Neanche Prodi ce la fa, e rinuncia

Al quarto scrutinio il candidato del centrosinistra manca di molto la maggioranza semplice e tutto è rimandato a sabato: per il PD è un disastro

La quarta votazione per eleggere il Presidente della Repubblica si è conclusa con un risultato inatteso, anche rispetto all’incertezza preventivata. Il candidato scelto in mattinata – all’unanimità – dai parlamentari del PD, e appoggiato anche da SEL, Romano Prodi, non solo non ha ottenuto il quorum diminuito della maggioranza semplice (504 elettori), ma lo ha mancato di oltre cento voti, andando ben sotto le previsioni più pessimiste per lui. Alla fine, si è fermato a 395 voti. Evidentemente il numero dei dissociati all’interno dello stesso PD è stato molto alto, e questo dà un ulteriore robusto colpo alla sua leadership, da Bersani a tutto il gruppo dirigente. Complicata anche la valutazione su Matteo Renzi, che aveva appoggiato Prodi con scelta pragmatica mettendo da parte le sue usuali posizioni sovversive, pensando di offrire una tregua ai suoi rivali del partito e di collaborare all’elezione del presidente e invece ora si trova ad aver partecipato a una sconfitta.

Prodi ha annunciato con una nota di non essere più disponibile:

Oggi mi e’ stato offerto un compito che molto mi onorava anche se non faceva parte dei programmi della mia vita. Ringrazio coloro che mi hanno ritenuto degno di questo incarico. Il risultato del voto e la dinamica che è alle sue spalle mi inducono a ritenere che non ci siano più le condizioni Ritorno dunque serenamente ai programmi della mia vita. Chi mi ha portato a questa decisione deve farsi carico delle sue responsabilità. Io non posso che prenderne atto.

Rosy Bindi, intanto, ha annunciato le proprie dimissioni dalla presidenza dell’Assemblea nazionale del PD. Con un secco comunicato, ha spiegato di avere presentato le dimissioni il 10 aprile scorso a Pier Luigi Bersani.

Avevo lasciato a lui la valutazione sui tempi e i modi in cui rendere pubblica una decisione maturata da tempo. Ma non intendo attendere oltre. Non sono stata direttamente coinvolta nelle scelte degli ultimi mesi né consultata sulla gestione della fase post elettorale e non intendo percio’ portare la responsabilita’ della cattiva prova offerta dal Pd in questi giorni, in un momento decisivo per la vita delle Istituzioni e del Paese.

Si voterà di nuovo sabato mattina, a partire dalle ore 10. È molto difficile che il centrosinistra possa insistere su Prodi – per Renzi “la sua candidatura non c’è più” – e quindi saranno 15 ore molto intense e tese, soprattutto nel PD. Il centrodestra – che non ha partecipato al voto – porta a casa l’equivalente di una vittoria, la sconfitta del candidato più malvisto e l’umiliazione del PD che aveva deciso di fare da solo. Buoni sia i risultati di Rodotà che di Cancellieri, candidati del M5S e di Scelta Civica: hanno ottenuto rispettivamente 213 e 78 voti, più dei loro gruppi di riferimento (i 152 elettori del M5S e i 71 di Scelta Civica).

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19.06 – Rodotà era appoggiato ufficialmente solo dal M5S e ha preso 213 voti, 61 in più dei 152 elettori del M5S; persino Annamaria Cancellieri, appoggiata solo da Scelta Civica e con voci di dissensi interni, ha preso più del previsto, 78 voti – gli elettori montiani sono 71. Inoltre, Tg La7 riporta che gli elettori di SEL (43) avrebbero votato con la dicitura “R. Prodi” per farsi riconoscere. Quindi, in conclusione, quasi tutti i voti “mancanti” a Prodi verrebbero dal Partito Democratico.

19.03I risultati definitivi della quarta votazione

Romano Prodi: 395
Stefano Rodotà: 213
Annamaria Cancellieri: 78
Massimo D’Alema: 15
Altri: 12

Schede bianche: 15

Laura Boldrini, presidente della Camera, ha aggiornato la seduta a domani mattina alle 10.

