Cole Porter
Le opere libere da diritti nel 2015
Linkiesta ha raccolto i nomi degli artisti, scrittori e musicisti più importanti le cui opere da ieri sono di pubblico dominio ("Il Piccolo Principe" e l'urlo di Munch, per cominciare)

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Una storia diversa a seconda di chi la canta e di chi l’ascolta

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Quest'anno le concorrenti al premio sono solo due, e 37 sono state escluse: ma la storia è ricca di grandi canzoni che non vinsero

Le canzoni più belle di Ella Fitzgerald
E le foto, a quindici anni dalla sua morte

Il giovane David Gray ha cinquant’anni
Dodici canzoni di uno che sembra ieri che era uno dei migliori nuovi cantautori britannici

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Per ora non è esattamente roba che cantereste sotto la doccia, ma migliora e può avere diverse possibili applicazioni

13 canzoni dei Waterboys
Scelte dal peraltro direttore del Post, per chi li ha visti a Roma o andrà stasera al concerto di Milano (e per tutti gli altri)

Le colonne sonore di Henry Mancini
Da quella della Pantera Rosa a “Moon River” fu uno dei compositori più prolifici e apprezzati di Hollywood, e nacque oggi un secolo fa

Il primo Festival di Sanremo, 70 anni fa
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Due jazzisti che si intendono di immagini e battute sono alla base del mistero del font utilizzato, da quarant’anni esatti, dal regista newyorkese [Continua]

Prendi una canzone triste e falla meglio (Beatles, #10-6)
Siamo al penultimo appuntamento – mi dispiace, purtroppo in otto anni quei Quattro pelandroni hanno inciso appena 250 canzoni [Continua]

Il grande coming out del 1984
«Il 2 aprile 1984 i Queen, travestiti da casalinghe inglesi, lanciarono una canzone che era un grido di liberazione: "I Want To Break Free". Poi arrivarono gli Smiths, i Pet Shop Boys e i Culture Club. Ma la vera esplosione arrivò a ottobre, quando uscirono i Bronski Beat, Depeche Mode, Frankie Goes To Hollywood e Madonna. Nel giro di pochi mesi “l’amore che non si può dire”, come lo aveva battezzato un secolo prima Oscar Wilde, si dichiarava orgogliosamente al mondo. Fu la vera nascita del “pride”. Attraverso quelle canzoni l’omosessualità maschile entrava in scena in quanto esplicita produttrice di musica, cultura e immaginario. L’inizio di quell’onda continua ancora oggi, ma è talmente sovrapposta al paesaggio culturale e ai consumi da esserne ormai indistinguibile»
