Il problema con Olanda e Finlandia

I due paesi si oppongono all'accordo raggiunto dal Consiglio europeo e al meccanismo concordato per tenere a bada gli spread

Ieri i governi di Finlandia e Olanda hanno fatto sapere di essere contrari all’utilizzo dei fondi di salvataggio europei per tenere sotto controllo i tassi di interesse di alcuni paesi, come Spagna e Italia, il cui aumento potrebbe mettere ancora più in difficoltà le loro economie. La possibilità di utilizzare le risorse dell’European Financial Stability Facility (EFSF) e dell’European Stability Mechanism (ESM), che dovrebbe diventare attivo a fine mese, per comprare titoli di Stato è stata stabilita nel corso dell’ultimo Consiglio europeo e secondo molti osservatori è stata un successo per Mario Monti, che ha ottenuto una soluzione che in futuro potrà essere utilizzata per tenere sotto controllo lo spread (il differenziale tra i titoli di stato italiani e quelli tedeschi, nel caso del nostro paese).

Ogni stato partecipa all’ESM dando una quota di denaro sulla base delle sue disponibilità, l’Italia è il terzo contributore con una quota del 17,9 per cento. Al primo posto c’è la Germania con il 27,1 per cento seguita dalla Francia con il 20,3 per cento. L’ESM dovrebbe essere attivo entro la fine del mese e raggiungerà una capacità complessiva pari ad almeno 500 miliardi di euro.

L’opposizione di Finlandia e Olanda non dovrebbe impedire l’acquisto di nuovi titoli, ma come ricordano sul Wall Street Journal dimostra quanto i paesi dell’Unione Europea fatichino a trovare soluzioni comuni e condivise per affrontare la crisi dell’euro. La soluzione adottata dal Consiglio europeo potrebbe favorire Italia e Spagna, che comunque per ora hanno annunciato di non averne bisogno. I paesi che richiederanno l’acquisto di titoli da parte dell’ESM dovranno impegnarsi ad adottare riforme e misure di austerità per tenere sotto controllo i loro conti, cosa che con sfumature diverse hanno già iniziato a fare i cosiddetti paesi della periferia dell’euro: Irlanda, Portogallo, Spagna, Italia e Grecia.

Nel corso della propria relazione in Parlamento il primo ministro finalndese, Jyrki Katainen, ha spiegato che la Finlandia all’ultimo Consiglio europeo ha votato contro la possibilità di acquistare titoli con i fondi di salvataggio. La stessa opposizione è arrivata anche dall’Olanda, ha spiegato il primo ministro Mark Rutte, ricordando che fino a ora non si è nemmeno capito se qualche paese sia davvero intenzionato a fare ricorso al nuovo sistema per l’acquisto dei suoi titoli di Stato e il conseguente contenimento dei tassi d’interesse.

I fondi di salvataggio europei potranno acquistare i titoli di stato sia sul mercato secondario sia quando vengono messi all’asta dai paesi. Semplificando: un titolo nasce sul mercato primario dove viene emesso e collocato, dopodiché passa nel secondario dove si raccolgono tutte le operazioni successive di acquisto e di vendita dei titoli. Il secondario è quindi un mercato molto più grande del primario. I fondi possono essere utilizzati a questo scopo solo dopo una esplicita richiesta da parte degli stati interessati e solamente se la stabilità della zona euro (l’insieme dei paesi che adottano la moneta unica) è messa in pericolo.

Secondo diversi analisti, l’opposizione di Olanda e Finlandia non impedirà all’ESM di funzionare come sistema per acquistare titoli di Stato per tenere sotto controllo i tassi d’interesse. Gli aiuti per i singoli paesi devono essere approvati all’unanimità dagli stati membri ma nel caso dell’ESM è prevista una eccezione di emergenza che richiede l’approvazione dai paesi che, messi insieme, contribuiscono per l’85 per cento al fondo di salvataggio. L’emergenza deve essere comunque confermata anche dalla Commissione Europea e dalla Banca Centrale Europea a ulteriore garanzia. Olanda e Finlandia contribuiscono per il 7,5 per cento all’ESM, quindi non dovrebbero avere i numeri per ostacolare la soluzione approvata al Consiglio europeo, salvo la decisione di qualche altro paese di unirsi alla protesta.

Già in passato Olanda e Finlandia avevano dimostrato una certa insofferenza nei confronti degli aiuti da concedere ai paesi in difficoltà a causa della crisi economica, assumendo posizioni simili a quelle della Germania e chiedendo prima di tutto misure di austerità e riforme agli stati della periferia dell’euro. Ieri si è ipotizzato che l’opposizione finlandese e olandese fosse in qualche modo sostenuta, indirettamente, dalla Germania. Il portavoce del cancelliere tedesco, Angela Merkel, ha ricordato che il Consiglio europeo ha compiuto importanti passi avanti, senza comunque modificare i principi sostenuti da mesi dalla Germania.