repubblica.it
L’invasione acustica sul web italiano
Io penso da sempre che Internet sia uno spazio silenzioso. Come un libro, come un quotidiano sfogliato alla luce di una lampada [Continua]

Crash
Repubblica.it ospita un blog di Piergiorgio Odifreddi; Odifreddi ieri ci ha scritto questa cosa: In questi giorni si sta compiendo in Israele l’ennesima replica della logica nazista delle Fosse Ardeatine Repubblica.it gli ha cancellato il post. Odifreddi ha chiuso il … Continua a leggere→

Mario Monti a Repubblica.it
Un'intervista di un'ora con le domande dei visitatori del sito, comprese spiegazioni sulla monotonia del posto fisso

Non c’è Flickr che tenga
Il responsabile di un'agenzia fotografica dice la sua sulle riflessioni di Michele Smargiassi riguardo alle foto online

“Il panorama è cambiato”
Michele Smargiassi di Repubblica parla dell'uso gratuito delle foto che si trovano online: segue dibattito

Altri articoli su questo argomento
Il popolo della rete
«Come la vanga, il rastrello, la lima da unghie, il colapasta (elenco allungabile a piacere), il retino da pesca è uno di quegli oggetti che non sono segno specifico di alcuna epoca, non hanno età, e ci danno l’illusione che almeno qualche traguardo definitivo l’umanità l’abbia raggiunto»

Affar nostro
«Rimango dell’opinione che Biden non avrebbe dovuto mettere nel conto un secondo mandato (Trump, nemmeno il primo)»

Mettere radici
«Quello che volevo raccontarvi è questo mio oscillare un poco schizofrenico tra uno sradicamento “di nascita”, che ho sempre vissuto come un privilegio, un antidoto perenne al provincialismo, una spinta alla libertà di pensiero e di azione. E però una profonda attrazione per il concetto stesso di “radici”»

Ridere, delle follie del mondo
«Che si può fare di utile e di intelligente, se non, come si dice nei peggiori bar del nostro paese, pigliarli per il culo? È la via migliore, tra l’altro, per non guastarsi l’umore»

«Esco, serve niente?»
«E dunque spesso rimugino su quanto leggera, forse vacua, sia la mia pretesa di uscire ogni mattina. Un poco mi sento in colpa. A volte penso che, nel cumulo di ore spese, lungo la vita, a cazzeggiare in giro per la strada, avrei potuto scrivere l’Iliade, ammesso di avere un talento omerico»

Drammi veri e granchi pelosi

Esistono ancora i campi
«Montagne di cibo mediocre riempiono i carrelli dei frettolosi (ovvero di noi tutti). Non esiste etichetta che riporti il salario orario di chi ha curato o raccolto quel cibo. Abbiamo imparato a fare un poco più di attenzione ai possibili veleni, additivi a rischio, coloranti non richiesti, possiamo orientarci tra bio e non bio, ma dei costi sociali di quello che mangiamo siamo completamente all’oscuro»

Scuoti quella fronda di ciliegio
«È ottimo anche come legna da ardere. È duro e pesante (quasi quanto la quercia) e dunque se cade su un piede può fare molto male»

Una breve passeggiata

Comunque belli
«La bellezza senza sforzo, senza calcolo, di Françoise Hardy rimanda all’epoca – privilegiata – nella quale sembrò che un filo (appena un filo) di mascara, un paio di jeans, i capelli al vento e una macchina usata bastassero per mettersi in cammino, a condizione che si avessero vent’anni»

Chi era poi Elena Ferrante?
Ora un convegno di studiosi torna a indicare lo scrittore Domenico Starnone, a chi interessa ancora parlarne

Con calma e per favore
«La libertà non è una medicina da somministrare con la violenza: il paziente te la sputa in faccia»

A guardare nei ricordi
Diario sparso degli ultimi quattro anni del Post attraverso gli incipit della sua famosa newsletter

Il giornalismo degli squali
Chi lo avrebbe mai detto che in Italia i guardiani dell’informazione si sarebbero trasformati in così poco tempo in una legione di blogger stanchi? [Continua]
