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  • Mercoledì 19 marzo 2025

È stato arrestato il sindaco di Istanbul

Ekrem Imamoglu è uno dei principali oppositori del presidente turco Erdogan, che sembra stia facendo di tutto per impedirgli di candidarsi alle prossime presidenziali

Ekrem Imamoglu durante un comizio di pochi giorni fa, il 16 marzo a Diyarbakir
Ekrem Imamoglu durante un comizio il 16 marzo a Diyarbakir (Mehmet Masum Suer/SOPA Images via ZUMA Press Wire)
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Mercoledì mattina il sindaco di Istanbul Ekrem Imamoglu è stato arrestato nella sua casa nella città turca. Secondo i media turchi sarebbe indagato in un caso di presunta corruzione assieme a un centinaio di altre persone, tra cui giornalisti e uomini d’affari. Imamoglu è inoltre accusato di legami con il Partito dei Lavoratori del Kurdistan (o PKK, l’organizzazione politica e paramilitare che a inizio marzo ha dichiarato il cessate il fuoco con lo stato turco): un pretesto che il governo turco ha usato spesso, anche recentemente, per la repressione contro i propri avversari politici.

Nella notte la casa di Imamoglu era stata perquisita da decine di poliziotti, come lui stesso aveva detto in un video pubblicato su X, in cui si sistema la cravatta preparandosi all’arresto, avvenuto intorno alle 7:30 locali (le 5:30 italiane). Nel pomeriggio alcune centinaia di persone si sono riunite in una manifestazione non autorizzata davanti all’università per manifestare contro il suo arresto: alcuni manifestanti si sono scontrati con le forze dell’ordine, ma non sono stati segnalati feriti né arresti e la situazione è ritornata alla normalità.

All’arresto di Imamoglu hanno reagito molto negativamente anche gli investitori nel mercato azionario turco: il principale indice della borsa di Istanbul ha perso il 6,9 per cento nelle prime ore della mattina, e le contrattazioni sono state interrotte per eccesso di ribasso.

Ekrem Imamoglu ha 53 anni, è sindaco di Istanbul dal 2019 ed è il principale oppositore politico del presidente turco Recep Tayyip Erdogan. È un esponente del Partito popolare repubblicano (CHP), tendenzialmente di centrosinistra seppure con qualche elemento nazionalista, ed è il favorito alle primarie del CHP di domenica 23 marzo per scegliere il candidato alle prossime presidenziali (previste nel 2028). Per questo, l’arresto è considerato un ulteriore tentativo di Erdogan di ostacolare la candidatura di Imamoglu.

Lunedì l’università di Istanbul aveva inoltre invalidato il diploma di laurea di Imamoglu (che è un requisito per candidarsi alle elezioni), citando imprecisate irregolarità. Anche questo era stato ritenuto un tentativo di impedirgli di partecipare alle presidenziali.

La polizia chiude al traffico una via di Istanbul

La polizia chiude al traffico una via di Istanbul (Tolga Ildun/ZUMA Press Wire)

Il segretario del CHP, Özgür Özel, ha definito l’arresto di Imamoglu un «golpe contro il nostro prossimo presidente». Ha condannato gli arresti anche Tülay Hatimogulları, la leader del Partito democratico dei popoli (HDP), il principale partito filocurdo e anch’esso dell’opposizione. Tra le persone arrestate – un centinaio in tutto – ci sono anche Murat Ongun, uno stretto collaboratore di Imamoglu, e il giornalista investigativo Ismail Saymaz.

Prima che Imamoglu vincesse le elezioni amministrative nel 2019, Istanbul era stata governata per 25 anni dai conservatori, fra cui Erdogan stesso, che era stato sindaco fra il 1994 e il 1998. Tra l’altro in quelle elezioni Imamoglu vinse due volte, perché Erdogan impose che il voto venisse ripetuto: Imamoglu risultò comunque vincitore. L’anno scorso è stato rieletto, nella tornata elettorale in cui l’opposizione aveva vinto anche nella capitale, Ankara.

Esponenti del CHP sul palco per un comizio di Ekrem Imamoglu, il 16 marzo

Esponenti del CHP sul palco per un comizio di Ekrem Imamoglu, il 16 marzo (Mehmet Masum Suer/SOPA Images via ZUMA Press Wire)

Già in passato Imamoglu era stato coinvolto in casi giudiziari ritenuti politicamente motivati dai suoi sostenitori, alcuni dei quali non ancora conclusi (in Turchia la magistratura non è indipendente). Nel 2022 era stato condannato a due anni di carcere per aver oltraggiato alcuni funzionari del Consiglio elettorale turco: Imamoglu ha fatto ricorso, ma se la sentenza venisse confermata potrebbe venire escluso dalle presidenziali.

Negli ultimi cinque anni, durante il suo mandato da sindaco di Istanbul, Imamoglu è diventato un politico molto conosciuto in Turchia, tanto che in molti si aspettavano che si candidasse alle presidenziali già nel 2023 (non lo fece, e l’opposizione scelse come candidato il segretario del CHP Kemal Kilicdaroglu, poi sconfitto da Erdogan al primo turno). La notorietà di Imamoglu è cresciuta nonostante varie campagne dei media di stato per screditarlo, e nonostante il fatto che Erdogan si sia intestato il merito di molti dei progetti che, durante il mandato di Imamoglu da sindaco, hanno modernizzato Istanbul.

Le prossime presidenziali, come detto, sono previste nel 2028 ma c’è la possibilità che vengano anticipate: sarebbe un escamotage per consentire di ricandidarsi a Erdogan, che ha esaurito il numero di mandati. In base alla Costituzione turca, infatti, il presidente può essere rieletto una sola volta. Erdogan è in carica dal 2014, ma il calcolo è cominciato dal mandato del 2019 dopo la riforma del 2017 che ha espanso i poteri del presidente. Il limite però si applica solo se il mandato del presidente arriva alla scadenza naturale, e non se è il parlamento (dove l’AKP ha la maggioranza) a convocare elezioni anticipate.

– Leggi anche: Perché Erdogan è interessato a una pace con i curdi del PKK