Tra Russia e Azerbaijan le cose vanno sempre peggio
I rapporti sono complicati da anni e ora c'è una grossa crisi diplomatica: c'entrano due fratelli morti mentre erano sotto custodia e molti arresti

La scorsa settimana la morte di due uomini di etnia azera, avvenuta mentre erano sotto custodia della polizia in Russia, ha aperto una grossa crisi diplomatica tra Russia e Azerbaijan. Ci sono state accuse e ritorsioni da entrambe le parti, che hanno esacerbato un rapporto già molto complesso: le relazioni fra Russia e Azerbaijan si stanno deteriorando da almeno due anni, per via sia di eventi singoli sia di un generale cambiamento degli equilibri fra i due paesi. Andiamo con ordine.
Venerdì 27 giugno la polizia russa aveva arrestato decine di persone di etnia azera a Ekaterinburg, nella regione di Sverdlovsk, 1.600 chilometri a est di Mosca. Le persone arrestate erano accusate o considerate coinvolte in una serie di omicidi e tentati omicidi su commissione avvenuti fra il 2001 e il 2011. Poco dopo l’arresto la polizia russa aveva fatto sapere che i due principali sospettati, i fratelli Huseyin e Ziyaddin Safarov, erano morti durante gli interrogatori: la morte di uno dei due era stata attribuita ufficialmente a un infarto, mentre per l’altro non sono stati dati dettagli.
All’inizio di questa settimana i corpi erano stati restituiti all’Azerbaijan, che intanto aveva criticato la ricostruzione russa degli eventi. Martedì l’ufficio del procuratore di Stato azero aveva annunciato di aver aperto un’indagine sulla vicenda, dato che gli esami condotti dal suo dipartimento avevano rilevato in entrambi i corpi costole rotte e gravi lesioni interne: le loro condizioni portavano a pensare che i due fossero stati torturati e che fossero morti a causa delle lesioni riportate.
Il ministro della Cultura azero ha definito le morti dei fratelli Safarov «omicidi mirati ed extragiudiziali» motivati da pregiudizi etnici, e ha annullato tutti gli eventi legati a istituzioni o cittadini russi. Il parlamento azero ha ritirato la sua partecipazione a un incontro bilaterale previsto a Mosca ed è stata annullata anche la visita a Baku, la capitale dell’Azerbaijan, del vice primo ministro russo Aleksei Overchuk.
Negli stessi giorni la polizia azera ha inoltre arrestato diversi cittadini russi estranei alla vicenda, ma il tempismo ha portato la Russia ad accusare l’Azerbaijan di averlo fatto per vendicarsi. Per esempio, lunedì la polizia azera ha perquisito gli uffici di Baku dell’agenzia di stampa russa Sputnik e ha arrestato il caporedattore e il direttore esecutivo, con l’accusa di frode (per cui rischiano fino a 12 anni di carcere).
Lo stesso giorno la polizia russa ha arrestato due uomini di etnia azera, fra cui il leader della comunità azera a Ekaterinburg, che è stato detenuto brevemente e poi rilasciato. Un video dell’arresto molto circolato online mostra gli agenti della polizia russa spaccare il finestrino della macchina in cui lui si trovava con suo figlio e trascinarli entrambi fuori dal veicolo, facendoli poi stendere con la faccia a terra.
Nella crisi si è inserita anche l’Ucraina: sempre martedì il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha parlato al telefono con il presidente azero Ilham Aliyev (che governa il paese in maniera autoritaria dal 2003) e ha poi sostenuto pubblicamente l’Azerbaijan.
Dopo questi eventi il governo russo ha convocato l’ambasciatore dell’Azerbaijan a Mosca, ma le dichiarazioni pubbliche dei suoi esponenti sulla vicenda sono state tutto sommato concilianti. Sia Maria Zakharova, portavoce del ministero degli Esteri, che Dmitri Peskov, portavoce del presidente russo Vladimir Putin, hanno detto che la Russia tiene molto alle sue relazioni con l’Azerbaijan, definito un «alleato», e hanno accusato l’Ucraina di voler mettere i due paesi l’uno contro l’altro per i propri interessi.