18.57 – Prima analisi. Il centrosinistra poteva contare al massimo su 496 voti per Prodi, nell’ipotesi più ottimista, e sperava di aggiungere qualche voto in più verso la soglia dei 504 necessaria all’elezione. Non solo Prodi non ne ha presi in più da Scelta Civica o M5S, ma ne ha presi circa cento in meno: il che vuol dire che almeno cento elettori del PD e di SEL – che ufficialmente appoggiavano compatti Prodi – hanno votato bianca o Rodotà o qualcun altro. Ora tutto è rimandato a domani e il PD ha ottenuto un’altra sconfitta per la sua linea e i suoi progetti.

18.53 – È finito lo scrutinio: i risultati finali dei candidati principali, secondo TgLa7.
Prodi: 395
Rodotà: 213
Cancellieri: 78
Altri: 26
Schede bianche: 15

18.51 – 600 voti scrutinati:
Prodi: 333
Rodotà: 168
Cancellieri: 62
D’Alema: 13

18.47 – Stefano Rodotà ha oltre 160 voti, più del numero dei voti del Movimento 5 Stelle. Insieme agli altri voti che non sono andati a Prodi, è sicuro che Prodi non ce la farà, perché il numero dei voti che non sono andati a lui è già troppo altro.

18.43 – 400 voti scrutinati:
Prodi: 236
Rodotà: 107
Cancellieri: 44
D’Alema: 4

18.39 – YouTrend dice che, sulla base dei risultati delle prime 300 schede, Prodi non ce la fa (il quorum è 504 voti, vedi la guida al voto sotto).

18.35 – 300 voti scrutinati: Prodi: 174 Rodotà: 79 Cancellieri: 29 D’Alema: 3 18.29 – Primi 200 voti scrutinati: Romano Prodi: 116 Stefano Rodotà: 49 Annamaria Cancellieri: 20 Massimo D’Alema: 3 18.22 – Una guida minima per leggere il risultato del quarto scrutinio. Il quorum è 504 voti, cioè la maggioranza dei componenti dell’assemblea (non dei presenti, per cui uscire dall’aula non lo abbassa). Tutto il centrosinistra (PD + SEL + alleati) può contare al massimo su 496 voti e questa mattina ha deciso di votare compatto Romano Prodi: SEL compreso, che ieri aveva votato Rodotà. Non ci sono state notizie di dissensi espliciti: ma è girata la voce che alcuni “ex PPI”, ovvero i membri del PD più vicini a Franco Marini, non voteranno Prodi. Il Movimento 5 Stelle ha detto che voterà Stefano Rodotà come durante le due votazioni di ieri. Al centrosinistra unito mancano quindi una decina di voti per eleggere il presidente della Repubblica. Potrebbe unirsi qualche voto di Scelta Civica, ma nel corso del pomeriggio molti si sono convinti che Prodi non ce la farà. Se non sarà eletto, il PD dovrà tener conto di quanti voti ha preso Prodi meno dei circa 490 previsti: molti voti in meno vorrebbero dire nessuna presa sui montiani e una quota sostanziosa di dissidenti dentro lo stesso partito, che sarebbe in guai grossi. Se invece Prodi resta molto vicino ai voti necessari per l’elezione, rimane quasi certamente il candidato del centrosinistra anche per domani. Scelta Civica (71 elettori) ha annunciato che il loro candidato è Annamaria Cancellieri, ma si è parlato di alcuni dissidenti interni che potrebbero votare Prodi. Lega Nord, PdL e alleati, circa 270 elettori, non hanno partecipato al voto. La mossa ha almeno due motivi principali: il primo, quello pubblicizzato, è protestare contro la candidatura di Prodi, definita “divisiva”. Ma il secondo è capire che cosa succede con i voti di PD, SEL e soprattutto Scelta Civica. In particolare, quanti elettori di Scelta Civica voteranno per Prodi, dato che non tutti i montiani sembrano compatti e contenti della scelta di Annamaria Cancellieri. 18.10 – È finita la quarta votazione, Laura Boldrini procede allo scrutinio. 18.01 – Stanno votando i delegati regionali: è vicina la fine della quarta votazione, poi bisognerà aspettare lo scrutinio. Qui c’è la diretta video, mentre qui le foto del giorno. 17.39 – Una fiera controffensiva mediatica del Partito Democratico su Twitter, pochi minuti fa:

 

“#Rodotàperchéno” è l’hashtag che il Movimento 5 Stelle ha lanciato da tempo per promuovere la sua posizione e il suo rifiuto di scendere a patti con il Partito Democratico su un altro nome.

