I cinque luoghi più sicuri della Terra

Slate ha cercato le nazioni meno esposte ai disastri naturali (ce n'è anche una piccola piccola)

Due settimane fa il Giappone settentrionale è stato devastato da un terremoto di magnitudo 9.0 e inondato da un violento tsunami. Ieri in Birmania un forte sisma ha causato la morte di oltre cento persone. Nelle Filippine a fine febbraio la spettacolare eruzione del vulcano Bulusan ha messo in pericolo la vita di chi abita nei villaggi dell’area. L’estate scorsa in Pakistan una serie di alluvioni ha colpito quasi venti milioni di persone. Due anni fa, un terremoto con magnitudo 5,9 ha colpito la provincia dell’Aquila, distruggendo molti palazzi antichi del capoluogo e causando la morte di oltre trecento persone. Ogni anno l’umanità deve fare i conti con centinaia di disastri naturali e viene da chiedersi se esistano davvero posti del mondo più sicuri di altri.

Jeremy Singer-Vine ha provato a rispondere a questa domanda su Slate. Per farlo ha consultato l’International Disaster Database, dove sono raccolte e catalogate tutte le principali catastrofi naturali dall’inizio del Novecento. I paesi in cui non ci sono state vittime per alluvioni, siccità, terremoti o altri eventi naturali nell’ultimo secolo sono almeno cinque: Estonia, Qatar, Bahrein, Emirati Arabi Uniti e Andorra.

È difficile dire con certezza se questi cinque paesi siano davvero i più sicuri, almeno statisticamente, per quanto riguarda le catastrofi naturali. Il Database è molto ricco di informazioni dal suo anno di fondazione in poi, il 1988, mentre risulta carente nella catalogazione di alcuni disastri naturali avvenuti negli anni precedenti. È probabile che nel Qatar o negli altri paesi della cinquina, spiega Singer-Vine, si siano verificati eventi naturali rimasti fuori dal Database.

I dati sul numero di morti non è necessariamente l’informazione più adeguata per capire il livello di esposizione di un paese alle catastrofi naturali, ma sono il dato più accurato disponibile. Consentono anche di confrontare tra loro mele e pere – i danni causati da un ciclone contro quelli di un terremoto e così via – in un modo che non potrebbe essere fatto contando il semplice numero dei disastri che si verificano. Ma i dati sulla mortalità alterano i risultati finali notevolmente perché i paesi più avanzati o dove la densità abitativa è più bassa subiscono minori perdite.

Gli esperti di sicurezza e i responsabili dei piani di emergenza sono poi più interessati ai paesi maggiormente esposti ai disastri naturali, e questo complica la creazione di una classifica davvero affidabile. Negli elenchi dei paesi più vulnerabili compaiono quasi sempre ai primi posti l’Etiopia e il Bangladesh.

Per l’International Disaster Database, la catastrofe naturale che ha causato il maggior numero di morti in Italia a partire dal Ventesimo secolo è stato il terremoto di Messina con almeno 75mila vittime, seguito dal terremoto della Marsica del gennaio del 1915 che ha causato trentamila morti.