biennale

Breve storia dei bagni delle donne

«Solo negli ultimi anni sono apparse in tutta la loro disperante ingiustizia le lunghe file forzate di donne in attesa nei cinema o nelle fiere, costrette a osservare gli uomini passar loro allegramente davanti. Sul piano pratico gli orinatoi maschili hanno una funzionalità imparagonabile ai water presenti negli ambienti femminili, per la semplice ragione che occupano meno spazio. Per questo oggi si realizzano toilette neutre e miste o si tenta di lanciare sul mercato nuovi sistemi che permettano di farla in piedi. Del tema si occupano anche arte e architettura, come nel padiglione tedesco all’ultima Mostra di Architettura alla Biennale di Venezia. I bagni pubblici sono diventati il luogo in cui la disparità di genere si manifesta in modo architettonicamente più chiaro»

Breve storia dei bagni delle donne

Ma come diavolo mi sono vestito in tutti questi anni a Venezia?

«Un’immagine-lampo: il primo anno di carpet, tra gli attori attesi c’è Timothée Chalamet. E io dico: mica posso competere con Chalamet. E allora mi vesto di nero, e lui si presenta vestito di nero (ma sbrilluccicante). L’anno dopo c’è di nuovo Chalamet. E io dico: ormai io e Timmy siamo una cosa sola, stavolta possiamo sparigliare. E allora mi vesto di rosa (ma molto tenue, per chi mi avete preso!), e lui si presenta vestito di rosso (e con schiena nuda). Questo per dire, ancora, del racconto; e, ancora, della mia, giustamente calpestata, mitomania»

Ma come diavolo mi sono vestito in tutti questi anni a Venezia?

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