I diritti sulle spiagge ridotti a vent’anni

Col vecchio sistema di spararla grossissima e poi fare una piccola retromarcia, dovrebbe essere operativo oggi il decreto Tremonti

Con una pratica non nuova, il governo sembra intenzionato a portare a casa il risultato sui diritti di sfruttamento degli stabilimenti ed esercizi commerciali sulle spiagge con una piccola marcia indietro: dopo averla sparata grossissima (prolungamento dei suddetti e contestati diritti di 90 anni, in violazione delle direttive europee), il ministro Tremonti vuole mostrarsi disponibile e in realtà ottenere che il prolungamento sia di ben vent’anni. Lo spiega oggi il Corriere della Sera.

Sugli edifici e le strutture realizzate sugli arenili in regime di concessione sarà possibile esercitare il diritto di superficie, ma per un periodo di tempo assai più limitato, 20 anni, rispetto ai 90 anni previsti nel testo originario del decreto sullo sviluppo approvato la scorsa settimana dal governo. Un periodo al termine del quale le concessioni demaniali marittime, con i relativi diritti di superficie, sarebbero di nuovo messe sul mercato con un’asta pubblica aperta a tutti i concorrenti europei. Sarebbe questa la «mediazione» raggiunta tra l’esecutivo e gli uffici del presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, cui spetta il compito di controfirmare il decreto che avvia una parte delle riforme previste dal Piano nazionale, tra le quali il nuovo regime per la gestione delle aree del demanio marittimo. Quello dei diritti di superficie era sostanzialmente l’unico aspetto problematico sottolineato dal Quirinale nel vaglio del provvedimento, che ora potrà essere emanato formalmente. «Credo che domani (oggi per chi legge, ndr) il decreto sarà pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale» , ha confermato il ministro dell’Economia, Giulio Tremonti, senza fornire dettagli sulle modifiche che sarebbero state concordate sul testo del provvedimento.

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