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Le luci di “Stranger Things”

Stranger Things è una serie tv in otto episodi, su Netflix dal 15 luglio, e se ne è parlato benissimo sia negli Stati Uniti che in Italia: soprattutto tra chi apprezza gli anni Ottanta, i Goonies e quel tipo di estetica. Oltre ad avere una storia piuttosto avvincente, Stranger Things è ricca di riferimenti, rimandi e citazioni degli anni Ottanta: ci sono misteri da risolvere, fenomeni soprannaturali, protagonisti bambini. Le riprese sono fatte con uno stile molto anni Ottanta: movimenti di camera, luci, lenti e altre cose tecniche sono appositamente fatte per dare alla storia toni, ritmi e colori dei film di quegli anni. Il video di Room 237 si concentra sull'uso delle luci nella serie, e il ruolo che hanno torce, fari, illuminazioni natalizie, l'ambiente oscuro della foresta, le lampadine che lampeggiano.

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«È stato un po’ strano guardare il film, che ha tutta l’aria di essere un film d’essai, in un multisala di Shinjuku con Godzilla che sbuca sul tetto. Ma dai primi minuti ho provato una forte nostalgia: la casa abitata dal protagonista è identica a quella in cui ho passato i cinque anni all’inizio della mia vita a Tokyo. Le case costruite in quel periodo e sopravvissute alla modernità sono tutte fatte allo stesso modo, hanno tutte le stesse forniture di serramenti, lavandini, balaustre alle finestre e persino le stesse luci con le cordicelle per accendere e spegnere quando, al mattino, bisogna lavarsi i denti nell’unico lavandino della casa che serve anche da lavello della cucina»

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Salvare animali a Kharkiv

«Kharkiv alle luci del primo mattino appare diversa dai villaggi attraversati con Max e Cristina. Quando arriviamo di fronte alla porta della sede centrale di ARK ad attenderci c’è già Yarina, una delle responsabili dell’associazione. Ci chiede di accendere le torce dei cellulari perché pochi minuti prima c’è stato un blackout. Il buio corridoio di ingresso si apre all’interno su uno spazio più grande, illuminato da finestre che danno su un cortile. All’interno centinaia di gatti di ogni razza sonnecchiano e giocano tra installazioni in legno create appositamente. “Questo è uno dei più grandi rifugi per gatti che abbiamo, alcuni sono in quarantena, altri sono già stati adottati"».

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