17.35 – Notevole dichiarazione di Umberto Bossi, che ha risposto così ai giornalisti che gli chiedevano una previsione sul voto:

«Oggi non ce la fa, bisogna vedere domani che cosa fa Monti, oggi Monti sta coperto. Ma la gente se lo ricorda, e anche i parlamentari, che Prodi rubava ai ricchi per dare ai poveri.»

17.28Cosa pensa Rodotà di Beppe Grillo, o almeno cosa pensava in un’intervista pubblicata nel luglio del 2012 dalla rivista Left-Avvenimenti.

17.19 – Intanto, aggiornamenti dall’aula della Camera: siamo a metà della prima chiama dei deputati. Seguirà la seconda chiama e dopo i deputati devono votare i 58 delegati regionali (qui l’elenco completo).

16.51 – Un po’ di storia. Giorgio Napolitano è l’undicesimo presidente della Repubblica italiana e venne eletto al quarto scrutinio il 10 maggio 2006. Prima di lui, tre presidenti erano stati eletti al primo scrutinio (Enrico De Nicola nel 1948, Cossiga nel 1985 e Ciampi nel 1999) e altri due al quarto scrutinio (Einaudi nel 1948, Gronchi nel 1985). Gli altri cinque presidenti hanno avuto elezioni decisamente più problematiche: Antonio Segni nel 1962 venne eletto al nono scrutinio, Pertini (1978) e Scalfaro (1992) entrambi al sedicesimo, Giuseppe Saragat (1964) al ventunesimo – con dodici giorni tra la prima e l’ultima votazione – e Giovanni Leone (1971) attuale detentore del record, al ventitreesimo.

16.40 – Le foto di oggi dalla Camera, compresa la folcloristica immagine di Alessandra Mussolini in aula con la sua maglietta di protesta davanti a una Laura Boldrini visibilmente in imbarazzo.

16.32 – Nel frattempo, Claudio Messora – uno dei responsabili per la comunicazione del Movimento 5 Stelle – ha caricato questo video che, secondo la presentazione, mostra l’entusiasmo mostrato oggi dal gruppo degli elettori del M5S mentre Stefano Rodotà era al telefono con il capogruppo Vito Crimi.

16.27 – Il giornalista del Foglio Claudio Cerasa aggiunge un altro elemento alla generale atmosfera che questa votazione non sia quella decisiva.

16.15 – Tragicomica intervista delle parlamentari PdL Mussolini e Vicari a La7 con le ormai celebri magliette “Il diavolo veste Prodi”. Vicari svela che il design delle magliette è di Alessandra Mussolini stessa. Mussolini racconta che Boldrini, nell’aula della Camera, le ha detto «La richiamo all’ordine» e lei ha risposto una cosa come «E chemmifrega, sono senatrice». 16.13 – Andrea Sarubbi, giornalista ed ex deputato PD, dà per certo che questa quarta votazione non eleggerà Romano Prodi, ma servirà solo a verificare la solidità della candidatura: meno voti vanno a Prodi, maggiori saranno i problemi per il Partito Democratico.

 

Un messaggio non molto diverso viene anche da Ivan Scalfarotto.

16.03 – Comunque, tra magliette e nuovi banner che escono uno dopo l’altro, bisogna dare atto al PdL che il reparto creatività e grafica si dà parecchio da fare.

