Dieci numeri sull’ISIS e Twitter
Quanti sono gli account che sostengono il gruppo, quanti tweet fanno e perché l'ISIS minaccia di morte i dipendenti della società, spiegato da uno dei massimi esperti di ISIS
Lo scorso agosto il New York Times ha pubblicato un lungo articolo in cui definiva il jihad dello Stato Islamico (o ISIS) un “jihad 3.0”. L’articolo raccontava l’utilizzo molto efficace dei nuovi media da parte dell’ISIS e dei significativi progressi che il gruppo estremista ha compiuto in questo campo rispetto per esempio ad al Qaida. Twitter è uno dei nuovi media che l’ISIS utilizza con maggior efficacia per diffondere il suo materiale e trovare nuove reclute. Dallo scorso settembre, Twitter ha iniziato a sospendere molti account legati all’ISIS, accusati di fare propaganda e incitare al terrorismo: il cofondatore della società Jack Dorsey e i dipendenti hanno ricevuto per questo minacce di morte, che le autorità stanno ancora verificando. J.M. Berger, uno dei più importanti esperti di ISIS, e Jonathon Morgan hanno recentemente pubblicato un lungo studio sui rapporti che esistono tra ISIS e social media. Abbiamo tirato fuori dal rapporto 10 numeri per capire meglio la diffusione dell’uso di Twitter da parte dell’ISIS.
46 mila
È il numero di account che il rapporto stima siano stati usati dai sostenitori dell’ISIS tra settembre e dicembre 2014. Si tratta della stima più bassa in una forchetta che va da 46 mila a 90 mila. Berger e Morgan credono comunque che il numero reale sia più vicino alla stima più bassa.
2.219
È il numero medio di tweet inviati da ogni account legato all’ISIS. Spesso questi tweet vengono inviati nello spazio di brevissimo tempo.
500-2.000
È il numero di account a cui si può attribuire la gran parte delle attività del gruppo su Twitter. Questa piccola minoranza di account produce la stragrande maggioranza dei tweet, spesso nel corso di brevi spazi di tempo. Alcuni di questi account hanno twittato fino a 150 volte al giorno.
1.004
È il numero medio di follower degli account legati all’ISIS. Si tratta di una cifra superiore alla media degli iscritti a Twitter, ma non particolarmente rilevante (gli account più seguiti su Twitter hanno decine di milioni di follower).
866
È il numero di account che nel profilo sostenevano di twittare dall’Arabia Saudita, il paese con il più alto numero di account di sostenitori dell’ISIS. Altri 960 dichiaravano di trovarsi nello “Stato Islamico”, cioè nei territori di Siria e Iraq controllati dall’ISIS.
292
Il numero di tweet inviati con l’impostazione che consente di identificarne la provenienza grazie ai metadati. Lo scorso dicembre, hanno notato gli autori del rapporto, l’ISIS ha fatto circolare sui social media un ordine che imponeva ai sostenitori del gruppo di spegnere la geolocalizzazione dei loro smartphone.
1
Il numero di tweet inviati da sostenitori dell’ISIS che si trovavano in Italia, identificati grazie ai metadati. Sempre grazie a questo sistema, gli autori del rapporto hanno individuato tre tweet provenienti dalla Francia e uno rispettivamente da Svizzera, Spagna, Regno Unito e Belgio.
6.216
È il numero di account che hanno usato bot o altre tecnologie per automatizzare l’invio di tweet o il re-tweet o per generare spam.
Un quinto
È la quantità del totale di account legati all’ISIS che usa l’inglese come lingua principale. Tre quarti usano l’arabo mentre il restante usa altre lingue.
1.000
È il numero di account utilizzati che sono stati chiusi da Twitter tra settembre e dicembre 2014. Si tratta della stima minima e comprende solo gli account di cui Berger e Morgan hanno potuto confermare la chiusura. Twitter, che non ha voluto collaborare al rapporto, ha detto che si tratta di una stima troppo bassa. Di recente il network televisivo ABC ha detto, senza essere smentito da Twitter, che 2.000 account legati all’ISIS sono stati chiusi in una sola settimana.