marcel proust
Una costellazione / 2
«Mangiamo un falafel, passiamo davanti al Rote Flora, torme di ragazzini con skateboard ci ronzano accanto, scendiamo verso St. Pauli e visitiamo il Jüdischer Friedhof Altona — le tombe ashkenazite spiccano in un sottobosco un po' selvatico, privo di cure; quelle sefardite giacciono orizzontali coperte di una lievissima patina verdastra — e io continuo a rimuginare»

Un regalo di Natale al giorno: -19
Un librino con le risposte di Marcel Proust al questionario che gli deve il nome, e lo spazio per annotare le proprie e quelle di amici e parenti

Come leggere “Alla ricerca del tempo perduto”
Il romanzo di Marcel Proust, morto un secolo fa, è considerato roba da lettori fuori dal comune: ma con un po' di strategia può essere alla portata anche di quelli più ordinari

A ottobre uscirà in Francia una raccolta inedita di Marcel Proust
Intitolata "Le Mystérieux Correspondant": sono 9 racconti mai pubblicati che parlano soprattutto di omosessualità

Anche Proust si lamentava dei vicini rumorosi

In questo video c’è Marcel Proust?
Tutti gli esperti dicono di sì, si vede scendere le scale di una chiesa durante un matrimonio: finora c'erano solo fotografie

Storie dal Ritz di Parigi
L'hotel in cui morì Coco Chanel e in cui passarono molte serate Hemingway e Fitzgerald ha riaperto a giugno, dopo 4 anni di ristrutturazione

Le madeleine di Proust, che non erano madeleine
Manoscritti appena pubblicati di "Alla ricerca del tempo perduto" mostrano che inizialmente erano semplice pane tostato

Altri articoli su questo argomento
Le opere che perdono il copyright nel 2019
Non moltissime, in Europa, ma sarà un anno fondamentale per gli Stati Uniti

Principianti si diventa
Sei domande a Ester Armanino e Gianni Biondillo, gli scrittori che insegnano al corso "Scrivere di sabato" della Scuola Belleville

Ma quanto sono strazianti i vecchi filmini?
«Il nodo allo stomaco era sempre lì. Rivedevo la loro, la nostra vita scivolare muta, tutti noi nello spazio come se lo stessimo occupando in questo momento. I ricordi mi venivano addosso»

La lingua di mezzo
«Succede qualcosa all’italiano, quando a usarlo è una persona che non è nata e cresciuta parlandolo e scrivendolo. Per queste persone l'italiano è una terra straniera in cui si muovono da intrusi. Ma questo vale anche nel senso contrario: da un certo punto in poi, anche l’italiano vive in loro come un intruso. Di certo questa presenza straniera cambia il loro mondo, ma anche quello di chi ha l’italiano come lingua madre».

Teoria e storia del “Selfismo”
Giacomo Papi spiega cosa c'è nel nuovo numero della rivista "Sotto il vulcano" e cosa sta succedendo agli scrittori, e a noialtri

Odessa non è solo Odessa
«È questo che, in fin dei conti, mi pareva normale quando fumavo narghilè chiacchierando con Stefano sulla Deribasovskaya e scendendo verso il porto sulla scalinata Potemkin: mi pareva normale immaginare la vita, andare – se non altro con la mente – dove diavolo mi pareva. Eppure, a suon di missili e bombe, ci stanno ricordando che normale non è per niente».

Vi piacerebbe cenare con uno scrittore?
Come Ryan Gattis, Maurizio de Giovanni e Tayari Jones: potete farlo allo Zacapa Noir Festival di Milano, fino a giugno

C’era una volta “C’era una volta in America”
«Ecco cosa c’è di universale, in Noodles. Non rifiuta di vendicarsi, ma vuole farlo a modo suo. E il suo “modo di vedere le cose” sono il silenzio e l’assunzione di responsabilità. Mi sembra che non ci sia niente di più universale della conquista di una simile consapevolezza. Questo mi ha insegnato Noodles. Il suo desiderio di riscatto, pur con tutte le ferite autoinflitte e impossibili da rimarginare, è alla base del meccanismo di identificazione che tanto mi ha stravolto dopo la prima visione del film. La ricerca della salvezza, l’accettazione del proprio destino, malgrado la paura e il dolore. L’innocenza si perde una volta sola – Dominic è già morto, per sempre –, e l’immobilità non impedisce al destino di bussare».

15 idee per cominciare a pensare ai regali di Natale
La consueta lista di novembre per chi è impaziente di iniziare o semplicemente non vuole ridursi all'ultimo

Olivia Laing e le vite che intreccia
Mescolando in modi imprevisti biografie di artisti e pensatori, la scrittrice inglese si è costruita una nicchia appassionata

Pollo coltivato, ostriche in vitro e magiche polpette
«Avevo tredici o quattordici anni quando smisi di mangiare carne e uova. Ho meditato a lungo sui possibili motivi della mia repulsione e oggi trovo plausibile che la causa scatenante sia stato l’odore di carne cruda della macelleria in cui andavo con mia nonna. Anche Erik van Loo, lo chef del Bistro in vitro, il ristorante di Amsterdam che ha un menu basato sulla carne coltivata, racconta di un macellaio: suo padre»