 

15.52 – Momenti agitati nell’aula della Camera: due esponenti del PdL, tra cui Alessandra Mussolini, siano entrati in aula con la maglietta “Il diavolo veste Prodi”. La presidente della Camera Laura Boldrini ha richiamato all’ordine i presenti e Mussolini è uscita tra urla e applausi ironici.

15.43 – Questa votazione è molto delicata: al centrosinistra manca almeno una decina di voti per raggiungere il quorum di 504 elettori necessari ad eleggere Prodi. Nella migliore delle ipotesi per il PD, questi arriveranno da qualcuno dei 71 montiani o dei 152 del Movimento 5 Stelle; nella peggiore delle ipotesi (sempre per il PD), a Prodi andranno molti meno voti dei circa 495 sicuri del centrosinistra, e si aprirà una nuova fase difficilissima per il partito.

15.36 – È cominciata la quarta votazione, a cui ricordiamo che non partecipano PdL e Lega Nord. Qui la diretta video, qui le foto della giornata dalla Camera, dove si svolgono le votazioni.

15.33 – Intanto, fuori da Montecitorio c’è una manifestazione di PdL e Fratelli d’Italia contro la candidatura di Prodi. Uno dei partecipanti: la senatrice del PdL Simona Vicari.

15.23 – “Perché Emma Bonino non diventa presidente“, di Luca Sofri. 15.21 – I risultati ufficiali del terzo scrutinio, sul sito del Parlamento italiano. 15.16 – La situazione dal punto di vista dei numeri. Il totale degli elettori del presidente della Repubblica è di 1007, il quorum dalla quarta votazione è la maggioranza assoluta dei componenti, cioè 504 (uscire dall’aula non abbassa il quorum). PD + SEL e altri che dovrebbero votare con il centrosinistra arrivano a 491 seggi, che salgono a 496 aggiungendo il MAIE degli italiani all’estero e il senatore a vita Colombo. Quindi al centrosinistra mancano una decina di voti, ammesso e non concesso che tutti i suoi elettori votino Prodi senza nessun dissidente. PdL: 210 elettori Altri centrodestra: 20 TOTALE CENTRODESTRA: 230 Lega Nord: 39 PD: 425 SEL: 43 Altri centrosinistra: 23 TOTALE CENTROSINISTRA: 491 Movimento 5 Stelle: 152 Scelta Civica + UdC: 71 Senatori a vita: 3 Altri: 11 15.05 – Parteciperanno alla quarta votazione, quindi, M5S, Partito Democratico, SEL e Scelta Civica. Il Movimento 5 Stelle ha 152 elettori e ha detto che voterà Rodotà; SEL (43 elettori) ha aderito alla proposta di Prodi. Scelta Civica (71 elettori) ha detto che il loro candidato è Annamaria Cancellieri, ma già qui cominciano i problemi: parte dei montiani, infatti, sarebbero intenzionati a votare Prodi. Nel Partito Democratico (425 elettori) sembra che ci siano alcuni contrari a Prodi, in particolare gli “ex PPI”, cioè l’ala del partito vicina a Franco Marini. 15.02 – Il punto sui tempi: la votazione comincerà alle 15.30 o poco dopo e le operazioni dovrebbero durare circa due ore e mezzo. Seguirà lo scrutinio: i risultati definitivi arriveranno quindi verso le 19. 15.01 – Il PdL, i suoi alleati e la Lega Nord hanno in totale 269 elettori. La loro non partecipazione significa due cose: la prima, quella che viene ripetuta in questi minuti da tutti i suoi componenti, è un atto di protesta contro la candidatura di Prodi, ma la seconda è anche osservare che cosa succederà tra M5S, Scelta Civica e centrosinistra evitando che qualcuno tra i due partiti voti per Prodi nascondendosi dietro il voto segreto. 14.51 – La Lega Nord e il PdL hanno deciso che non parteciperanno alla quarta votazione. Questo non cambia il quorum richiesto per l’elezione, che resta alla maggioranza dei componenti dell’assemblea: dunque 504 voti su 1007.

