero forzato è arrivata forse a una piccola svolta

Una foto di Andrea Soldi (ANSA/ ALESSANDRO DI MARCO)
Una foto di Andrea Soldi (ANSA/ ALESSANDRO DI MARCO)

Da giorni sui quotidiani italiani si parla del caso di Andrea Soldi, un 45enne di Torino morto il 5 agosto in seguito a una procedura di Trattamento Sanitario Obbligatorio (TSO). Soldi era malato di schizofrenia e da mesi aveva interrotto le cure: suo padre, a quel punto, aveva richiesto alle autorità di eseguire un TSO, cioè un prelievo “forzato” di un paziente che soffre di malattia mentale che per qualche ragione rifiuta di curarsi, causando un pericolo per la sicurezza proprie e delle altre persone. Da settimane diversi testimoni che hanno assistito al TSO di Soldi hanno raccontato che è stato eseguito in maniera eccessivamente rude, mentre i tre vigili urbani che l’hanno eseguito si sono difesi spiegando di avere agito nel rispetto delle procedure.

Giovedì 13 agosto, però, c’è stato un nuovo sviluppo: diversi giornali hanno pubblicato la trascrizione di una telefonata avvenuta fra l’autista dell’ambulanza che ha trasportato Soldi in ospedale durante il TSO e il centralino del 118, che sembra confermare le critiche. Nella telefonata, infatti, l’autista definisce il TSO nei confronti di Soldi «un po’ invasivo» e che i vigili urbani responsabili «lo hanno fatto un po’ soffocare». Sulla morte di Soldi stanno indagando la procura e i NAS di Torino: i tre vigili e lo psichiatra responsabili del TSO eseguito il 5 agosto sono attualmente indagati dalla procura di Torino per omicidio colposo. Il ministro della Salute Beatrice Lorenzin ha inviato degli ispettori ministeriali per stendere una relazione sul caso. Fra le altre cose, il caso di soldi ha sollevato un nuovo dibattito sulla legittimità e le procedure del TSO, giudicate da tempo eccessivamente dure da esperti in materia: il senatore del PD ed esperto di diritti umani Luigi Manconi ha detto che «la morte di Andrea Soldi dimostra che il TSO si sta trasformando in una sorta di mandato di cattura».

Dall’inizio
Andrea Soldi aveva 45 anni e viveva a Torino. Secondo quanto raccontato dalla sorella Maria Cristina Soldi a Repubblica, dal 1991 era malato di schizofrenia, una malattia psichiatrica che danneggia molto duramente le capacità cognitive e relazionali di chi ne soffre. Fino ai primi anni Duemila, Soldi lavorava nell’azienda di suo padre e seguiva una squadra di calcio di ragazzi del quartiere. Negli ultimi anni però, sempre secondo la sorella, le sue condizioni erano peggiorate: Soldi passava le giornate in casa propria oppure su una panchina del parco di Piazza Umbria, che si trova a nordovest del centro di Torino. Secondo diverse persone che lo conoscevano, Soldi non era una persona violenta: frequentava spesso un bar della zona e giocava all’aperto con alcuni bambini. Secondo la Stampa, i problemi causati dalla schizofrenia si limitavano a renderlo apatico e fargli «trascurare la propria igiene personale».

Negli ultimi anni Soldi aveva spesso interrotto le cure ed era stato interessato da cinque interventi di TSO (che devono essere richiesti da due medici e approvati dal sindaco o dall’assessore competente). Un nuovo intervento era stato richiesto alcune settimane fa da suo padre, che ha 80 anni e che secondo la sorella aveva molte difficoltà a gestire la condizione di Soldi. Nel primo pomeriggio del 5 agosto, tre vigili urbani dei Nucleo dei Progetti e Servizi Mirati di Torino, uno psichiatra e un infermiere sono intervenuti per eseguire un TSO su Soldi, che si trovava al parco di Piazza Umbria. Diversi testimoni hanno raccontato che Soldi ha rifiutato l’intervento e che di conseguenza è stato trascinato a forza all’interno di un ambulanza. Un’amica di Soldi che ha detto di avere assistito al TSO ha raccontato così a Repubblica quei minuti:

Uno gli è andato dietro, l’ha preso per il collo, finché è diventato nero. La lingua gli usciva dalla bocca. Dopo qualche minuto è caduto giù, buttato giù vicino alla panchina. Gli hanno messo le mani col braccialetto [manette], come si mette per la galera. È arrivata l’ambulanza, e l’hanno messo a faccia in giù.

