I dati dell’occupazione a marzo, diffusi dal governo

Sono provvisori, dicono che il "saldo" tra i nuovi contratti e quelli conclusi è in attivo di 92mila

Labour and Social Policy Minister Giuliano Poletti attends a press conference held at the end of the cabinet meeting in Rome on March 12, 2014. New Prime Minister Matteo Renzi laid out his plan to transform Italy with a package of reforms headlined by a ten-billion-euro tax cut. Hours after the lower house of parliament approved a new electoral law designed to end the country's chronic political instability, Renzi announced economic measures aimed at stimulating growth while also cutting spending, shaking up the labour market and making the state pay its bills. AFP PHOTO / ANDREAS SOLARO (Photo credit should read ANDREAS SOLARO/AFP/Getty Images)
Labour and Social Policy Minister Giuliano Poletti attends a press conference held at the end of the cabinet meeting in Rome on March 12, 2014. New Prime Minister Matteo Renzi laid out his plan to transform Italy with a package of reforms headlined by a ten-billion-euro tax cut. Hours after the lower house of parliament approved a new electoral law designed to end the country's chronic political instability, Renzi announced economic measures aimed at stimulating growth while also cutting spending, shaking up the labour market and making the state pay its bills. AFP PHOTO / ANDREAS SOLARO (Photo credit should read ANDREAS SOLARO/AFP/Getty Images)

Il ministero del Lavoro ha diffuso oggi alcuni dati preliminari sull’attivazione dei contratti di lavoro nel mese di marzo 2015. Secondo il ministero, che ha precisato che i dati sono comunque provvisori, in marzo sono stati stipulati 641.572 nuovi contratti a fronte della conclusione di 549.273 contratti. Di conseguenza il “saldo” fra i nuovi contratti e quelli conclusi è attivo, ed è pari a 92.299: è un numero notevole, aumentato di circa un terzo dal “saldo” del marzo 2014, che era comunque in attivo di circa 61mila. In particolare, mentre nel marzo del 2014 il saldo dei contratti a tempo indeterminato era negativo (c’erano cioè stati 36mila nuovi contratti a tempo indeterminato in meno, rispetto a quelli conclusi) quest’anno le cose sono cambiate: i nuovi contratti a tempo indeterminato superano quelli conclusi di circa 31mila.

In molti stanno citando l’introduzione del Jobs Act, cioè la riforma del lavoro del governo di Matteo Renzi entrata in vigore all’inizio di quest’anno, come parziale causa dei nuovi dati. Il Sole 24 Ore spiega che questi dati «sono da leggere non solo in relazione agli incentivi per le assunzioni a tempo indeterminato introdotti con la legge di Stabilità 2015 (sgravi contributivi fino a 8.060 euro annui per tre anni) ma anche al fatto che a partire dal 6 marzo le aziende possono assumere anche con il nuovo contratto a tutele crescenti [previsto dal Jobs Act] che introduce l’indennizzo al posto del reintegro come regola generale in caso di licenziamento illegittimo». Secondo altri, è ancora troppo presto per capire quali e quanti meriti avrà il Jobs Act sul mercato del lavoro in Italia.

A marzo le attivazioni dei nuovi contratti di lavoro nel complesso, ad eccezione del lavoro domestico e della Pa, sono state 641.572 a fronte di 549.273 cessazioni. Il saldo attivo è stato di 92.299 unità. Sono i dati delle comunicazioni obbligatorie del ministero del Lavoro. I dati sono da leggere non solo in relazione agli incentivi per le assunzioni a tempo indeterminato introdotti con la legge di Stabilità 2015 (sgravi contributivi fiono a 8.060 euro annui per tre anni) ma anche al fatto che a partire dal 6 marzo le aziende possono assumere anche con il nuovo contratto a tutele crescenti (che introduce l’indennizzo al posto del reintegro come regola generale in caso di licenziamento illegittimo).

Saldo positivo a marzo dei contratti stabili (+31mila)
Nel mese di marzo, dunque, il numero di attivazioni di nuovi contratti di lavoro è stato pari a 641.572. I contratti a tempo indeterminato attivati sono stati 162.498 (quasi 54.000 in più su marzo 2014) a fronte di 131.128 contratti cessati. I rapporti di lavoro a tempo indeterminato quindi, quelli per i quali è prevista la decontribuzione triennale dalla legge di stabilità, hanno avuto un saldo attivo di oltre 31.000 unità. A marzo 2014, invece, anche se il saldo complessivo di tutte le tipologie contrattuali era stato positivo per oltre 61.000 unità (620.032 attivazioni a fronte di 558.366 cessazioni), era stato invece negativo per i contratti a tempo indeterminato (36.000 in meno con 144.839 cessazioni a fronte di 108.647 attivazioni). I dati, che sono al netto del lavoro domestico e della pubblica amministrazione, precisa il ministero, sono da considerarsi provvisori.

(Continua a leggere sul sito del Sole 24 Ore)

nella foto, il Ministro del Lavoro Giuliano Poletti (ANDREAS SOLARO/AFP/Getty Images)