Un migrante portato in Albania dovrà essere riportato in Italia

Lo ha stabilito la Corte d'appello di Roma dopo che l'uomo, originario del Marocco, aveva fatto domanda d'asilo

Il pullman con a bordo i 40 migranti arrivati a Shengjin, in Albania, l'11 aprile del 2025 (EPA/MALTON DIBRA/ANSA)
Il pullman con a bordo i 40 migranti arrivati a Shengjin, in Albania, l'11 aprile del 2025 (EPA/MALTON DIBRA/ANSA)
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Sabato la Corte d’appello di Roma ha stabilito che un migrante del Marocco non può più essere trattenuto nel centro di permanenza per i rimpatri (CPR) a Gjader, in Albania, dal momento che ha fatto domanda d’asilo. L’uomo, che ha 30 anni, era stato espulso dall’Italia il 31 marzo ed era poi stato portato a Gjader l’11 aprile scorso insieme ad altre 39 persone. Il Manifesto scrive che il 17 aprile il 30enne ha chiesto asilo per la prima volta a Gjader. Due giorni dopo la Corte d’appello di Roma, cioè l’organo competente sui procedimenti di convalida o proroga del trattenimento delle persone richiedenti asilo, ha stabilito che non ci sono i requisiti per trattenerlo nel centro di Gjader, e dovrà quindi essere riportato in Italia.

Non è chiaro perché finora non avesse presentato la domanda d’asilo. L’Associazione Diritti e Frontiere, che si occupa di diritti delle persone migranti, ha spiegato però che la decisione della Corte d’appello di Roma si basa sul fatto che la condizione giuridica del 30enne è cambiata nel momento in cui ha fatto richiesta d’asilo, e il suo trattenimento ha così smesso di essere legittimo.

Oltre a lui altri tre migranti sono stati riportati in Italia nei giorni scorsi: due per condizioni di salute ritenute incompatibili con la detenzione nel centro di Gjader e uno per via di un ricorso pendente al momento del trattenimento. Sabato invece il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, ha detto che un uomo di 42 anni del Bangladesh è stato rimpatriato nel suo paese dall’Albania (in realtà il rimpatrio è avvenuto dopo un ritorno in Italia): è il primo rimpatrio da quando è stato riattivato il centro di Gjader, uno dei due che il governo italiano ha fatto costruire con l’obiettivo di portarci i migranti soccorsi in mare e che fino a dieci giorni fa non era di fatto riuscito a utilizzare.

Fino all’11 aprile i migranti che erano stati portati in Albania avevano trascorso solo poche notti lì prima di dover essere riportati in Italia, perché i vari tribunali competenti non avevano convalidato i loro trattenimenti, ritenendoli in contrasto con le norme europee. Con un decreto di fine marzo il governo ha però stabilito che il centro di Gjader può ora essere usato come CPR, cioè un posto in cui vengono mandate le persone che hanno già ricevuto in Italia un decreto di espulsione e aspettano di essere rimpatriate.

Secondo quanto ricostruito dal Manifesto, l’uomo era arrivato in Italia nel 2021. Nel 2023 aveva ricevuto una condanna per motivi che non sono stati resi noti, ma dopo avere scontato la pena non era stato liberato ed era stato trasferito nel CPR di Potenza. Da lì è stato portato a Gjader dieci giorni fa, dove ha fatto richiesta d’asilo.

– Leggi anche: Che posti sono Shengjin e Gjader