Le alleanze del centrosinistra

Cronologia degli ultimi giorni di dichiarazioni e smentite, per sapere cosa c'è di chiaro (quasi niente)

La storia delle alleanze vere o presunte tra i partiti dell’ex opposizione al governo Berlusconi è piuttosto confusa e aveva avuto pochi punti fermi, tra cui la “foto di Vasto”: ovvero l’immagine di Di Pietro, Vendola e Bersani sul palco di palazzo D’Avalos a Vasto, in provincia di Chieti, durante la festa nazionale dell’Italia dei Valori nel settembre 2011, che sembrava sancire una solida relazione tra i rispettivi partiti. Poi arrivò il governo Monti, sostenuto dal PD ma di cui IdV e SeL sono opposizione (rispettivamente dentro e fuori dal Parlamento) e le cose si sono fatte più complicate: precipitando poi con le successive aggressioni verbali da parte di Di Pietro nei confronti del governo, del PD e del presidente della Repubblica. E le attenzioni del PD, in nome della nuova alleanza di governo, si sono spostate al centro e in concreto sull’UdC di Pieferdinando Casini, divenuto il più credibile tra gli alleati futuri.

Oggi i giornali parlano di una nuova tappa di questi confusi e fragili percorsi, che segnerebbe il rientro di SeL nell’orbita di alleanze del PD: e quindi l’isolamento di Di Pietro, che aveva esibito con Vendola ripetute complicità nei mesi scorsi. Ma poco è ancora chiaro, e lo stesso Vendola ha dato segnali contraddittori. Intanto, mancano otto mesi alla fine della legislatura: una legge elettorale sembra lontana dall’essere approvata o anche solo discussa in parlamento, dato che i giornali sono quotidianamente pieni di ipotesi, dichiarazioni e liste di proposte dei diversi partiti che sembrano confuse e inconciliabili. Una serie di dichiarazioni, proposte, proteste e smentite, negli ultimi giorni, ha reso ancora più difficili da decifrare i rapporti tra le diverse forze politiche in causa.

Quello che ha detto Di Pietro
Nella mattinata del 26 luglio, parlando con i giornalisti alla Camera dei deputati, Antonio Di Pietro aveva detto di stare lavorando a un’alleanza tra i partiti e i movimenti politici “non allineati”, che erano al momento “messi ai margini” dai due principali partiti che sostengono il governo Monti, Partito Democratico e Popolo della Libertà. Di Pietro aveva detto che tra questi “non allineati”, oltre all’IdV, lui includeva Sinistra Ecologia Libertà di Nichi Vendola e il Movimento 5 Stelle di Beppe Grillo. Con Vendola, in particolare, Di Pietro diceva di essere in contatto “continuamente”.

La risposta di Grillo
Entrambe le forze interessate, però, sono sembrate poco complici. Sul blog di Beppe Grillo, in fondo a un post del 27 luglio che parlava di tutt’altro rispetto alla politica italiana (un articolo di Alessandro Di Battista sulla situazione in Colombia), è comparso un post scriptum di due righe che diceva solo: “Il MoVimento 5 Stelle non si alleerà con nessun partito per le prossime elezioni e non ha ricevuto proposte da parte di alcuno.” Nella stessa IdV, la proposta di un’alleanza IdV-SeL-M5S è stata accolta con poco entusiasmo da parte di esponenti di primo piano del partito, tra cui il capogruppo alla Camera del partito Massimo Donadi: oggi un’intervista con lui, molto critica verso Di Pietro, è stata pubblicata sul quotidiano Il Messaggero, e alcuni giornali ipotizzano suoi colloqui col PD indipendenti da Di Pietro.

