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  • Sabato 9 settembre 2017

Chi era poi Elena Ferrante?

Ora un convegno di studiosi torna a indicare lo scrittore Domenico Starnone, a chi interessa ancora parlarne

Le copertine della quadrilogia L'amica geniale
Le copertine della quadrilogia L'amica geniale

Negli ultimi anni sono state fatte diverse ricerche sulla reale identità della scrittrice Elena Ferrante, soprattutto dopo il grande successo internazionale ottenuto dai romanzi della quadrilogia L’amica geniale pubblicati da E/O. Periodicamente, qualcuno fa un’ipotesi a cui segue qualche giorno di dibattito, limitato certo alla bolla degli italiani che leggono i libri e si interessano alle questioni dell’editoria, oltre che agli addetti ai lavori. Le grandi attenzioni ricevute dalla questione sulle pagine culturali dei quotidiani, sui siti e sui blog, però, scompaiono puntualmente nel giro di poco tempo: l’interesse diminuisce rapidamente e per mesi non se ne parla più.

Nel tempo sono stati fatti diversi nomi: quello della professoressa di Storia contemporanea all’università di Napoli Federico II Marcella Marmo, del critico Goffredo Fofi, dei fondatori di E/O Sandro Ferri e Sandra Ozzola, della traduttrice Anita Raja (in particolare dopo l’inchiesta del giornalista Claudio Gatti pubblicata l’anno scorso sul Sole 24 Ore) e anche quello di Domenico Starnone, tra le altre cose marito di Raja, che è tornato di nuovo in quest’ultimo studio portato avanti da un gruppo di professori universitari provenienti da tutto il mondo e che si sono incontrati all’università di Padova per esporre i risultati delle loro comparazioni tra i testi di Ferrante e quelli di altri scrittori italiani. Qui il peraltro direttore del Post Luca Sofri aveva spiegato perché è legittimo, e anzi interessante, indagare sulla reale identità di Elena Ferrante.

A questo punto Elena Ferrante potrebbe decidere di confessare la sua vera identità per sfinimento. La scrittrice misteriosa più amata e più venduta all’estero è stata di nuovo oggetto di una ricerca volta a scoprire chi è. Stavolta, però, nessuno è andato a frugare nella situazione patrimoniale di Anita Raja o in quella di Domenico Starnone, i due principali indiziati. A mettersi di buona lena a indagare su chi si nasconderebbe dietro lo pseudonimo è un gruppo di professori universitari provenienti da tutto il mondo, che ieri si sono incontrati all’università di Padova nel workshop “Drawing Elena Ferrante’s profile” per discutere insieme i risultati del loro lavoro di ricerca. Alla fine del summit, organizzato nell’ambito della scuola estiva Quantitative Analysis of Textual Data, è solo uno il nome su cui tutti hanno puntato: Domenico Starnone. «I risultati non lasciano spazio a dubbi, in Elena Ferrante c’è la mano di Domenico Starnone», dice il linguista Michele Cortelazzo, promotore insieme alla statistica Arjuna Tuzzi di quest’opera investigativa collettiva basata sulla comparazione di 150 romanzi e 40 autori contemporanei attraverso il metodo dell’analisi quantitativa degli elementi lessicali e stilistici ricorrenti. Dentro il loro database di indiziati sono finiti molti autori napoletani e campani (da Starnone a Francesco Piccolo, da Fabrizia Ramondino a Erri De Luca, da Giuseppe Montesano a Michele Prisco), oltre a bestselleristi (tra cui Gianrico Carofiglio, Paolo Giordano, Susanna Tamaro, Giorgio Faletti e Alessandro Baricco) e molte donne finora insospettabili come Michela Murgia o Melania Mazzucco. C’è perfino Nicola Lagioia, che contro Ferrante portò a casa il premio Strega 2015.

(continua su Repubblica.it)