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  • Venerdì 6 agosto 2010

La rapidissima campagna elettorale australiana

Si vota il 21 agosto, e tra laburisti e conservatori il distacco è minimo

Nonostante abbia da poche settimane un nuovo primo ministro, l’Australia si appresta a una nuova tornata elettorale. Julia Gillard aveva conquistato la carica lo scorso 24 giugno, vincendo il confronto con l’ex primo ministro Kevin Rudd che aveva proposto e perso un “leadership spill” – un confronto interno – per verificare l’appoggio del partito laburista al governo. Dopo appena tre settimane di governo, Gillard ha deciso venti giorni fa di indire immediate elezioni per il prossimo 21 agosto, sulla base dei sondaggi che le attribuivano un forte consenso da parte dell’elettorato, con l’obiettivo di rinforzare la propria maggioranza e governare con meno impedimenti.

Già ministro nel governo di Rudd, Julia Gillard si è lasciata convincere dall'”ora o mai più” degli analisti politici, ma ora le cose sembrano essere cambiate notevolmente e la vittoria non appare più così scontata. Gli ultimi sondaggi danno in progressivo recupero la coalizione dei liberali sul partito laburista della Gillard. Stando all’Economist, l’opposizione aveva quattro punti di vantaggio a fine luglio e ora i due schieramenti sono dati al 50%.

Il notevole calo di consensi per i laburisti è principalmente dovuto alle indiscrezioni sulla condotta di Julia Gillard quando ricopriva la carica di ministro nel governo Rudd. È accusata di aver affossato alcune politiche per la famiglia, come gli incentivi per i giovani per lasciare l’abitazione dei genitori, e un aumento delle pensioni. I due provvedimenti sono ora sostenuti da Gillard, secondo i detrattori per mero opportunismo elettorale.

La strada per Julia Gillard appare accidentata anche a causa dei forti contrasti all’interno del partito. Il “leadership spill”, la procedura per decidere chi deve assumere il comando del partito, e il repentino allontanamento di Rudd hanno portato a forti divisioni e conflitti tra i laburisti. Rudd è del Queensland, uno Stato che potrebbe rivelarsi fondamentale per l’elezione della candidata laburista. Gillard ha così invitato Rudd a mettere da parte i rancori per sostenerla nella campagna elettorale.

L’ex primo ministro ha accettato e si darà da fare non solo nel Queensland, ma anche nel Nuovo Galles del Sud, un altro stato molto importante per aumentare le possibilità di essere eletti. I media australiani hanno dato grande risalto al nuovo impegno di Rudd e la forte immagine dell’ex primo ministro rischia di mettere in ombra quella della vera candidata, che fatica a trovare un’efficace linea per la sua campagna elettorale.

In queste due ultime settimane prima del voto, Gillard potrebbe far leva sulle buone condizioni dell’economia australiana, che ha resistito meglio di molto altri paesi alla crisi economica. Un risultato che la candidata potrebbe rivendicare come un successo della politica economica dei laburisti. La Banca centrale ha deciso martedì di lasciare i tassi d’interesse inalterati al 4,5%. I conservatori ricordano però bene le parole di Julia Gillard a pochi giorni dal “leadership spill”, quando affermò che il governo di Rudd «stava andando fuori strada» e non mancano di ricordarlo nelle interviste sui giornali e in televisione.

Il candidato della coalizione conservatrice, Tony Abbott conduce la sua campagna elettorale e intanto si frega le mani vedendo i laburisti in affanno. Abbott ha 52 anni ed è da nove mesi il leader del Partito Liberale e dell’opposizione nel parlamento australiano. Nato in Inghilterra da genitori australiani, Abbott si è laureato in economia a Sidney e ha una biografia personale piuttosto tormentata. A 19 anni divenne padre di un bambino, che fu dato in adozione. Ventisette anni dopo scoprì di non essere il padre biologico del ragazzo, che intanto si era ricongiunto con la sua madre naturale. Nel 1983 decise di entrare in seminario guadagnandosi, una volta abbandonata quella strada ed entrato in politica, il nomignolo “the mad monk” (il monaco pazzo). È stato poi più volte ministro nel governo conservatore di John Howard.

Abbandonato il seminario, Abbott intraprese una carriera da giornalista e nel 1994 ottenne un seggio nella Camera dei rappresentanti tra i conservatori. Negli anni successivi è stato più volte ministro e nel 2006 ha condotto una campagna molto incisiva contro la RU486, la pillola abortiva. Abbott è in netto recupero, ma al momento è distante nei sondaggi sul politico che gli australiano vorrebbero come primo ministro.