Quello che ha detto Vendola
Il leader di Sinistra Ecologia Libertà Nichi Vendola si è incontrato ieri con il segretario del PD Bersani. Nelle dichiarazioni successive, Vendola ha preso le distanze da Di Pietro e ha parlato di “Un polo della speranza che costruisca l’alternativa a 30 anni di liberismo che hanno portato l’Italia in grande crisi” (il nome “Polo della Speranza” per un’eventuale alleanza elettorale è stato preso sul serio, soprattutto sui social network, e ha ricevuto commenti per lo più negativi per tutta la giornata di ieri. Oggi Bersani lo ha rimosso). A proposito dell’IdV, Vendola ha detto che “l’IdV ha fatto la sua scelta da un po’ di tempo, ha scelto un’altra strada”, aggiungendo poi che “le sue continue polemiche e il suo propagandismo esagerato rischiano di portarlo alla deriva”. Dato che Vendola ha detto di non avere pregiudizi e preclusioni nei confronti di nessuno, una volta che ci si è messi d’accordo sul programma, si è parlato sui mezzi di comunicazione di dichiarazioni possibiliste verso un’alleanza che comprendesse anche l’Unione di Centro di Casini. Ma di nuovo ieri, intorno all’una, Vendola ha scritto un tweet usando – in modo inusuale per lui, che pure su Twitter è molto attivo – le croci che solitamente indicano una breaking news, una notizia particolarmente notevole o recente. Nel messaggio smentisce che ci sia stata una “apertura all’Udc”:

Sempre ieri pomeriggio, Nichi Vendola ha annunciato in una non prevista conferenza stampa, dopo mesi di allusioni e mezzi annunci, che si candiderà alle primarie per scegliere il leader del centrosinistra. Sul sito di SeL è stato pubblicato dopo la conferenza un documento politico di quattro pagine, dal titolo “È tempo di cambiare”, che contiene il programma della sua candidatura. Poi, ancora su Twitter, Vendola ha scritto diversi messaggi concilianti nei confronti di Di Pietro e l’IdV, l’ultimo dei quali ieri intorno alle 17:

E ancora Di Pietro
A questo punto, vistosi dato come scavalcato sui giornali, Di Pietro ha oggi rilanciato, annunciando la sua candidatura alla guida di una coalizione aperta a tutti.

«Io – spiega – sono il candidato premier di una coalizione di riformisti di centrosinistra che proponga un programma fatto di legalità, solidarietà e sviluppo per costruire un’alternativa alle destre riformiste e al governo Monti. Se ci vogliono stare Bersani, Vendola e compagnia bella bene, ma Idv va avanti puntando non sulle parole ma sui fatti. La differenza tra noi e quella finta coalizione di centrosinistra è che noi facciamo mentre loro alle parole non fanno seguire i fatti». «Oggi il centrosinistra – conclude – porta avanti politiche del tutto illiberali, che non difendono la gente e la legalità: il voto di fiducia che daranno sulla spending review ne è la conferma».

Il Partito Democratico
In questa situazione poco chiara, anche il PD ha pubblicato un documento politico, una “carta d’intenti” intitolata “Italia bene comune” che è stata presentata dal segretario Bersani. Sul fronte delle alleanze, da alcuni mesi – da quando entrambi i partiti sono nella maggioranza che sostiene il governo Monti – si parla di un avvicinamento tra il PD e l’UdC di Casini. Molte delle prese di posizione degli altri partiti politici coinvolti sembrano reagire a questo avvicinamento. Il quale non è così scontato né così indolore, dato che tra i due partiti sembrano esserci distanze difficili da superare per una parte del PD, ad esempio sul fronte dei diritti civili per le coppie omosessuali: un tema che ha causato i dissensi più gravi durante l’ultima Assemblea nazionale del Partito Democratico dello scorso 14 luglio.

Consuntivo
Allo stato dei fatti, conoscendo l’intrico tra politica italiana e informazione, niente è quindi sancito: appare più improbabile – ma siamo abituati a tutto – che l’IdV e il PD siano capaci di fare pace, mentre le contraddittorie dichiarazioni di Vendola suggeriscono un’intenzione di salire sul carro dell’alleanza maggiore e al tempo stesso non rompere con Di Pietro. L’UdC è quello che sembra più solidamente legato al PD, e più duttile (per definizione). Ma questo è oggi, e basterà il prossimo alito di vento – sai quanti ne soffiano, in otto mesi – a scombiccherarlo.

foto: Roberto Monaldo / LaPresse