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  • Venerdì 16 maggio 2025

La Cina ha un’occasione in America Latina

Sta costruendo enormi progetti infrastrutturali e promesso grandi investimenti: c'entrano anche le politiche isolazioniste di Trump

Giovani saltano in acqua vicino al porto di Chancay, in Perù, finanziato dalla Cina (AP Photo/Silvia Izquierdo)
Giovani saltano in acqua vicino al porto di Chancay, in Perù, finanziato dalla Cina (AP Photo/Silvia Izquierdo)
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La presidenza di Donald Trump negli Stati Uniti sta dando alla Cina una buona occasione per accrescere la propria influenza nell’America Latina: negli ultimi anni ha costruito giganteschi progetti infrastrutturali e ha promesso ai governi latinoamericani maggiori prestiti e investimenti, con l’obiettivo di ridurre il ruolo degli Stati Uniti nella regione.

Questa settimana il presidente cinese Xi Jinping ha accolto a Pechino circa 30 leader e rappresentanti di paesi latinoamericani, tra cui il presidente brasiliano Luiz Inácio Lula da Silva, quello colombiano Gustavo Petro e quello cileno Gabriel Boric. Ha promesso alla regione prestiti per 66 miliardi di yuan, la valuta cinese (circa 8,2 miliardi di euro). Il fatto che i prestiti siano in yuan e non in dollari è significativo: la Cina vuole aumentare l’influenza della propria valuta anche in America Latina, e ridurre quella del dollaro.

Durante l’incontro a Pechino, Xi Jinping ha criticato duramente i dazi di Donald Trump e detto che i paesi del sud del mondo (in cui la Cina si riconosce, pur essendo la seconda economia mondiale) devono fare fronte comune contro la prepotenza americana.

Il presidente cinese Xi Jinping con il presidente cileno Gabriel Boric (sinistra, seconda fila), quello brasiliano Luiz Inácio Lula da Silva e quello colombiano Gustavo Petro a Pechino, 13 maggio 2025 (Florence Lo-Pool/Getty Images)

I leader latinoamericani – molti dei quali vedono negli Stati Uniti di Trump una minaccia per la stabilità della regione – hanno accolto positivamente queste aperture: la Colombia tra le altre cose ha annunciato che entrerà nella “nuova Via della Seta” cinese, il grande progetto infrastrutturale mondiale di Xi Jinping, aggiungendosi ai circa due terzi dei paesi della regione che ne fanno già parte.

La Cina cerca di aumentare la propria influenza in America Latina non soltanto per ragioni politiche, ma anche perché ha bisogno di quei mercati per ridurre la propria dipendenza commerciale dagli Stati Uniti. Benché la Cina esporti negli Stati Uniti molto più di quello che importi, è ancora dipendente dalle esportazioni statunitensi di prodotti alimentari e per l’agricoltura, come per esempio soia e cereali. Per rendersi più autonoma sta cercando nuovi posti da cui comprare questi prodotti, e il più importante di tutti è l’America Latina, che è anche ricca di risorse minerarie ed energetiche.

Il più importante dei progetti infrastrutturali già inaugurati dalla Cina è il megaporto di Chancay in Perù, aperto nel 2024. È un porto gigantesco: occupa una superficie di circa 9,2 chilometri quadrati. Per dare un’idea delle dimensioni, il porto più grande d’Europa, quello di Rotterdam, è grande circa un terzo. La Cina progetta di costruire una lunga ferrovia che colleghi Chancay al Brasile, per facilitare la rapida esportazione dei prodotti brasiliani.

Il porto di Chancay, Perù, ottobre 2024 (REUTERS/Angela Ponce)

Sta poi finanziando l’espansione di quello che già adesso è il più grande porto latinoamericano in termini di movimentazione di container: il porto di Santos, in Brasile. Aziende di stato cinesi stanno costruendo un gigantesco terminal per le esportazioni che dovrebbe favorire l’arrivo in Cina di soia, mais e zucchero, tra le altre cose. La Cina ha anche acquisito il controllo del 90 per cento dell’azienda che gestisce un altro grande porto brasiliano, quello di Paranaguá, e sta costruendo strade e ferrovie per collegare questi porti con le zone agricole nel centro del paese.

Anche i governi latinoamericani ci guadagnano da questi scambi, perché spesso non hanno le risorse per costruire in autonomia progetti infrastrutturali così ambiziosi. Per esempio il porto di Santos è da tempo ingolfato e poco efficiente a causa della mancanza di infrastrutture adeguate. Questo ha favorito l’espansione costante dei rapporti economici fra Cina e America Latina. Gli scambi bilaterali del solo Brasile con la Cina sono passati da 1 miliardo di dollari nel 2000 a oltre 130 miliardi oggi.

I governi latinoamericani sono però consapevoli dei rischi di aumentare eccessivamente la propria dipendenza economica dalla Cina, e sanno che non possono deteriorare eccessivamente il proprio rapporto con gli Stati Uniti che rimangono, anche per ragioni di vicinanza geografica, un partner fondamentale. Per questo la maggior parte dei governi latinoamericani sta cercando una sorta di equilibrio tra le due più grandi economie mondiali: aumentare i rapporti con la Cina, senza però provocare reazioni avverse da parte statunitense.