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Punto della situazione, ore 14: Questa mattina c’è stata la terza votazione per l’elezione del presidente della Repubblica. Dopo la mancata elezione di Franco Marini nelle due votazioni di ieri – in cui sono mancati quasi 200 voti all’alleanza PD-PdL-Lega Nord-Scelta Civica – questa mattina un’assemblea degli elettori del PD al teatro Capranica ha scelto all’unanimità la candidatura di Romano Prodi. Il PdL ha risposto che non lo voterà mai: l’accordo tra PD e PdL, anche in vista di un’alleanza di governo, se ne va con questa scelta. Il Movimento 5 Stelle (152 elettori) ha detto che continuerà a votare solo ed esclusivamente per Stefano Rodotà. Alle 15.30 comincerà la quarta votazione. Il quorum si abbasserà alla maggioranza dei componenti, ovvero a 504 voti. Il centrosinistra può contare al massimo su 496 voti, ma non tutti gli elettori del PD sarebbero disposti a votare Prodi: la situazione è al momento sospesa e molto dipende da che cosa sceglierà di fare Scelta Civica, con i suoi 71 elettori. 13.59 – “Perché Emma Bonino non diventa presidente“, di Luca Sofri. 13.45Risultati definitivi della terza votazione: VOTANTI: 999 Schede bianche: 465 Stefano Rodotà: 250 Massimo D’Alema: 34 Romano Prodi: 22 Giorgio Napolitano: 12 Anna Maria Cancellieri: 9 Claudio Sabelli Fioretti: 8 Sergio De Caprio: 7 Franco Marini: 6 Nulle: 47 La quarta votazione comincerà oggi pomeriggio alle 15.30. 13.38 – È finito lo scrutinio, ora si contano i voti in attesa della proclamazione dei definitivi: ma il dato notevole che è già venuto fuori è che Rodotà ha raggiunto 250 voti, più di quelli che aveva preso sia alla prima che alla seconda votazione. Il M5S ha 152 elettori, SEL ne ha 43, restano fuori almeno 60 voti. 13.33 – Roberta Lombardi, capogruppo del Movimento 5 Stelle alla Camera dei Deputati, ha detto di aver incontrato Stefano Rodotà questa mattina per la prima volta: Rodotà si è dichiarato disponibile a ritirarsi, nel caso in cui il suo ritiro avrebbe potuto favorire un accordo sul nome di Prodi, ma Lombardi ha ripetuto che un accordo su un nome diverso da Rodotà non è possibile. 13.27 – 800 schede scrutinate su 1007: schede bianche 400 (ancora il 50%), Rodotà 215 voti. Massimo D’Alema sta ottenendo più voti di Romano Prodi, entrambi sopra i 20. 13.20 – Durante questa votazione, avevano annunciato che avrebbero votato scheda bianca sia PD che PdL. Scelta Civica ha annunciato la candidatura di Annamaria Cancellieri, ma poi Monti ha detto che in questa votazione i suoi avrebbero votato scheda bianca. 13.06 – 505 schede scrutinate, siamo a metà: bianche 253 (50%), nulle 21, poi: Stefano Rodotà: 134 Massimo D’Alema: 19 Romano Prodi: 13 Giorgio Napolitano: 7 Anna Maria Cancellieri: 6 Claudio Sabelli Fioretti: 4 Sergio De Caprio: 4 Franco Marini: 4 13.06 – 300 schede scrutinate su 1007: 141 schede bianche, Rodotà 81. Ancora solo 5 voti per Cancellieri. YouTrend nota che, finora, Rodotà sta andando meglio rispetto alle altre due votazioni. 12.55 – Prime 100 schede scrutinate, 45 schede bianche e poi Stefano Rodotà 26 voti, Massimo D’Alema 5, Romano Prodi 4, Gherardo Colombo 3 e Franco Marini 3. 12.51 – È iniziato lo scrutinio della terza votazione. 12.48 – Circolano voci che anche la candidatura di Prodi sia tutt’altro che sicura anche nello stesso centrosinistra.