Il Corriere della Sera ha raccolto un’altra testimonianza di una donna che ha assistito alla scena, che ha spiegato che «l’hanno caricato sulla lettiga che non si muoveva più, dopo averlo tenuto per terra a faccia in giù e ammanettato con le braccia dietro la schiena». Il marito della donna, un ex carabiniere in pensione, secondo il Corriere della Sera durante il TSO ha urlato dal suo balcone: «Smettetela! Così lo ammazzate». Più tardi, ha detto al Corriere che «non si trattano così nemmeno le bestie da portare al macello». Repubblica ha scritto che «decine di testimoni avevano raccontato di aver visto uno dei tre vigili stringergli a lungo il braccio intorno al collo per ammanettarlo». La tesi dell’avvocato che difende i tre vigili, invece, è che la procedura sia stata eseguita in maniera corretta e resa necessaria dal fisico di Soldi (che pesava circa 120 chili). Il loro avvocato, inoltre, ha negato che i tre vigili abbiano preso Soldi per i collo. Uno dei tre vigili responsabili del TSO ha detto alla Stampa: «Posso affermare che io e i miei colleghi abbiamo agito nel rispetto delle regole, ma soprattutto nel rispetto della persona umana. Confidiamo che la magistratura accerterà la correttezza del nostro operato».

La telefonata dell’autista dell’ambulanza al centralino del 118, però, aggiunge diversi particolari che fanno pensare a un’esecuzione parecchio violenta del TSO. Scrive il Corriere della Sera:

«È stato un po’ invasivo…» dice il ragazzo alla centralista del 118, la dottoressa con cui era già in contatto dall’inizio dell’operazione. Il riferimento è alla manovra di contenimento con cui i tre vigili hanno immobilizzato Andrea Soldi, prelevandolo dalla panchina su cui era seduto e ammanettandolo. «Lo hanno preso al collo… lo hanno fatto un po’ soffocare» sottolinea il testimone, che a un certo punto rivela: «Mi hanno detto di caricarlo, ma siccome aveva le manette ed era a pancia in giù non volevo farlo e ho detto di no. Ma loro me l’hanno ordinato e io l’ho lasciato così, a pancia in giù».

Una versione parzialmente diversa della trascrizione della telefonata, pubblicata da Repubblica, suggerisce che a ordinare che Soldi venisse lasciato a testa in giù sia stato lo psichiatra presente durante il TSO. Soldi è arrivato all’ospedale Maria Vittoria di Torino in crisi respiratoria ed è morto poco dopo.

Dall’autopsia, i cui primi risultati sono stati resi noti lunedì, si è ricavato però che Soldi non è morto per asfissia ma per uno «choc da compressione latero-laterale», chiamato semplicemente “infarto” dai giornali. Secondo l’avvocato dei tre vigili, la notizia conferma che Soldi non è stato preso per il collo durante il TSO. Secondo l’avvocato della famiglia Soldi e diversi giornali, però, i risultati dell’autopsia e la testimonianza dell’autista dell’ambulanza confermano che Soldi è stato trattato in maniera troppo violenta: scrive RaiNews che la stessa autopsia indica che Soldi poteva essere curato con un intervento di rianimazione già sull’ambulanza, ma che questo era di fatto impedito dal fatto che si trovava ammanettato e a pancia in giù. Nei prossimi giorni saranno comunque disponibili i risultati di nuovi esami effettuati sul corpo di Soldi.

Il TSO è previsto per legge dal 1978 ma è da anni oggetto di dibattito perché ritenuto poco regolamentato: nel 2013 in Italia ne sono stati eseguiti 9.021, dei quali più di un terzo su pazienti affetti da schizofrenia. Luigi Manconi ha detto che 2015 già in tre casi (compreso quello di Soldi) i pazienti interessati da TSO sono morti in seguito alla procedura, e che in generale è necessario che ad eseguirlo venga incaricato del personale adeguatamente formato. Emilio Sacchetti, presidente della Società italiana di psichiatria, ha però detto che già a oggi «la tendenza della psichiatria moderna è di usarli come ultima ratio. [Ma] quando è necessario, il Tso si deve fare. Se non ci sono abusi credo sia meglio di una sedazione troppo pesante con farmaci. Per giunta a gennaio dovrebbero arrivare anche in Italia tecniche nuove [una specie di spray “calmante”] che sedano in tutta sicurezza».