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  • Giovedì 15 dicembre 2022

Il sindaco di Istanbul è stato condannato a due anni di carcere

Per avere insultato alcuni funzionari pubblici: Ekrem Imamoglu è uno dei più popolari oppositori del presidente Erdogan

Il sindaco di Istanbul Ekrem Imamoglu il 23 ottobre 2020 (Ufficio stampa del comune di Istanbul via AP, LaPresse)
Il sindaco di Istanbul Ekrem Imamoglu il 23 ottobre 2020 (Ufficio stampa del comune di Istanbul via AP, LaPresse)
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Mercoledì il sindaco di Istanbul, Ekrem Imamoglu, è stato condannato a due anni e sette mesi di carcere per aver insultato alcuni funzionari pubblici nel discorso che fece nel 2019 dopo aver vinto le elezioni comunali. La condanna non prevede la carcerazione effettiva perché è al di sotto del limite in cui in Turchia si applica la pena carceraria, ma prevede un divieto di svolgere incarichi politici per la durata della sentenza: significa che, se sarà confermata, Imamoglu sarà rimosso dalla carica di sindaco e non potrà candidarsi ad altre elezioni.

Imamoglu è un membro del Partito Popolare Repubblicano (CHP), il più grande partito socialdemocratico laico della Turchia, ed è uno dei più forti avversari politici del presidente turco Recep Tayyip Erdogan, che negli ultimi anni ha trasformato il paese in senso sempre più autoritario. Il sindaco ha reagito alla sentenza contro di lui definendola ingiusta e motivata da ragioni politiche, e farà appello contro la condanna (quindi per il momento continuerà molto probabilmente a fare il sindaco).

La condanna nei suoi confronti è dovuta a una frase che Imamoglu disse nel 2019 dopo aver vinto per la seconda volta le elezioni comunali di Istanbul. Il primo voto era stato annullato in seguito alle forti pressioni di Erdogan sulla commissione elettorale. Per questo Imamoglu aveva detto che i membri della commissione che aveva annullato la prima votazione erano «folli», usando un’espressione che il ministro dell’Interno Suleyman Soylu aveva usato riferendosi a lui.

Nel marzo del 2019, quando Imamoglu vinse per la prima volta le elezioni come sindaco di Istanbul, fu una sconfitta politica durissima per Erdogan, sia perché in questo modo il suo partito perdeva il controllo della più grande e ricca città turca, sia perché la carriera politica di Erdogan era cominciata a Istanbul, di cui era stato sindaco negli anni Novanta prima di diventare un leader nazionale.

Erdogan aveva fatto ricorso per irregolarità elettorali e aveva ottenuto la ripetizione delle elezioni, a giugno del 2019, ma Imamoglu le aveva vinte di nuovo, questa volta senza contestazioni. Da quel momento Imamoglu, politico di notevole carisma, è diventato uno dei principali oppositori di Erdogan, e una delle personalità di maggior rilievo all’interno dell’opposizione.

A giugno in Turchia si terranno le elezioni presidenziali e parlamentari, ed Erdogan appare più in difficoltà del solito: è indebolito dai grossi problemi economici del paese (soprattutto l’altissima inflazione), mentre a queste elezioni l’opposizione, per la prima volta in decenni, potrebbe presentarsi unita, con una coalizione di sei partiti guidati dal CHP, il partito di cui Imamoglu è uno dei leader.

Sebbene il CHP e gli altri partiti di opposizione non abbiano ancora scelto il proprio candidato per sfidare Erdogan, Imamoglu è indicato da tempo come uno dei più adatti. I tempi necessari per l’appello contro la sentenza tuttavia potrebbero complicare la sua candidatura.

Erdogan ha usato processi con accuse pretestuose e false per colpire molti dei suoi rivali politici: uno degli esempi più notevoli è quello di Selahattin Demirtaş, un leader politico curdo in carcere dal 2016. Più di recente, a maggio di quest’anno, un’altra delle principali leader del CHP, Canan Kaftancioglu, è stata condannata a 4 anni di carcere con accuse ritenute infondate.