Chi ha vinto i premi Pulitzer 2025
Per il secondo anno di fila il premio più ambito è andato a ProPublica, per il racconto delle severe leggi contro l'aborto in vigore in alcuni stati americani

Sono stati assegnati oggi i premi Pulitzer del 2025, gli importanti premi americani famosi soprattutto per il giornalismo ma che riguardano anche musica e letteratura. Il premio Pulitzer fu istituito da Joseph Pulitzer nel 1917 e l’assegnazione dei premi è ora gestita dalla Columbia University di New York. Le categorie premiate sono 22: 15 per il giornalismo e 7 per gli altri ambiti. Per il secondo anno di fila il premio più ambito è andato a ProPublica. Il New York Times ha vinto quattro premi, il New Yorker tre.
Public Service – Giornalismo per il bene pubblico
A Kavitha Surana, Lizzie Presser, Cassandra Jaramillo e Stacy Kranitz di ProPublica, per aver raccontato come, in alcuni stati americani con leggi sull’aborto particolarmente rigide, i ritardi nelle cure d’urgenza abbiano provocato la morte di alcune donne.
Breaking News Reporting – Giornalismo di breaking news
Alla redazione del Washington Post, per la copertura tempestiva e approfondita dell’attentato dello scorso 13 luglio contro il candidato repubblicano alla presidenza Donald Trump.
Investigative Reporting – Giornalismo investigativo
Alla redazione di Reuters, per le inchieste sulla diffusione del fentanyl negli Stati Uniti.
Explanatory Reporting – Giornalismo che spiega le cose
Ad Azam Ahmed, Christina Goldbaum e Matthieu Aikins del New York Times, per i loro approfondimenti sul ritiro degli Stati Uniti dall’Afghanistan nel 2021.
Local Reporting – Cronaca locale
Ad Alissa Zhu, Jessica Gallagher e Nick Thieme del Baltimore Banner e del New York Times, per le loro inchieste sulla diffusione del fentanyl a Baltimora, nel Maryland.
National Reporting – Cronaca nazionale
Alla redazione del Wall Street Journal, per aver raccontato la svolta conservatrice di Elon Musk e i suoi rapporti col presidente russo Vladimir Putin.
International Reporting – Cronaca internazionale
A Declan Walsh e alla redazione del New York Times, per la copertura del conflitto in Sudan.
Feature Writing – Storie e approfondimenti
A Mark Warren, collaboratore di Esquire, per aver raccontato la storia di Bubba Copeland, pastore battista e sindaco di una piccola città che si è suicidato dopo che un sito di notizie di destra aveva diffuso dettagli della sua vita privata.
Commentary – Opinioni
A Mosab Abu Toha, collaboratore del New Yorker, per i reportage sulla popolazione di Gaza.
Criticism – Critica
Ad Alexandra Lange, collaboratrice di Bloomberg City Lab, per gli approfondimenti sui luoghi pubblici progettati per le famiglie.
Editorial Writing – Editoriali
A Raj Mankad, Sharon Steinmann, Lisa Falkenberg e Leah Binkovitz dello Houston Chronicle, per un’apprezzata serie di articoli su alcuni passaggi a livello malfunzionanti e pericolosi di Houston.
Illustrated Reporting and Commentary
Ad Ann Telnaes del Washington Post, per aver offerto spunti intelligenti su uomini di potere e istituzioni con grande creatività e senza paura. A gennaio, Telnaes si era dimessa dal Washington Post dopo 17 anni perché il quotidiano non aveva pubblicato una sua vignetta su Jeff Bezos.
Breaking News Photography – Fotografia di breaking news
A Doug Mills del New York Times, per una sequenza di foto che hanno documentato l’attentato del candidato repubblicano alla presidenza Donald Trump, tra cui quella che mostrava il proiettile che lo aveva ferito.
Feature Photography – Servizi fotografici
A Moises Saman, collaboratore del New Yorker, per le sue foto in bianco e nero del carcere di Sednaya, in Siria.
Audio Reporting – Giornalismo audio
Alla redazione del New Yorker per il podcast In the Dark, che racconta il massacro di Haditha (Iraq) del 2005, quando alcuni soldati statunitensi uccisero 24 civili iracheni in risposta a un attentato contro un loro convoglio.
I premi non giornalistici e maggiori informazioni su tutti i premi sono disponibili qui.



