Basterà lui?
Con il pilota più vincente di sempre, la Ferrari proverà a vincere di nuovo un mondiale dopo 17 anni

Nella storia della Formula 1 non è mai trascorso così tanto tempo senza che la squadra più vincente di tutte, la Ferrari, vincesse almeno un campionato mondiale. È inevitabile che qualsiasi sua decisione sia valutata dai media e dai tifosi solo in base a un obiettivo: tornare subito a vincere. Tanto più se la decisione è ingaggiare il pilota più vincente di sempre: l’inglese Lewis Hamilton, che a 40 anni e dopo dodici stagioni in Mercedes correrà da pilota della Ferrari per la prima volta domenica a Melbourne, in Australia.
Era il 2007 quando su quella stessa pista, da giovane debuttante della McLaren, Hamilton corse per la prima volta in Formula 1. Mostrò subito di essere un fuoriclasse, e arrivò all’ultima gara addirittura da favorito per la vittoria del campionato mondiale. Poi lo vinse un altro pilota, il finlandese Kimi Raikkonen: fu l’ultimo titolo dei piloti vinto da una Ferrari. Da allora Hamilton ne ha vinti sette: se vincesse l’ottavo, supererebbe Michael Schumacher.
Nelle ultime settimane, ma già dall’annuncio del suo trasferimento un anno fa, giornalisti ed esperti si sono chiesti se basterà Hamilton alla Ferrari per vincere un mondiale dopo 17 anni. È una domanda a cui nessuno può rispondere, ma è probabile che il suo passaggio in Ferrari avrà ripercussioni rilevanti sotto molti aspetti, non soltanto sportivi. Come è probabile che il vantaggio di averlo in squadra si rifletterà non solo in pista, ma anche fuori: nelle molte fasi in cui una stretta collaborazione tra pilota, ingegneri e progettisti è fondamentale per sviluppare una macchina che sia più veloce delle altre.
Avendo corso a lungo per la squadra di Formula 1 più dominante negli anni Dieci del Duemila (7 titoli costruttori vinti), Hamilton è un pilota senza eguali in termini di esperienza in un team vincente. Secondo l’ex pilota tedesco Sebastian Vettel, che in quel periodo corse per la Ferrari dopo cinque anni di successi in Red Bull, la principale difficoltà iniziale di Hamilton sarà adattarsi a una «cultura diversa», a cominciare dalla lingua, e all’approccio al lavoro della sua nuova squadra.

Lewis Hamilton nel box prima delle prove libere del Gran Premio d’Australia a Melbourne, il 14 marzo 2025 (Clive Rose/Getty Images)
Almeno in parte vale anche il contrario, però: è ipotizzabile che la Ferrari abbia preso Hamilton nella convinzione che il suo approccio al lavoro e le sue conoscenze contribuiscano a migliorare la squadra nel complesso. Inoltre l’attuale team principal (cioè il capo della scuderia), Frédéric Vasseur, potrebbe rendere più semplice l’adattamento di Hamilton, avendo già lavorato con lui negli anni Duemila nelle categorie minori.
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In generale, oltre che sul piano commerciale ed estetico, il passaggio di Hamilton in Ferrari sta già avendo un significativo impatto culturale su tutta la Formula 1, come ha scritto Associated Press. Per popolarità, carisma e influenza, nell’automobilismo ma anche fuori, nessun pilota è come lui. Ha vinto più gare di chiunque altro (105), ma i successi sportivi sono solo una parte della storia, come dimostrano le attenzioni che riceve da anni riguardo ad altri aspetti che lo rendono eccezionale rispetto agli altri.
Hamilton è il primo e unico pilota nero nella storia della Formula 1, è vegano ed è stato in passato tra i principali sostenitori del movimento “Black Lives Matter”, in un ambiente che ha spesso mostrato indifferenza verso le cause politiche o lentezza nell’accogliere altri cambiamenti culturali. Ha amicizie di lunga data nel mondo della moda e del cinema, e gli unici professionisti paragonabili a lui per fama internazionale fanno altri sport: LeBron James nel basket o Cristiano Ronaldo nel calcio, per esempio.
A quei due lo accomuna peraltro l’età, un fattore comunque rilevante in uno sport in cui i riflessi e la resistenza fisica contano parecchio. LeBron James è proprio uno degli esempi citati dallo stesso Hamilton in una recente intervista con Time, nel tentativo di minimizzare la discussione sull’età parlando di sportivi in grado di vincere anche nella seconda parte della loro carriera.
Nella Formula 1 moderna il più anziano campione del mondo fu l’inglese Nigel Mansell, che nel 1992 vinse il titolo a 39 anni. Ma è un esempio utile fino a un certo punto: Mansell guidava quell’anno una macchina nettamente più veloce di tutte le altre, mentre il campionato del 2025 potrebbe essere uno dei più equilibrati dell’ultimo decennio. La domanda che si pongono in molti è se, a parità di prestazioni delle macchine, Hamilton sia in grado di competere con il pilota della Red Bull e campione in carica Max Verstappen (27 anni), con Lando Norris (25) e Oscar Piastri (23) della McLaren, e soprattutto con il suo nuovo compagno di squadra Charles Leclerc (27).

