Masi lascia la Rai?

Repubblica dice che martedì il direttore generale se ne andrà, con un anno di anticipo

L’era Masi è al tramonto. Martedì prossimo, con un anno di anticipo sulla scadenza, il direttore generale della Rai lascerà l’ufficio al settimo piano di viale Mazzini e spegnerà la luce dietro di sé. Missione fallita, il premier è scontento, i “nemici” di Berlusconi sono ancora tutti al loro posto: da Santoro alla Gabanelli, da Fazio a Floris, fino alla Dandini. Nonostante gli innumerevoli tentativi di imbrigliarli e censurarli in pubblico, nonostante Masi ce l’abbia messa tutta, quei cinque sono ancora in video. E il direttore generale, quello che criticò le pressioni del premier sulla Rai in una memorabile intercettazione – «manco nello Zimbabwe» – ora se ne deve andare.
Certo, non andrà in esilio a Ventotene.
È pur sempre un ex segretario generale di Palazzo Chigi e Gianni Letta lo tiene in gran conto. Per lui è dunque pronta la poltrona di amministratore delegato di Snam Rete Gas. Una postazione defilata (occupata ora da un ingegnere giudicato da tutti molto competente, Carlo Malacarne) ma che consentirebbe a Letta di mettere un suo uomo nella società controllata dall’Eni, soprattutto se il presidente del cane a sei zampe, Roberto Poli, dovesse essere sostituito da un candidato scelto da Tremonti. Oltretutto la Snam, il colosso che possiede materialmente i “tubi” del gas, si trova al centro in questi giorni di una partita delicatissima. L’ultimo consiglio dei ministri ha approvato il decreto legislativo che dovrebbe portare alla separazione di Snam da Eni, restituendo alla società pubblica una piena autonomia. Ma Scaroni sembra avere altri piani ed è tornato a parlare di una possibile vendita del gioiello di famiglia.

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