Le indagini sulla caduta della cabina della funivia a Castellammare di Stabia

Si concentrano sugli interventi di manutenzione commissionati negli ultimi anni, in particolare quelli sul cavo di trazione, e quattro persone sono indagate

I rottami della funivia caduta sul monte Faito
I rottami della funivia caduta sul monte Faito (ANSA/CESARE ABBATE)
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Le indagini sulla caduta della funivia del monte Faito a Castellammare di Stabia, in provincia di Napoli, si sono fin da subito concentrate sugli interventi di manutenzione commissionati negli ultimi anni. La procura di Torre Annunziata ha incaricato la polizia di sequestrare tutti i documenti relativi a collaudi e certificazioni di sicurezza per capire se ci siano state delle sottovalutazioni. Al momento ci sono quattro indagati, tutti dipendenti dell’Eav, la società che gestisce la funivia: i reati ipotizzati sono disastro colposo, omicidio plurimo colposo e lesioni colpose.

Giovedì il primo segnale di allarme era stato dato alle 14:46. I tecnici dell’Eav avevano intuito subito che si era rotto il cavo di trazione, la grossa fune metallica che trascina le cabine e le fa spostare tra una stazione e l’altra. In casi come questi dovrebbe entrare in funzione un freno di emergenza, come è successo per la cabina più a valle, rimasta sospesa a una ventina di metri d’altezza.

Quella più vicina alla stazione di arrivo, verso la vetta del monte, è invece caduta. Nello schianto sono morti il macchinista Carmine Parlato di 59 anni e tre dei quattro turisti a bordo: una donna israeliana, Janan Suliman di 25 anni, e due fratelli britannici, Margaret Elaine Winn di 58 anni e Graeme Derek Winn di 65. Thabet Suliman, di 23 anni, fratello di Janan, è ricoverato in ospedale in gravi condizioni.

I periti incaricati dalla procura dovranno cercare di rispondere a molte domande: come si è rotto il cavo di trazione? I freni erano impostati regolarmente? Si sono attivati? Il vento ha influito? Antonello De Luca, professore di Tecnica delle costruzioni dell’università di Napoli, già perito nell’inchiesta sulla strage del Mottarone, ha detto alla Stampa che questo caso è diverso perché al Mottarone i freni erano stati disattivati, sulla funivia del monte Faito invece all’apparenza erano in funzione. Per questo motivo le indagini potrebbero essere molto lunghe, perché sarà più complicato stabilire cosa è successo.

Bisogna capire innanzitutto come mai si è rotto il cavo di trazione e poi come mai il freno di emergenza non è riuscito a bloccare la cabina. Secondo l’Ansfisa, l’agenzia nazionale per la sicurezza dei trasporti, il cavo di trazione era stato controllato l’ultima volta nel marzo del 2024, poco più di un anno fa. Ma va anche ricostruito il percorso della cabina fino a uno dei piloni e infine la caduta.

La polizia ha sequestrato anche un video registrato dalla telecamera di sorveglianza della stazione di arrivo, che ha ripreso la caduta della cabina. Nel video, secondo quanto è emerso, si vede la cabina tornare indietro verso valle e ondeggiare per qualche secondo prima di cadere. Le immagini non sono molto chiare per via della nebbia.