• Mondo
  • Giovedì 22 maggio 2025

Non ci sono mai state così tante persone migranti in Libia

È una stima dell'OIM, l'unica organizzazione internazionale con una presenza stabile nel paese, che le conta dal 2016

(Lorenzo Palizzolo/Getty Images)
(Lorenzo Palizzolo/Getty Images)
Caricamento player

Attualmente vivono in Libia più di 850mila persone migranti, il numero più alto da quando l’Organizzazione internazionale per le migrazioni (OIM), l’agenzia dell’ONU che si occupa di migranti, ha iniziato a contarle, nel 2016. Sono 300mila in più della fine del 2020 e fra loro ci sono quasi 100mila minori, di cui circa 34mila minori non accompagnati. I dati sono stati pubblicati in un rapporto uscito questa settimana e che si riferisce a gennaio e febbraio del 2025.

Sono numeri che per essere interpretati necessitano di qualche premessa: riguardano tutte le persone migranti in Libia, anche quelle che al momento non hanno intenzione di cercare di raggiungere l’Europa via mare. E sono soltanto stime approssimative: ormai da anni migliaia di persone migranti finiscono nei centri di detenzione – in cui le botte, le torture e gli stupri sono quotidiani – la maggior parte dei quali è inaccessibile anche per OIM, l’unica organizzazione internazionale che ha una presenza stabile nel paese.

La Libia è sia una destinazione finale per molti migranti, dato che fino a pochi anni fa era uno dei paesi più ricchi del Nord Africa, sia il principale paese di partenza dei migranti che provano a raggiungere l’Europa via mare.

Questo nonostante dal 2017 sia in vigore un accordo fra l’Italia e varie milizie libiche per intercettare e riportare con la forza in territorio libico migliaia di migranti che provano a raggiungere l’Europa via mare. Secondo i dati dell’OIM nel 2024 sono state intercettate più di 19mila persone, e più di quattromila nei primi due mesi del 2025.

– Leggi anche: Nel Mediterraneo ormai i migranti si respingono con i droni e gli aerei

Molte persone che arrivano in Libia non sanno se ci resteranno, quanto a lungo, o se prima o poi cercheranno di attraversare il canale di Sicilia per arrivare in Italia: dipende dalle condizioni in cui si trovano le persone al loro arrivo e da se trovano lavoro o meno. OIM stima che in molti si fermino in Libia per almeno sei mesi, prima di provare la traversata.

Il 42 per cento delle persone migranti intervistate dall’OIM per il report ha detto di non aver ancora preso una decisione – se rimanere o provare ad attraversare il mare – un terzo ha detto di voler restare in Libia e l’11 per cento ha detto di avere come destinazione finale un paese terzo, che per quasi tutti è in Europa (è possibile peraltro che la percentuale sia più alta, e che le persone contattate vogliano mantenere nascoste le proprie intenzioni per evitare ripercussioni). Infine, il 16 per cento ha detto di voler ad un certo punto tornare nel suo paese d’origine.

Più dell’80 per cento di loro viene da quattro paesi africani: Niger, Egitto, Ciad e più di recente dal Sudan, dove da due anni va avanti una cruenta guerra civile fra l’esercito sudanese e il gruppo paramilitare Rapid Support Forces (RSF). Molti settori dell’economia libica si reggono ormai sull’offerta di manodopera a basso costo fornita dai migranti, mantenuti in condizioni di semi-schiavitù con paghe bassissime.

Nove migranti su dieci che lavorano lo fanno senza un permesso ufficiale e sono impiegati principalmente nel settore delle costruzioni. Solo il 34 per cento delle donne migranti lavora, quasi tutte nel settore domestico. La maggioranza vive inoltre in case con una media di altre cinque persone, pagando l’equivalente di 30 euro al mese su uno stipendio medio di circa 116 euro. Una persona migrante su cinque non ha inoltre sufficiente accesso all’acqua potabile e il 76 per cento ha detto di avere poco o nessun accesso alle cure sanitarie.

– Leggi anche: Abbiamo normalizzato gli accordi per fermare le partenze dei migranti?