Gli “ex PPI” sono l’ala del Partito Democratico legata a Franco Marini, che è stato segretario del Partito Popolare Italiano e non è mai stato in buoni rapporti con Prodi. 12.35Le foto di oggi alla Camera dei Deputati, dove si tengono le votazioni: molti abbracci di Bersani, e facce perplesse di Boldrini e Grasso. 12.26 – Grillo ha detto di aver parlato con Rodotà e che questi gli ha detto di essere “infastidito” sulle voci del suo ritiro (vedi aggiornamento delle 11.14). Ha detto anche che «nessuno del M5S si è mai sognato di votare Prodi presidente della Repubblica», cancellando così l’ipotesi che il M5S possa accettare ufficialmente il nome di Prodi: l’unico candidato, ha ripetuto Grillo, è Stefano Rodotà. Il leader del M5S è in Friuli Venezia Giulia perché domenica e lunedì si voterà per eleggere il nuovo presidente della Regione. Per la cronaca, si registra che, non appena è iniziata la diretta di SkyTg24 da Udine per seguire il comizio di Beppe Grillo, la prima frase pronunciata dal leader del M5S è stata: «Modificheranno il DNA agli umani in modo da farci crescere con due culi». Frase ironica mentre si parlava di produzione di sedie, pare di capire. 12.05 – Il presidente della Repubblica uscente, Giorgio Napolitano, venne eletto alla quarta votazione il 10 maggio 2006: allora lo votarono solo gli elettori del centrosinistra, con 543 voti su 1000. 11.52 – A margine: oggi è arrivata la notizia che il leghista Roberto Cota, che è uno dei 58 delegati regionali e presidente della Regione Piemonte, è indagato insieme a una cinquantina di altri consiglieri piemontesi in un’indagine che riguarda le spese effettuate con i soldi della regione. 11.46 – Intanto, Maria Laura Rodotà, giornalista e figlia di Stefano – “il garante”, perché il padre è stato garante della privacy – racconta su Twitter di essere stata contattata da esponenti del PD (e di non esserne molto contenta).

 

11.38 – La situazione in Scelta Civica non dev’essere molto serena: poco dopo la conferenza stampa in cui ha annunciato e promosso a lungo la candidatura di Cancellieri, Mario Monti stesso ha detto a La7 che “non è detto” che alla quarta votazione Scelta Civica voterà Cancellieri. La decisione definitiva verrà presa in una riunione del gruppo dei montiani alle 13.30.

11.34 – Romano Prodi, contattato da Sky Tg24, dice che tornerà domattina in Italia da Bamako, in Mali, dove si trova ora. 11.29 – La candidatura di Annamaria Cancellieri annunciata da Monti non è condivisa da tutta Scelta Civica, come segnala Europa: all’interno dei montiani, alcuni sarebbero orientati a votare Romano Prodi, anche perché insistere con la candidatura Cancellieri significherebbe dare un aiuto al PdL (vedi aggiornamento delle 10.27). 11.14 – Circola l’ipotesi che oggi Stefano Rodotà, il candidato del Movimento 5 Stelle per la presidenza della Repubblica, ritiri la sua disponibilità a fare il presidente della Repubblica. L’evento cambierebbe parecchie cose: Rodotà, nelle prime due votazioni, è stato votato anche da SEL e da molti elettori del PD in dissenso con la linea del partito. Rodotà è stato il terzo più votato nel sondaggio online tra gli iscritti, ma prima di lui Milena Gabanelli e Gino Strada hanno rifiutato la candidatura. Dopo Rodotà, al quarto posto, c’è il giurista Gustavo Zagrebelsky; seguono nell’ordine Ferdinando Imposimato, Emma Bonino, Gian Carlo Caselli, Romano Prodi e Dario Fo. Come si vede, nella classifica compare anche Romano Prodi: ma all’ottavo posto, e questa mattina alcuni elettori del M5S hanno detto che se Rodotà si ritirasse loro voterebbero per il candidato successivo nella lista. Anche se questa fosse la linea ufficiale, la scomparsa di una candidatura molto forte come quella di Rodotà per sostituirla con una finora totalmente inesistente come Zagrebelsky potrebbe spingere qualche deputato del M5S a votare Prodi, nel segreto dell’urna. 10.55 – Franco Marini ha ritirato la sua candidatura, come riporta l’ANSA:

«È saltata la strategia di un dialogo con il centrodestra finalizzata all’obiettivo di dare all’Italia un Governo, dinanzi alla durissima situazione del Paese. Strategia da me pienamente condivisa. Anche perchè ritengo una follia il ritorno immediato alle urne con questa legge elettorale. Ovviamente con il cambio di strategia viene meno anche la mia candidatura», dice Franco Marini in una dichiarazione.