Max Verstappen, Lando Norris e Lewis Hamilton dopo le qualifiche del Gran Premio di Spagna, a Barcellona, il 22 giugno 2024 (AP Photo/Joan Monfort)
Per provare a sciogliere i dubbi può essere utile valutare i risultati di Hamilton nelle ultime tre stagioni in Mercedes, in cui ha corso con un compagno di squadra forte, ambizioso e tredici anni più giovane di lui: George Russell. In molti casi Russell è sembrato più capace di gestire i molti limiti tecnici della macchina, motivo per cui in generale hanno avuto entrambi ben poche possibilità di vincere gare. Hamilton ha però dimostrato di essere veloce almeno quanto il compagno di squadra e spesso più di lui in gara, che è uno dei suoi punti di forza.
Secondo gli ingegneri della Mercedes diverse caratteristiche tecniche e aerodinamiche delle macchine di Formula 1 degli ultimi anni non sono compatibili con lo stile di guida di Hamilton quanto lo erano le macchine precedenti. Ma sulle sue prestazioni nella stagione scorsa, in effetti non all’altezza delle precedenti, potrebbe comunque aver influito la consapevolezza che avrebbe lasciato la squadra a fine anno, ha scritto su BBC il giornalista sportivo Andrew Benson.
Dopo quattro anni di delusioni sportive, Hamilton non è andato in Ferrari per ottenere qualche piazzamento sul podio. Se avrà una macchina in grado di contendere il campionato a McLaren, Red Bull e Mercedes non dipende da lui, ha aggiunto Benson, ma in ogni caso le sue prestazioni saranno confrontate con quelle di Leclerc, da molti considerato il pilota di Formula 1 attualmente più veloce in assoluto in qualifica. Tra i due c’è un buon rapporto da anni, che però nessuno sa come potrebbe evolvere in pista ora che sono compagni di squadra, né se richiederà a Vasseur di gestire eventuali complicazioni o incomprensioni.

I piloti della Ferrari Lewis Hamilton e Charles Leclerc, con in mezzo il team principal Frederic Vasseur, durante un evento di presentazione delle nuove macchine al salone O2 a Londra, il 18 febbraio 2025 (AP Photo/Kin Cheung)
Indipendentemente dai risultati immediati in pista e dalla convivenza con Leclerc, il trasferimento di Hamilton potrebbe infine avere importanti ripercussioni sportive anche in prospettiva. Una serie di profonde modifiche del regolamento tecnico a partire dal 2026 cambierà radicalmente sia i motori che l’aerodinamica delle macchine. Qualcosa di simile era successo nel 2014, quando un cambiamento sostanziale del modo di costruire i motori aprì la strada proprio ai successi di Hamilton e della Mercedes, che nello sviluppo delle macchine seppe interpretare il nuovo regolamento meglio e con più risorse rispetto ad altre squadre.
Uno dei fattori che contribuirono in modo indiretto ma «straordinario» a quei successi, secondo la Mercedes, fu aver avuto in squadra nelle stagioni precedenti Schumacher: un sette volte campione del mondo con una lunghissima esperienza in una squadra vincente. Esattamente ciò che oggi è Hamilton per Leclerc.