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  • Sabato 8 febbraio 2025

Il Nepal ha aggiunto sei “nuovi” 8mila alla sua lista ufficiale

In realtà sono cime intermedie di montagne che già li superano e per questo serve un riconoscimento internazionale, tutt'altro che scontato

Il monte Lhotse (8516 metri) fotografato da Dingboche, Nepal (AP Photo/ Tashi Sherpa)
Il monte Lhotse (8516 metri) fotografato da Dingboche, Nepal (AP Photo/ Tashi Sherpa)
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Il dipartimento del Turismo del Nepal ha aggiunto sei “nuove” vette al registro delle montagne del paese che superano gli 8mila metri. Anche se manca ancora un riconoscimento ufficiale sia da parte del governo che a livello internazionale, questa classificazione ha un evidente obiettivo promozionale. Di fatto si stanno considerando montagne sopra gli 8mila metri cime secondarie di montagne che già superano quest’altitudine, note anche come sottocime: ampliare il numero è un espediente che punta ad attirare più alpinisti in Nepal, un paese per cui le montagne sono una risorsa turistica molto importante.

In Nepal ci sono otto delle 14 montagne che superano gli 8mila: oltre all’Everest, che con 8.848,86 metri è la montagna più alta del mondo e si trova al confine con la Cina, ci sono tra le altre il Kanchenjunga e il Lhotse, che arrivano a 8.586 e a 8.516 metri. Quattro delle “nuove” cime in questione si trovano appunto nella catena del Kanchenjunga, e le altre due nel massiccio del Lhotse: secondo la classificazione del dipartimento del Turismo nepalese sono lo Yalung Kang, lo Yalung Kang Ovest, il Kanchenjunga centrale, il Kanchenjunga Sud, il Lhotse Medio e il Lhotse Shar, e misurano rispettivamente 8.505, 8.077, 8.473, 8.476, 8.410 e 8.400 metri.

Se fossero effettivamente riconosciute come vette a sé stanti, il Nepal da solo avrebbe quattordici montagne sopra gli 8mila metri.

– Leggi anche: Una rivalità finita male sulle 14 cime più alte del mondo

Thakur Raj Pandey, vice presidente dell’Associazione alpinistica del Nepal, ha spiegato che il governo nepalese è al lavoro da oltre dieci anni per studiare la conformazione delle proprie montagne, e che ha appaltato le misurazioni e le successive valutazioni a una commissione di esperti e professionisti, così come a un gruppo tecnico. Il direttore generale del dipartimento del Turismo nepalese, Narayan Prasad Regmi, ha detto che questi sono risultati preliminari, ma che una volta che il governo approverà la lista aggiornata il Nepal procederà a richiederne il riconoscimento internazionale.

Spetterà esprimersi all’Unione internazionale delle associazioni alpinistiche (UIAA), l’organizzazione che riunisce oltre 80 federazioni degli sport di montagna e che li rappresenta. Non è però detto che l’esito della richiesta verrà accolto.

I criteri con cui si stabilisce cosa costituisca esattamente una vetta e cosa una sottocima sono oggetto di dibattito. Generalmente due montagne sono considerate separate se la distanza tra le due vette, cioè il punto più basso della cresta, è di almeno 500 metri, e se per arrivare in cima si usa un percorso diverso da qualsiasi altra vetta. In passato tuttavia l’UIAA si era espressa contro rivendicazioni simili, e c’è chi ha osservato che, dovendo applicare criteri simili a quelli usati dal Nepal, anche l’Everest, l’Annapurna, il K2 e il Nanga Parbat avrebbero sottocime più alte di 8mila metri.

– Leggi anche: Che cos’è la cima di una montagna?

Non è chiaro quali siano concretamente gli obiettivi del governo nepalese, ma questa classificazione sarebbe un motivo di prestigio per il paese, che ogni anno punta molto sui ricavi dei permessi per scalare le sue 468 montagne che al momento sono aperte per spedizioni commerciali. Con il riconoscimento di sei nuove cime sopra gli 8mila metri il Nepal potrebbe attirare nuovi alpinisti in cerca di record, aumentando di conseguenza gli introiti legati ai permessi.

Poche settimane fa tra l’altro il dipartimento del Turismo nepalese aveva annunciato un aumento del 36 per cento sul prezzo dei permessi concessi per salire sull’Everest. Sempre in questi giorni invece il governo ha aggiornato le norme che regolano l’accesso alle montagne nel paese, vietando le spedizioni in solitaria per tutte le sue cime sopra agli 8mila metri già riconosciute, compresa la più alta.