Intanto, a Fukushima

Tre reattori hanno subito gravi danni e ci sono 90mila tonnellate di acqua contaminata da smaltire

di Emanuele Menietti

A oltre due mesi di distanza dal violento terremoto che ha colpito il Giappone settentrionale, causando una serie di onde anomale che si sono abbattute lungo la costa, le condizioni dell’impianto nucleare di Fukushima colpito dallo tsunami continuano a essere critiche. La TEPCO, la società energetica che ha in gestione la centrale, ha diffuso negli ultimi giorni alcuni aggiornamenti sullo stato dei reattori, rivelando che almeno tre dei sei reattori dell’impianto sono gravemente danneggiati.

Fusione nei reattori
Le barre di “combustibile” nucleare nei reattori 1, 2 e 3 sono rimaste esposte all’aria per un periodo di tempo tra le sei e le quattordici ore dopo le scosse di terremoto. Prive dei sistemi di raffreddamento, le barre hanno fatto reazione scaldandosi molto velocemente e fondendo in parte verso il fondo degli involucri in acciaio che contengono i reattori. I nuovi dettagli confermano l’avvenuta fusione a Fukushima e pongono nuovi interrogativi sulla sicurezza dell’impianto.

I rapporti della TEPCO si concentrano principalmente sul reattore 1. Il timore degli esperti della società è che, una volta sciolto, il combustibile nucleare sia filtrato all’esterno dell’involucro di contenimento attraverso alcune crepe, portando così ad alti livelli di contaminazione. Nel caso del reattore 3, invece, i tecnici hanno impiegato giorni per ridurre le temperature al suo interno e si teme che questo abbia potuto aggravare i danni ai sistemi, rendendo più difficoltosa la messa in sicurezza del reattore stesso.

La situazione rimane difficile anche per il numero 4, fuori servizio e in manutenzione al momento del terremoto e dello tsunami. L’impianto è stato sensibilmente danneggiato da una forte esplosione. La TEPCO sta progettando una serie di interventi per rinforzare l’edificio e l’involucro con cemento e acciaio per evitare che si formino crepe e perdite.

Acqua contaminata
Per mantenere basse le temperature dei reattori in attesa di ripristinare i sistemi di raffreddamento interni, i tecnici hanno utilizzato grandi quantità di acqua che si è contaminata. L’acqua radioattiva ha invaso diversi edifici dell’impianto ed è stata raccolta in parte in alcune vasche utilizzate per i sistemi di raffreddamento, ma c’è il timore che possa contaminare il terreno e l’area di mare intorno all’impianto. Si stima che nell’area vi siano circa 90mila tonnellate di acqua radioattiva, abbastanza da riempire 36 piscine olimpioniche, spiegano su Reuters.

Un altro morto
La scorsa settimana un tecnico al lavoro nella centrale è morto in condizioni ancora da chiarire. Stando alle informazioni fino a ora diffuse, l’uomo aveva circa sessant’anni e stava trasportando del materiale nell’impianto quando si è accasciato a terra privo di sensi. Il tecnico sarebbe morto per un attacco cardiaco e non per le radiazioni: era protetto da una tuta isolante e sul suo corpo non sono stati trovati segni di contaminazione. Gli incidenti mortali da dopo il terremoto a Fukushima I sono stati complessivamente tre.

Il nuovo piano
Nelle prossime ore la TEPCO diffonderà un nuovo piano per porre rimedio alle emergenze di Fukushima I. Si tratta di un aggiornamento del documento diffuso circa un mese fa, dove si ipotizzava la risoluzione delle principali criticità entro la fine dell’anno. Il primo obiettivo è legato a una corretta gestione dell’acqua contaminata: sarà trattata e “ripulita” per essere utilizzata nuovamente nei circuiti di raffreddamento dell’impianto. Il piano dovrebbe poi prevedere una serie di nuovi interventi per la messa in sicurezza dei reattori danneggiati, escludendo la possibilità di nuove fuorisciute radioattive.

Il governo giapponese ha confermato che l’aggiornamento del piano per il recupero di Fukushima non inciderà sui tempi previsti un mese fa. Le autorità hanno annunciato l’istituzione di un fondo per aiutare la TEPCO a risarcire le vittime della crisi, ma il fondo dovrà essere approvato con un voto parlamentare e l’opposizione ha sollevato alcune obiezioni al progetto.

Si stima che dall’area di Fukushima siano state evacuate complessivamente circa 80 mila persone. Intorno alla centrale è stato stabilito da subito un raggio di sicurezza pari a 20 chilometri. Nella zona è stato da poco disposto l’abbattimento di oltre 1.500 capi di bestiame. Il governo ha anche annunciato un piano per la costruzione di 24mila abitazioni temporanee per ospitare gli evacuati, che potranno usufruire anche di assistenza sanitaria avanzata per la valutazione di eventuali patologie legate all’esposizione alle radiazioni.

Che cosa può succedere
È difficile prevedere che cosa potrà accadere nelle prossime settimane nell’area dell’impianto nucleare. La TEPCO ha chiaramente un quadro abbastanza preciso delle principali criticità, ma è restia a dare tutte le informazioni necessarie sullo stato dei reattori e degli altri sistemi, scelta che condiziona la possibilità di fare previsioni più accurate.

La preoccupazione principale è data dalla possibilità di una contaminazione dell’area circostante alla centrale. Il timore è che il “combustibile” nucleare fuso del reattore 1 o l’acqua altamente radioattiva abbiano raggiunto il suolo, causando una contaminazione su larga scala difficile da contenere. Questo rimane sostanzialmente il peggior scenario possibile. Ipotesi meno pessimistiche contemplano la possibilità che l’area di contaminazione rimanga particolarmente isolata e all’interno dell’impianto, senza dispersione di materiale radioattivo nel suolo e nelle falde.  Formulare stime più precise al momento è quasi impossibile: l’alto livello di radiazioni complica i lavori presso la centrale e rende anche più difficile la valutazione dei danni.