10.51 – Mario Monti ha appena confermato in conferenza stampa che il loro candidato è Annamaria Cancellieri, ministro dell’Interno uscente nel suo governo. Monti è anche stato molto duro contro il PD, definendo la candidatura di Prodi «eccellente ma divisiva» e dicendo che il PD «ha dato priorità a salvare il partito che a salvare il Paese». 10.42 – Romano Prodi, 73 anni, è stato l’ultimo presidente del Consiglio italiano di un governo di centrosinistra. Qui il racconto di come andò quando cadde, poco più di cinque anni fa, e non fu un bello spettacolo. 10.38 – L’apertura del sito del Giornale, adesso: 10.27 – Renato Brunetta scrive che il PdL potrebbe sostenere Annamaria Cancellieri alla quarta votazione: insieme, PdL e Scelta Civica arrivano a 300 elettori (340 con la Lega), molto meno di quelli necessari a eleggere il presidente. Ma l’obbiettivo della mossa è chiaro: “bloccare” i voti di Scelta Civica in modo da evitare che questa faccia un accordo con il centrosinistra per Prodi.

 

10.12 – Ricordiamo che, in questa votazione, il PD e il PdL hanno annunciato scheda bianca: è quindi una votazione di passaggio, in attesa della quarta prevista per oggi pomeriggio. Tra le altre forze politiche, Scelta Civica voterà Annamaria Cancellieri e il M5S continuerà a votare Stefano Rodotà.

10.04 – È iniziata la terza votazione. Quorum ancora due terzi, 672 elettori su 1007. Prima votano i senatori a vita, poi i senatori, poi i deputati, poi i 58 delegati regionali. Le operazioni di voto dovrebbero durare circa due ore e mezzo, poi ci sarà lo scrutinio: i risultati arriveranno verso le 13.

9.56 – Intanto il PdL è già molto agitato. Renato Brunetta ha detto «noi siamo già in campagna elettorale», e d’altra parte uno dei nomi da evitare che Berlusconi aveva fatto nella manifestazione di piazza del Popolo, a Roma, pochi giorni fa, era proprio quello di Romano Prodi. L’altra posizione ripetuta molto spesso – che sentiremo molto nelle prossime settimane – dice più o meno così: «il centrosinistra ha preso meno del 30 per cento dei voti e si è già preso il presidente della Camera, il presidente del Senato e ora anche il presidente della Repubblica, tutte le tre più alte cariche dello Stato».

9.46 – Si pone adesso una questione di numeri. Il totale degli elettori del presidente della Repubblica è di 1007, il quorum di due terzi è di 672. Dalla quarta votazione basta la maggioranza assoluta, cioè 504. PD + SEL e altri che dovrebbero votare con il centrosinistra arrivano a 491 seggi, che salgono a 496 aggiungendo il MAIE degli italiani all’estero e il senatore a vita Colombo: quindi diventa importante capire che cosa farà Scelta Civica, l’unica che potrebbe assicurare senza problemi i voti necessari e che ha al suo interno alcuni “prodiani”. Un’altra cosa da tenere d’occhio è se alla quarta votazione ci saranno elettori del M5S che voteranno Prodi.

PdL: 210 elettori
Altri centrodestra: 20
TOTALE CENTRODESTRA: 230
Lega Nord: 39

PD: 425
SEL: 43
Altri centrosinistra: 23
TOTALE CENTROSINISTRA: 491

Movimento 5 Stelle: 152

Scelta Civica + UdC: 71

Senatori a vita: 3
Altri: 11

9.44 – Scelta Civica invece aveva annunciato questa mattina, mentre era in corso la riunione degli elettori del PD, che il loro candidato è Annamaria Cancellieri, ministro dell’Interno nel governo Monti.

