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  • Giovedì 15 maggio 2025

Il Bologna, dalla Serie B alla Coppa Italia in 11 anni

Ci è riuscito grazie alla gestione competente e lungimirante del suo proprietario canadese Joey Saputo, a cui all'inizio credevano in pochi

L'allenatore del Bologna Vincenzo Italiano e il presidente Joey Saputo dopo la vittoria della Coppa Italia, 14 maggio 2025 (Emmanuele Ciancaglini/Getty Images)
L'allenatore del Bologna Vincenzo Italiano e il presidente Joey Saputo dopo la vittoria della Coppa Italia, 14 maggio 2025 (Emmanuele Ciancaglini/Getty Images)
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Nell’autunno del 2014, quando l’imprenditore canadese Joey Saputo rilevò la maggioranza delle quote societarie del Bologna, la squadra stava vivendo uno dei periodi peggiori della sua storia. Dopo sei anni in Serie A era retrocessa in Serie B, la seconda categoria del calcio professionistico in Italia, al termine di una stagione deludente nel gioco e nei numeri: 19 sconfitte, 14 pareggi e appena 5 vittorie.

Come è accaduto altre volte in Italia, l’arrivo di un imprenditore straniero fu accolto con una certa dose di scetticismo in città. Prima di acquistare il Bologna Saputo aveva già esperienza nella gestione di una squadra di calcio: era infatti presidente e proprietario del CF Montréal, club canadese militante nella Major League Soccer (MLS) fondato dalla sua famiglia, proprietaria di una delle più importanti aziende casearie al mondo. Rimaneva però incerta la sua effettiva volontà di investire soldi nel Bologna, e se avesse una conoscenza adeguata del calcio italiano.

Undici anni dopo, il Bologna è diventato una delle squadre più competitive in Italia e una delle più entusiasmanti da seguire: giovedì ha vinto la Coppa Italia – la seconda competizione calcistica italiana più importante dopo il campionato, che non vinceva dal 1974 – battendo in finale il Milan, e può ancora qualificarsi per la prossima Champions League, la competizione europea più importante.

Ci era già riuscito l’anno scorso (era la prima volta da sessant’anni), al termine di una stagione considerata piuttosto eccezionale e che molti ritenevano irripetibile. In estate il Bologna aveva infatti venduto alcuni dei suoi giocatori migliori, come il difensore Riccardo Calafiori e l’attaccante Joshua Zirkzee, tra i principali responsabili di quel successo; aveva lasciato la squadra anche Thiago Motta (per andare alla Juventus), l’allenatore che aveva reso il Bologna una delle squadre più divertenti, moderne e competitive del campionato.

E invece il suo successore Vincenzo Italiano è riuscito a formare una squadra forse addirittura migliore di quella di Motta, capace di proporre un gioco intenso e spettacolare, che ha portato tra i tifosi un entusiasmo probabilmente mai visto, culminato nella vittoria della Coppa Italia.

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Saputo è riuscito a ottenere questi risultati grazie a una programmazione che ha richiesto tempo: dopo un primo periodo fatto di assestamenti, ha affidato il progetto sportivo a dirigenti esperti e competenti. Il punto di svolta è stato nel 2022, con l’ingaggio di Giovanni Sartori come direttore tecnico. Negli 8 anni precedenti, Sartori era stato il principale artefice dei grandi successi ottenuti dall’Atalanta, grazie a un progetto fondato su investimenti mirati e sulla ricerca di calciatori giovani e di talento, spesso acquistati in campionati considerati minori come i Paesi Bassi, la Svizzera, il Belgio e la Croazia.

Al Bologna Sartori ha replicato questo stesso metodo, affiancato dal direttore sportivo Marco Di Vaio, che da calciatore era stato capitano del Bologna e uno dei giocatori più importanti nella sua storia: Sartori e Di Vaio insieme hanno costruito una rosa fatta di ottimi giocatori, spesso arrivati come semisconosciuti e che si sono poi affermati in Italia; ma anche una rosa ampia, con ricambi di alto livello per ciascun ruolo e con doti che li rendono ben amalgamati tra loro e funzionali al gioco dell’allenatore.

Uno degli acquisti più rappresentativi è stato, nel 2022, quello di Lewis Ferguson, calciatore scozzese arrivato dall’Aberdeen e diventato rapidamente un titolare fisso e molto apprezzato dai tifosi, oltre che vice-capitano (il capitano è il più esperto Lorenzo De Silvestri, che però non gioca sempre titolare).

Altri giocatori presi in questi anni grazie alle intuizioni di Sartori sono l’attaccante Santiago Castro, 20 anni, che dopo il suo arrivo a Bologna è stato convocato dalla Nazionale argentina campione del mondo e l’esterno svizzero Dan Ndoye, tra i migliori della Serie A nel suo ruolo (e autore del gol decisivo nella finale contro il Milan). Sono entrambi giocatori arrivati nelle scorse stagioni, a cui è stato dato il tempo per adattarsi al campionato italiano e migliorare nel Bologna. È invece arrivato l’estate scorsa il terzino sinistro spagnolo Juan Miranda (del 2000), che pur non essendo un giocatore molto appariscente è tra i migliori nel suo ruolo in Italia per la velocità e le doti tecniche (crossa e tira molto bene).

Questi calciatori più giovani sono stati affiancati ad altri di esperienza, come l’attaccante esterno Riccardo Orsolini (che con 13 gol è l’attaccante più prolifico della squadra) e il centrocampista Remo Freuler.

Oltre ad affidarsi a professionisti competenti con una lunga esperienza nel calcio italiano, Saputo ha cambiato il Bologna anche in altri aspetti. Ha per esempio rinnovato il centro di allenamento di Casteldebole, dotandolo di strutture moderne e funzionali. Ha anche in programma un progetto ambizioso per il potenziamento dello stadio Renato Dall’Ara. È stato affidato alla società italiana Webuild, che si occuperà della ristrutturazione fino al 2027: prevede un investimento complessivo di più di 220 milioni di euro, di cui 40 stanziati dal Comune di Bologna e 80 dallo stesso Saputo (lo stadio dovrebbe restare di proprietà del Comune).

Parallelamente Saputo ha rafforzato la struttura interna del club, inserendo figure esperte in marketing e comunicazione digitale che hanno contribuito a consolidarne l’immagine e ad aumentare la sua visibilità per esempio sui social network. Questo lavoro ha permesso al Bologna di ampliare la propria base di tifosi anche a livello internazionale, con un’attenzione particolare al Nordamerica.

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