La concorrenza inizia a far male a Tesla

Le vendite e il titolo in borsa sono in calo, soprattutto a causa dell'ingresso nel mercato di aziende cinesi e di strategie di sviluppo delle auto poco coerenti

Elon Musk nel 2019
Elon Musk nel 2019 (AP Photo/Jae C. Hong)
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Venerdì l’agenzia di stampa Reuters ha pubblicato un articolo in cui sostiene che la società di auto elettriche Tesla avrebbe definitivamente abbandonato il progetto di produrre un’auto economica, un prodotto che l’amministratore delegato Elon Musk aveva sempre promesso agli investitori e che avrebbe dato accesso all’azienda al redditizio mercato delle automobili di massa, allargando molto le possibilità di vendita dell’azienda. Tesla avrebbe abbandonato il progetto, sempre secondo Reuters che cita persone vicine all’azienda, per sviluppare un “robotaxi” a guida autonoma, un prodotto più futuristico ma con un mercato più ridotto e complicato.

La risposta di Musk è stata ambivalente: con un post sul suo social network X ha scritto che «Reuters sta morendo» e dunque non è credibile, ma poco dopo ha postato, sempre su X, la notizia che l’8 agosto sarà presentato il “robotaxi”, confermando di fatto le indiscrezioni. Venerdì il prezzo delle azioni di Tesla è sceso del 6 per cento, dopo che negli ultimi sei mesi si era già ridotto di quasi il 40 per cento.

Il progetto di un’auto elettrica di fascia bassa, con un prezzo di partenza di 25 mila dollari, era stato annunciato da Musk nel 2020: Musk aveva detto che l’auto sarebbe stata pronta nel giro di tre anni (cioè un anno fa). Da allora il progetto è stato più volte rinviato, e lo stesso Musk ha ammesso di recente che i lavori sono fermi. L’indiscrezione di Reuters, dunque, si limita a confermare un sospetto che molti già avevano.

L’abbandono (o comunque il fortissimo rallentamento) del progetto di un’auto elettrica di fascia bassa mostra le notevoli difficoltà che Tesla sta affrontando negli ultimi tempi. L’azienda è considerata ancora oggi leader e principale innovatrice del settore delle auto elettriche, ma da quando ha iniziato a risentire della concorrenza delle aziende cinesi sta facendo fatica a definire strategie coerenti di lungo termine per stare al passo con lo sviluppo del mercato.

Da tempo per esempio ha iniziato a farsi sempre più pressante la presenza di BYD, la promettente azienda cinese che vende auto elettriche a buon mercato. BYD sta avendo sempre più successo: ha aumentato tantissimo le vendite di veicoli elettrici, grazie soprattutto ai suoi modelli di fascia bassa e media, tra cui la Seagull, che in Cina costa poco meno di 10mila dollari. Di recente anche Xiaomi, azienda nota per i telefoni cellulari, ha annunciato la vendita della sua prima auto elettrica, il cui modello base costerà circa 30mila dollari, ma per il momento sarà venduto solo in Cina.

L’emergere di una forte concorrenza a basso prezzo sta mettendo in dubbio le capacità di Tesla di continuare a dominare il mercato: a gennaio per la prima volta non è risultata l’azienda automobilistica ad aver venduto più auto elettriche, ma è stata sorpassata proprio da BYD. E nel primo trimestre dell’anno le sue vendite sono state in calo dell’8,5 per cento rispetto allo stesso periodo di un anno fa.

Secondo gli analisti gran parte del problema deriva proprio dal fatto che Tesla non può competere nel segmento di mercato delle auto di fascia più bassa, quelle che stanno andando per la maggiore perché sono proprio quelle che riesce a permettersi la maggior parte della popolazione. Attualmente Tesla non ha un’auto di fascia bassa. Il modello più economico di Tesla, la Model 3, viene venduto da listino per circa 39 mila dollari negli Stati Uniti, e in Unione Europea a circa 42 mila euro. Ma con personalizzazioni e accessori, i prezzi reali partono solitamente da più in alto.

Quando Tesla è entrata nel mercato delle auto elettriche, all’inizio degli anni Duemila, i suoi piani prevedevano prima di conquistare il mercato dei modelli di lusso, per poi ottenere grandi margini con cui progettare auto più a basso costo. Da quando Musk è amministratore delegato dell’azienda ha promesso spesso l’arrivo di un veicolo economico a investitori e consumatori, senza però mettere mai in atto progetti seri.

Nel frattempo Tesla è andata in direzione opposta rispetto a BYD e agli altri concorrenti, presentando sul mercato il Cybertruck, un bizzarro e costosissimo pick-up annunciato nel 2019 ma che ha avuto vari ritardi ed è arrivato nel mercato statunitense solo lo scorso novembre. Il prezzo del modello base è di 60mila dollari.

La scelta di muoversi in modo diverso dai concorrenti potrebbe aver avuto l’obiettivo di differenziarsi con la qualità delle vetture e il loro pregio. Ma l’azienda ha poi lanciato alcuni segnali contrastanti, perché ha cercato di battere le aziende cinesi tramite una riduzione generalizzata dei suoi prezzi di vendita, che in alcuni casi sarebbero scesi addirittura del 20 per cento.

Questa strategia è stata ritenuta incoerente e controproducente dalla maggior parte degli analisti, secondo i quali i consumatori potrebbero avere iniziato a percepire il prodotto come più economico e non più come un’auto futuristica e pregiata. E sul piano della convenienza hanno continuato a essere preferibili e più competitivi i modelli cinesi.

Come fa notare il Wall Street Journal, è vero che Tesla è in evidente difficoltà nelle sue strategie e che lo slancio che aveva qualche anno fa sembra essersi quantomeno sgonfiato. Resta però ancora leader di mercato negli Stati Uniti ed è forse l’azienda produttrice di auto elettriche ancora più conosciuta e innovativa dell’intero settore. E mentre molte aziende automobilistiche stanno facendo molta fatica a trarre profitti dai loro veicoli elettrici, dopo aver investito somme considerevoli per svilupparli, Tesla continua ancora a guadagnare enormemente dal suo business.

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