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  • Lunedì 9 maggio 2011

Che facciamo con la Grecia?

I paesi dell'Unione Europea in contatto continuo sul riaccendersi della crisi greca: la Germania non si fida

Governor of Bank of Greece, Georgios Provopoulos (2nd-R) arrives at the Governing Council meeting of the ECB (European Central Bank) at the Bank of Finland in Helsinki on May 5, 2011. ECB policymakers prepared to meet Thursday after Portugal became the third eurozone country to seek a bailout. AFP PHOTO/JONATHAN NACKSTRAND (Photo credit should read JONATHAN NACKSTRAND/AFP/Getty Images)
Governor of Bank of Greece, Georgios Provopoulos (2nd-R) arrives at the Governing Council meeting of the ECB (European Central Bank) at the Bank of Finland in Helsinki on May 5, 2011. ECB policymakers prepared to meet Thursday after Portugal became the third eurozone country to seek a bailout. AFP PHOTO/JONATHAN NACKSTRAND (Photo credit should read JONATHAN NACKSTRAND/AFP/Getty Images)

«La crisi finanziaria europea ha chiuso il cerchio ed è tornata al problema da cui era partita più di un anno fa» scrive il Wall Street Journal oggi: «Come salvare il guasto stato greco dal finire i soldi». Secondo i responsabili dell’Unione Europea ascoltati dal giornale alla Grecia serviranno 30 miliardi di euro di finanziamente ulteriori per affrontare il 2012.

La notizia dell’uscita della Grecia dall’Euro, seminata dalla rivista tedesca Spiegel nei giorni scorsi e smentita dal governo greco, è il sintomo dell’agitazione che la crisi greca sta diffondendo nel resto del continente. Una nuova riunione dei ministri delle finanze a Bruxelles la settimana prossima – e preceduta da colloqui informali venerdì scorso a Lussemburgo – avrà al centro il problema, ma secondo il Wall Street Journal un accordo sul da farsi è molto lontano. In Germania in particolare l’opposizione a nuovi aiuti europei per la Grecia è molto forte, come è forte la consapevolezza che non si tratti di un problema destinato a scomparire presto comunque. Ma l’alternativa è una bancarotta che potrebbe avviare una crisi bancaria internazionale più grande anche di quella seguita al fallimento di Lehman Brothers nel 2008.

L’ipotesi dell’uscita della Grecia dall’euro – che ha fatto crollare la moneta quando si è diffusa venerdì – è stata drasticamente esclusa anche da tutti i responsabili finanziari dell’Unione Europea e dai responsabili presenti ai colloqui in Lussemburgo. In quella sede, il ministro delle Finanze greco George Papaconstantinou ha spiegato ai suoi colleghi che la Grecia potrebbe avere bisogno di arrivare fino al 2016, invece che al 2014 come deciso finora, per ridurre il suo deficit al 3% del prodotto nazionale lordo. I dubbi della Germania si riferiscono in particolare alla capacità greca di privatizzare le proprietà statali e limitare l’evasione fiscale. E i responsabili tedeschi chiedono che eventuali aiuti alla Grecia siano concessi soltanto in cambio di garanzie stringenti su questi fronti e che coinvolgano i proprietari di bond greci sull’estensione dei loro termini.

(JONATHAN NACKSTRAND/AFP/Getty Images)