Che cosa ha sbagliato De Magistris

L'emergenza rifiuti non è certo colpa del neo-sindaco di Napoli, ma la semplificazione demagogica della sua soluzione sì

Il commento di Antonio Polito sul Corriere della Sera di oggi, riguardo l’emergenza rifiuti a Napoli e il ruolo del neo-sindaco Luigi De Magistris: su quello che è colpa sua e su quello che non lo è.

Neanche il critico più feroce di Luigi de Magistris può dare a lui la colpa del nuovo abisso in cui è piombata Napoli. Ma il disastro che ha sotto gli occhi dovrebbe aprirglieli anche sulle responsabilità che invece ha. Il neo-sindaco appartiene infatti a quella schiera di politici che diseducano l’elettorato con la favola della semplificazione, la sempiterna idea dei populisti secondo la quale non ci sono problemi difficili ma solo demiurghi capaci di risolverli se le masse li aiutano a far fuori i loro nemici, quelli che «non li lasciano lavorare».

La semplificazione operata da de Magistris è innanzitutto di tipo tecnico. Consiste nella parola d’ordine «rifiuti zero». Afferma che non c’è bisogno né di buchi dove sotterrare l’immondizia (discariche), né di impianti dove bruciarla trasformandola in energia (termovalorizzatori). È la stessa teoria che portò al disastro il governo Prodi, trascinatovi dall’allora ministro Pecoraro Scanio e dall’allora senatore rifondarolo Tommaso Sodano, che organizzava le proteste contro discariche e termovalorizzatori e che non a caso de Magistris ha scelto come suo vice-sindaco. Secondo questa favola, tutta l’immondizia può essere riciclata. Dunque non c’è bisogno di distruggerla in alcun modo. Il piano perciò presuppone non solo che la raccolta differenziata raggiunga la fantasmagorica cifra del 70%in poche settimane a Napoli. Ma presuppone anche che il restante 30% si volatilizzi. E presuppone che tutta la differenziata possa essere riciclata, il che non è vero. Tanto per dare un’idea: in Germania ed Austria, stati record in Europa, l’immondizia riciclata sfiora il 60%: ma il resto viene bruciata (30%) o sepolta (10%). A un intervistatore che gli chiedeva se non era più facile che il Napoli vinca la Champions piuttosto che il suo piano si realizzi, il sindaco ha risposto: «Questa è una città che ha bisogno di grandi speranze» . Nel frattempo, la disperazione dei napoletani l’ha spinto ad aprire dei «siti di trasferenza», eufemismo che sta per discariche: però a cielo aperto e, speriamo, temporanee.

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