“Il panorama è cambiato”

Michele Smargiassi di Repubblica parla dell'uso gratuito delle foto che si trovano online: segue dibattito

Michele Smargiassi, bravo giornalista di Repubblica, tiene un blog sul sito di Repubblica in cui si dedica alla sua passione e competenza per la fotografia. Ieri ha scritto un lungo e articolato post in risposta alla contestazione di alcuni fotografi sull’appropriazione da parte del sito di Repubblica di alcune loro foto. La contraddizione non è nuova e in rete viene molto segnalata da tempo: Repubblica.it è da tempo usa a ripubblicare sul suo sito immagini e video tratti da siti esterni o lavoro altrui spesso senza segnalarne neanche la provenienza, mai linkando le fonti originali, spesso tacendone gli autori. Pratica secondo i critici resa ancora più anomala – a differenza da quanto avviene su blog o siti che riconoscono e linkano le fonti originali e si dispongono a una reciprocità – dalla notazione sul copyright applicata da Repubblica a margine di ogni suo contenuto. Anche se non risultano casi in cui Repubblica abbia contestato utilizzi dei propri contenuti – spesso integralmente – da parte di altri siti.

Questo il lungo testo di Smargiassi:

Non sono né il sindacalista dei fotografi, né l’avvocato d’ufficio dei giornalisti, e neppure l’ufficio reclami di Repubblica. Ma la lettera che mi è giunta qualche giorno fa mi chiede di discutere di una questione controversa e complessa, ovvero la ripubblicazione su Internet di fotografie prese da altri siti Internet, in termini non solo stimolanti ma anche appropriati agli scopi e agli interessi di questo blog, quindi non posso e non voglio eluderla.
Prima la lettera, della cui civiltà vi ringrazio. Poi quello che mi sento di rispondere. Mi scuso se la lunghezza del post risulterà imbarazzante. Ma credo che molti saranno interessati. (continua a leggere sul blog di Michele Smargiassi)

A Smargiassi ha risposto Massimo Mantellini sul suo blog.

Michele Smargiassi sul suo blog su Repubblica scrive un post lunghissimo per spiegare come mai Repubblica si disinteressa del copyright altrui e pesca su Internet le foto che pubblica sul suo sito, spesso alterandole per eliminare watermark e provenienza. Dice che il mondo è cambiato ed è diventato fluido. Ha ragione. Come il peggior Dagospia dice poi che chi carica contenuti online deve mettere in conto che tali contenuti potranno essere ripresi. Ha di nuovo ragione. Purtroppo, in mezzo a un numero ampio di paragoni senza senso (la foga talvolta è cattiva consigliera), Smargiassi, che pure è un bravo giornalista, svicola completamente il punto centrale di tutta la questione che è quello dell’utilizzo di quelli immagini “trovate” su Internet. In nove casi su dieci i contenuti che attraversano Internet lo fanno fuori da rilevanti contesti economici. Nel decimo questo non avviene ed il detentore dei diritti si sente giustamente raggirato. Una discreta percentuale dei contenuti che oggi compongono i siti web dei grandi editori vengono dalla rete, testi foto ed altro, fino alla per me irritantissima abitudine di prendere frammenti di video da Youtube e rinominarli con il logo del proprio giornale (quando li si potrebbe tranquillamente embeddare). Molto spesso basterebbe poco per comporre piccole tensioni, un link, una citazione corretta, l’attenzione per il tipo di licenza scelta. Su Flickr si potrebbero fare ricerche limitandosi alle foto in CC. Ripulita da una grande arroganza di fondo la composizione fra contenuti sotto copyright e liberi è molto spesso possibile anche all’interno di dinamiche economicamente rilevanti. Però bisogna volerlo e non peggiorare le cose scrivendo migliaia di battute con il tono del maestrino a spiegarci che il mondo è diventato fluido.

Smargiassi ha così commentato il post di Mantellini:

Appunto, bisogna volerlo, cioè bisogna pensarci, comprendere il sistema e sforzarsi di trovare soluzioni. Mi spiace se l’ho fatto con troppe parole, ma lo scopo era questo. Pensa davvero che dopo questa lunga discussione le cose siano peggiorate?

E in un’ultima risposta notturna ai suoi commentatori, Smargiassi ha dovuto precisare:

Io NON giustifico affatto l’appropriazione indebita di opere protette, non l’ho scritto e non lo penso. Io mi chiedo e chiedo a chi non ha la ragione ottusa dalla vis polemica di cercare di capire perché il Web si presta così bene all’appropriazione, cosa c’è dietro la cultura del Web che rende così leggeri gli scupoli, perché capirlo è l’unico modo per trovare una soluzione. Che a mio modesto parere non sta nell’applicazione al Web delle regole del diritto d’autore tradizionali, ma sta nella ricerca di regole nuove che tutelino sia il mdiritto dell’autore al riconoscimentod el proprio lavoro che la condivisione dei prodotti culturali.