9.40 – Gennaro Migliore di SEL dice che alla fine era meglio Rodotà, ma Prodi si può votare.

L’opzione Rodotà è il nome più in sintonia con il nostro identikit di Presidente della Repubblica ma una candidatura come quella di Prodi, se condivisa, potrebbe essere interessante per noi e siamo pronti a realizzare un accordo sul suo nome.

Bruno Tabacci, che ha 6 elettori con il centrosinistra, accetta invece l’opzione Prodi “con entusiasmo”.

9.34 – Dal Movimento 5 Stelle, intanto, molti fanno sapere che l’unica candidatura possibile e l’unica che verrà votata è quella di Stefano Rodotà.

 

9.28 – La conferenza dei capigruppo per decidere se rimandare a domani la quarta votazione è stata annullata, perché il PD ha ritirato la richiesta: si voterà la quarta volta – quella in cui basta la maggioranza semplice – già oggi pomeriggio.

9.24 – Fabrizio Cicchitto del PdL fa un’intervista dura con Sky Tg24, in cui dice, nell’ordine: ci eravamo accordati con il PD su Marini, loro si sono divisi al momento del voto; dalla quarta votazione in poi voteremo un nostro candidato alternativo; Prodi è una scelta che annulla l’accordo con noi, «non lo riteniamo una candidatura al di sopra delle parti» e non sarà più possibile trovare un accordo per il governo. Cicchitto dice che non è stato ancora scelto un candidato del centrodestra.

9.21 – Romano Prodi si trova in questo momento a Bamako, in Mali: dai primi di ottobre del 2012 è inviato delle Nazioni Unite nel Sahel.

9.20 – Prodi sarà votato a partire dalla quarta votazione, mentre alla terza voterà ancora scheda bianca.

9.00 – Pier Luigi Bersani ha proposto all’assemblea degli elettori del Partito Democratico il nome di Romano Prodi, la proposta è stata accolta dagli applausi.

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Oggi ricominciano le votazioni per l’elezione del presidente della Repubblica. Ne sono previste due, una in mattinata e una al pomeriggio: nella votazione di questa mattina, la terza dopo le due di ieri, il quorum per l’elezione continuerà ad essere di due terzi dell’assemblea, ovvero 672 voti su 1007. Se non si dovesse arrivare a nulla, dal quarto scrutinio in poi basterà avere la maggioranza assoluta dei voti, e il PD ha presentato una proposta alla conferenza dei capigruppo per rimandare la quarta votazione di qualche ora oppure a domani.

Ieri ci sono state due votazioni: nella prima, oltre 200 elettori dello schieramento PD-PdL-Lega Nord-Scelta Civica non hanno votato il nome concordato di Franco Marini, che quindi si è fermato a 521 voti. Nella seconda, sia il PD che il PdL hanno deciso di votare scheda bianca, dicendo di volersi prendere del tempo per discutere meglio della situazione. Sinistra Ecologia Libertà e Movimento 5 Stelle hanno continuato a votare Stefano Rodotà, come avevano fatto al primo scrutinio, che ha raggiunto 230 voti.

Tutti sono in attesa della linea che deciderà di tenere il Partito Democratico: dopo le votazioni di ieri, Pier Luigi Bersani ha annunciato una «fase nuova». Il gruppo degli elettori del Partito Democratico, che sono 425, è riunito questa mattina nel teatro Capranica di Roma – lo stesso in cui mercoledì 17 aprile si è consumato lo psicodramma di Marini, candidatura scelta con molti dissensi fin dall’inizio – per decidere quale sarà il nuovo nome. In queste ore i giornali hanno pubblicato diverse possibilità, più o meno plausibili: le principali sono che gli elettori del PD scelgano Massimo D’Alema oppure Romano Prodi, per cercare di ottenere i voti del M5S.

Foto: Franco Origlia/Getty Images