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  • Mercoledì 23 febbraio 2011

Il mondo comincia a spazientirsi con la Libia

L'ONU condanna le repressioni, che proseguono soprattutto nelle città vicine a Tripoli

Lynn Poscoe, U.N. Under Scretary General for Political Affairs, speaks during a briefing following private meetings of the U.N. Security Council concerning Libya on Tuesday, Feb. 22, 2011, at United Nations headquarters. (AP Photo/Bebeto Matthews)
Lynn Poscoe, U.N. Under Scretary General for Political Affairs, speaks during a briefing following private meetings of the U.N. Security Council concerning Libya on Tuesday, Feb. 22, 2011, at United Nations headquarters. (AP Photo/Bebeto Matthews)

La notte in Libia è passata tra notizie ancora confuse su nuove rivolte e nuove repressioni da parte di soldati e milizie fedeli al regime di Moammar Gheddafi. La notizia principale è stata la condanna delle violenze contro la popolazione civile da parte del Consiglio di Sicurezza dell’ONU riunito ieri sera in un meeting di emergenza. Un passo ulteriore lo ha fatto il Perù, che stamattina ha interrotto i rapporti diplomatici con la Libia.

Ma ieri sera a ottenere l’attenzione di chi seguiva in rete e in tv gli sviluppi della situazione è stata l’intervista alla tv Al Arabiya del ministro dell’Interno Abdul Fatah Younis che ha annunciato di aver abbandonato il regime per sostenere la causa dei rivoltosi e ha previsto la caduta di Gheddafi, giudicando il suo discorso di ieri un sintomo di gravissime difficoltà che “potrebbero portarlo a essere ucciso o a a uccidersi”.

Il quadro dei combattimenti sul campo è ancora molto poco chiaro. La parte orientale del paese viene ritenuta in mano ai rivoltosi, anche se si tratta di fazioni molto disunite tra loro. Mentre si sono avute molte segnalazioni su nuovi scontri e repressioni soprattutto a Tripoli e nelle città più vicine alla capitale, ma anche ancora intorno a Bengasi. Ci sono testimonianze di mercenari e uomini fedeli a Gheddafi che si aggirano per Tripoli compiendo violenze e omicidi, e segnalazioni di corpi portati via e feriti negli ospedali. Human Rights Watch ha parlato di 62 morti in due ospedali dopo le violenze di lunedì notte. Continuano a circolare molte voci difficili da verificare e tra quelle che attraggono l’attenzione dei governi internazionali ci sono le ipotesi che Gheddafi voglia fare scelte ricattatorie o disperate sugli impianti e le forniture del petrolio.

Nel primo intervento pubblico in una conferenza stampa televisiva, i portavoce del governo libico hanno accusato i media internazionali – e in particolare Al Jazeera – di fomentare la rivolta mentendo su ciò che sta accadendo. Intanto proseguono le evacuazioni dei cittadini stranieri dal paese: ieri notte l’ambasciata americana ha annunciato che una nave partirà da Tripoli questa mattina diretta verso Malta per i cittadini statunitensi.