Bakir Safarov, uno dei sei uomini di etnia azera incriminati a Ekaterinburg durante un’udienza, il 1° luglio 2025 (AP Photo)
Come detto i rapporti tra Russia e Azerbaijan erano problematici da anni. Dopo aver fatto per decenni parte dell’Unione Sovietica ed essere diventato indipendente nel 1991, l’Azerbaijan era fino a poco tempo fa uno stretto alleato della Russia: in quanto ex repubblica sovietica, l’influenza economica, culturale e politica russa è sempre stata molto forte e la vicinanza è stata rafforzata ulteriormente dall’ex presidente azero Heydar Aliyev, padre dell’attuale presidente e a lungo leader del Partito Comunista azero durante gli anni dell’URSS. I due paesi hanno stretti legami commerciali e le comunità azere in Russia e russe in Azerbaijan sono grandi e influenti.
Il rapporto di subalternità dell’Azerbaijan nei confronti della Russia cominciò a cambiare nel 2023, quando l’Azerbaijan riconquistò militarmente il Nagorno Karabakh, una repubblica separatista collocata formalmente in territorio azero ma a lungo governata in modo indipendente e abitata perlopiù da persone di etnia armena. La disputa sul Nagorno Karabakh va avanti dagli anni Novanta: in varie occasioni la Russia ha agito come una sorta di mediatrice tra Armenia e Azerbaijan, entrambe ex repubbliche sovietiche.
Dopo anni di scontri, nel 2023 l’Azerbaijan attaccò la regione e in pochi giorni costrinse alla resa le autorità politiche e militari armene: la Russia non fece sostanzialmente niente per impedirlo. Nelle settimane successive la popolazione armena locale fuggì per paura di ritorsioni da parte dei militari azeri e stremata dopo che per mesi l’Azerbaijan aveva impedito l’ingresso della regione di molti beni di prima necessità: a dicembre del 2022 infatti l’esercito azero aveva bloccato il cosiddetto «corridoio di Lachin», una striscia di terra che unisce il Nagorno Karabakh all’Armenia, che lo usava per rifornire il territorio separatista del 90 per cento dei viveri necessari. A febbraio del 2024 l’Azerbaijan iniziò a ripopolare il Nagorno Karabakh con suoi cittadini.
L’Azerbaijan considerò la vittoria nel Nagorno Karabakh come un’opportunità per cominciare ad ampliare la sua influenza nella regione e provare a costruire con la Russia un rapporto meno subalterno. Dal 2022 invece la Russia aveva iniziato a concentrare tutte le sue attenzioni sull’Ucraina, perdendo parte della sua influenza sul Caucaso. Negli ultimi due anni l’Azerbaijan si è inoltre avvicinato a Israele, nemico dell’Iran, che invece è un grande alleato della Russia. Ha rafforzato anche i rapporti con l’Ucraina.
– Leggi anche: In Nagorno Karabakh la Russia non si è mossa
Infine, un evento che ha drasticamente peggiorato i rapporti fra i due paesi negli ultimi mesi è stato l’incidente aereo che ha riguardato un volo della compagnia Azerbaijan Airlines, avvenuto alla fine di dicembre del 2024. L’aereo precipitò vicino alla città di Aktau, in Kazakistan, uccidendo 38 delle 67 persone a bordo: da subito il presidente azero Aliyev accusò la Russia di averlo abbattuto per errore, un’ipotesi che negli ultimi mesi è diventata quella più accreditata. Pochi giorni dopo Putin si scusò per la caduta dell’aereo, senza però mai dire che era stata colpa della Russia.
Lo scorso maggio Aliyev non si è presentato alla parata per il “Giorno della Vittoria”, che si svolge ogni anno a Mosca per ricordare la vittoria dell’Unione Sovietica nella Seconda guerra mondiale, nel 1945, e a cui partecipano ogni anno molti leader delle ex repubbliche sovietiche.



